I condizionatori e la pace
di ANDREA D’AGOSTO (RI Bari)
L’equazione tra la distruzione della domanda interna, ovvero ad es. spegnere i condizionatori, e la pace non c’è e questo chi ha un minimo di lucidità dovrebbe comprenderlo. L’invocazione da parte di Draghi di un’economia di guerra, ovvero di una condizione in cui l’economia si autodistrugge, è una precisa richiesta dei “mercati”; la guerra è una giustificazione straordinaria da sventolare in faccia a un branco di idioti, per consentire, appunto, la distruzione schumpeteriana di tutte quelle attività o aziende non competitive dal circuito economico italiano.
In altri termini, la distruzione di posti di lavoro. E non è un caso se l’attacco sia proprio contro il mondo del lavoro (avete presente la perquisizione della sede dell’unico vero sindacato ancora presente in Italia?): diversamente, come si supera la stagflazione, ovvero bassa crescita e alta inflazione? Questa condizione è inaccettabile per l’economia finanziaria anglo-americana, dato che la bassa crescita economica e l’inflazione distruggono la finanza e abbattono pure il debito pubblico. La ristrutturazione capitalista passa sempre prima attraverso la distruzione della domanda interna: quale migliore giustificazione di un’economia di guerra?
A questo punto c’è da credere che sulla pelle del popolo ucraino e russo si stia ristrutturando e salvando l’economia anglo-americana. Ve lo stanno chiaramente dicendo: dovete prima morire con il sorriso sulle labbra, con la speranza che poi qualcuno possa rinascere. Questo è neo-liberismo allo stato puro: W l’UE/EURO W la NATO.
Poi, mi raccomando continuate a sostenere Draghi, la guerra e tutti i Partiti liberali che siedono in Parlamento, ve lo chiedono i mercati.
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