Della propaganda e dei ragionamenti
di STEFANO D’ANDREA
Ma non è che la massa segua il filone sbagliato. Segue la propaganda. Una persona che volesse riflettere direbbe: quando c’è una guerra le parti fanno propaganda. In cosa consiste la propaganda statunitense e dello sfattone ucraino? In cosa consiste la propaganda del dittatore russo? Cosa c’è di falso o di esagerato nell’una e nell’altra?
Questo è l’atteggiamento di chi vuol riflettere. Invece, nessuno è interessato a conoscere la propaganda russa e nessuno è desideroso di sottoporre ad analisi severa la propaganda statunitense. Semplicemente la TV da molti anni, in tutti i campi, non sollecita riflessioni. O meglio, in TV vanno anche Fabbri, Lucio Caracciolo, Cardini, Margelletti, il generale Tricarico, insomma gente che ragiona. Ma il 98% delle chiacchiere televisive sono intrattenimento e l’intrattenimento è pura propaganda o “informazione” che prende per oro colato notizie e valutazioni di una parte.
Si tratti del covid, dell’Unione europea, dell’aggressione alla Libia o alla Siria o dei bombardamenti in Bosnia o in Serbia o dell’aggressione all’Iraq o all’Afghanistan o dell’euro, della sovranità monetaria, della globalizzazione, o dell”inclusione” o del riscaldamento globale, o della crisi finanziaria, o del bullismo, la TV svolge sempre al 98% un’opera di propaganda che idiotizza.
Se Antonio Gramsci, anziché al carcere fosse stato condannato a vedere 10 ore di TV al giorno, non avremmo avuto i Quaderni dal carcere bensì un troglodita puro. Nessuno che veda la televisione più di 20 minuti al giorno può riuscire ad evitare che il proprio cervello frigga (salvo il sociologo, che la veda come oggetto di studio).
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