Ignorare due problemi e insistere sugli altri due
di STEFANO D’ANDREA (Presidente RI)
I problemi posti dai vaccini sono quattro. Due a mio avviso dovrebbero essere ignorati dal movimento di contestazione della gestione pandemica. Sugli altri due è invece necessario insistere.
Il primo problema è se i vaccini siano efficaci, ossia se riducano morti e terapie intensive. La risposta, per i soggetti anziani e a rischio è si, mentre non esistono ancora dati e ricerche significativi, che provino benefici per i soggetti non a rischio e non anziani. Conoscenti e contatti no vax si ostinano a contestare questa verità, con riguardo agli anziani e ai soggetti a rischio, sostenendo che nel valutare l’efficacia si debba tener conto anche degli effetti collaterali.
No. Non è vero minimamente. È evidente il cortocircuito logico e la rimozione di un dato, estremamente positivo (la rilevante efficacia per gli anziani e i soggetti a rischio), perché contrastante con il fanatismo dei (veri) no vax. Infatti, l’efficacia è una cosa; e serve a calcolare i benefici. Gli effetti collaterali sono un’altra cosa e servono a valutare i costi. Quando si vuol prevedere quali siano i benefici di una medicina, si considerano soltanto i benefici, ossia la efficacia. Poi dopo, se la medicina è efficace (altrimenti il ragionamento si arresta, senza passare a valutare i costi), distinguendo per categorie di soggetti, si individuano gli effetti collaterali, ossia i rischi e si valuta l’incertezza nel medio o lungo periodo, per avere una idea dei rischi complessivi. Per gli anziani e molti dei soggetti a rischio, il problema del medio e lungo periodo nemmeno si pone.
Il secondo problema è, appunto, quello degli effetti collaterali, tema che riguarda soltanto i soggetti non a rischio e non anziani. La scarsa efficacia del vaccino con riguardo a questi soggetti (non a rischio e non anziani), ammesso che ve ne sia, dovuta al fatto che la mortalità e la gravità della malattia, per questi soggetti, sono rarissime, pone una scelta di salute individuale, che sono competenti a fare esclusivamente i soggetti interessati o i loro genitori.
Non voglio affermare che questo problema sia esente da profili politici, perché la scelta dei consumatori è indubbiamente condizionata dalla propaganda, che tende a reputare utile il vaccino per tutti i soggetti. Ma sinceramente, mi sembra un problema politico secondario. È moralistico ergersi su un piedistallo, considerare cretini tutti coloro che seguono la propaganda e elevarsi a loro salvatori. È sufficiente pensare e dire che sono cretini, se lo si pensa, senza atteggiamenti moralistici da salvatori del mondo, ma limitandosi a diffondere dati relativi ai bambini e ai soggetti non a rischio in generale.
Il terzo problema relativo ai vaccini è quello della loro idoneità ad arrestare significativamente la circolazione del virus. E a questa domanda si deve rispondere radicalmente in modo negativo. Non esiste alcun indizio che nei paesi in cui si è vaccinato di più il virus circoli di meno. Orbene, siccome green pass e obbligo vaccinale hanno per presupposta la tesi che vaccinando di più il virus circoli meno – una tesi falsa – è evidente che nei prossimi mesi è su questo punto che dovremo insistere.
Il problema politico più rilevante dunque è quello relativo alla dimostrazione della totale inettitudine del vaccino ad arrestare la circolazione del virus. E credo che tutta l’attenzione e tutti gli sforzi del movimento di contestazione debbano essere rivolti verso questo obiettivo. Infatti, una volta che si siano vaccinate tante persone, sufficienti ad evitare la crisi delle terapie intensive o a ridurre questo rischio a brevissimi periodi dell’anno, come accadeva con l’influenza, se si esclude che i non vaccinati infettino significativamente di più dei vaccinati, cesserebbe di essere configurabile ogni problema di salute pubblica, e resterebbe soltanto il problema di salute individuale. Sia pure con 30.000-35.000 morti all’anno (salvo che prevalga e si diffonda una variante quasi innocua), torneremmo infatti a vivere normalmente, fuori dall’emergenza, ognuno curandosi come vuole: attraverso il vaccino; oppure, invece, con la cura del corpo (perdita di peso e attività sportiva o comunque attività fisica).
C’è poi il quarto problema posto dai vaccini. Serve il vaccino a chi è già immune? Qui tutti gli indizi che abbiamo ci dicono che no, non serve, almeno nei soggetti non a rischio e non anziani. Anche questa battaglia merita di essere combattuta, perché attiene a un tema che riguarda tutti e quindi a politiche pubbliche (salute pubblica). Essa, infatti, non ha una esclusiva rilevanza per scelte individuali (salute individuale). Inoltre, non ha natura moralistica (come quella che dice, in fondo: non vaccinate i vostri figli), bensì vuole essere fondata sulla pura ragione.
Commenti recenti