La Sollevazione della grande accozzaglia
Alcuni credono che sia possibile già nel 2018 organizzare una seria alleanza sovranista. Noi del FSI crediamo che assolutamente non sia possibile e che l’impegno sia velleitario e dannosissimo. Mille volte meglio dedicare l’anno scarso che ci separa dalle elezioni a costruire, ad aggregare e a radicarci, che buttarlo in un’azione che non darebbe alcun risultato e genererebbe sfiducia.
Questo nostro giudizio circa la impossibilità riflette una nostra idea di ciò che si deve costruire: il nostro obiettivo è che un giorno si candidino quasi mille persone di valore, che parlino il medesimo linguaggio, quello, in fondo comune, che parlano militanti e simpatizzanti del FSI, iscritti ad A/Simmetrie, lettori di alcuni blog, come Orizzonte 48 Voci dall’estero e simili, gli iscritti a Riscossa Italia, i membri di Senso Comune, non pochi diffusori della MMT e qualche altro piccolo gruppo. Questo ambiente dovrebbe esprimere almeno l’80% dei candidati e riservarsi la direzione strategica della organizzazione e dell’azione. Dove non fossero presenti candidati “sovranisti”, intesi nel senso precisato, ci si adatterebbe a candidare persone con idee simili o identiche ma espresse in modo superficiale o con cadute di stile. Sarebbe inoltre necessario che tutto fosse pronto almeno un anno prima delle elezioni, perché crediamo che un partito nuovo abbia bisogno di un anno di campagna elettorale.
Con la sola eccezione di Marco Mori, che dopo aver aderito al nostro punto di vista nel corso di una nostra recente iniziativa svolta a Pescara il 15 luglio (Mori è intervenuto grazie ad un collegamento audio-video), sembra aver mutato idea, stando ad un recente stato pubblicato su facebook, pressoché tutto l’ambiente al quale facciamo riferimento e del quale crediamo di essere parte è sulle nostre posizioni: nessuno si sta dando da fare e chi si è espresso, spesso perché costretto a farlo, ha escluso che sia sensato tentare. Non si crede possibile organizzare, in così poco tempo, il tipo di proposta politica che si desidera (nemmeno riducendola ai minimi termini) e, almeno da parte nostra, si è persuasi che un’azione fallimentare, da un lato, rallenti il processo di aggregazione, dall’altro, infonda sfiducia in coloro che si stanno impegnando da anni, generando depressione distruttiva.
Non è un caso che nell’ambiente sovranista in senso stretto si agitino soltanto gli individualisti, coloro che non riescono a stare nel FSI, né in A/Simmetrie, né in una delle associazioni che divulgano la MMT, né in Riscossa Italiana, né in ALI, né in Senso Comune, né in Risorgimento socialista. Persone dall’animo distruttivo o semplicemente incapaci di disciplina; ego ipertrofici che accusano di egocentrismo coloro che faticosamente, con umiltà e pazienza, si stanno impegnando nella costruzione di entità collettive che un giorno siano dotate di qualche forza e quindi possano dare un reale contributo ad una alleanza (o a un significativo soggetto collettivo nel quale confluire). Persone che si auto-eleggono a capitani di eserciti individuali, incapaci persino di costruire piccoli gruppi locali. Tuttavia, salvo questa piccola famiglia di “spostati”, nella quale alcune persone di valore sono finite forse per caso, e salvo l’incerta posizione di Marco Mori, mi sembra che nell’ambiente sovranista il problema di partecipare alle elezioni del 2018 nemmeno si ponga.
Una diversa opinione sembra avere il gruppetto che fa capo al blog Sollevazione, gruppo che nel tempo ha dato vita al “Campo antimperialista”, a “Rivoluzione democratica”, al “Movimento Popolare di Liberazione”, al “Coordinamento della sinistra contro l’euro”, a “Programma 101” (P101), alla Confederazione per la Liberazione Nazionale, detta CNL (della quale non ci è chiaro se fa parte MPL o P101), e ora alla coalizione “Italia Ribelle e Sovrana” della quale farebbe parte la CNL.
Per capire il modo di agire di questo gruppetto di poche persone (ormai il numero dei movimenti e delle alleanze creati supera il numero delle persone), basti osservare che il blog Sollevazione sostiene (si legga qua e qua) una alleanza che parteciperà alle elezioni regionali siciliane e che candiderà alla Presidenza della Regione Franco Busalacchi.
Chi è Franco Busalacchi? E’ colui che 18 mesi fa scriveva queste righe: “Vi rendete conto di quanto sono bestie i leghisti e chi ci va appresso, che attaccano la Germania e l’Europa? Che vogliono tornare alla Lira? Si dimostra che, purtroppo, non è necessario essere intelligenti per essere ricchi. Basta trovarcisi in mezzo e anche l’ultimo dei cretini fa “i sghei”. Quando dicono che vogliono uscire dall’Europa, ah! Dio, come sarebbe bello farglielo provare! Alle prese con dogane e dazi. Bestie!…. La strada maestra per la nostra Sicilia è l’Europa, senza l’Italia. Noi dobbiamo lottare per lasciare l’Italia e per restare in Europa, Stato tra gli Stati, nazione non più periferica di quanto non lo sia l’Irlanda .” (grassetto nel testo originale).
A parte il fatto di considerare i sovranisti come gruppi che vanno “appresso” ai leghisti, quando sono stati i sovranisti ad influenzare le chiacchiere dei leghisti (sappiamo che le concrete posizioni politiche sono ben altre), e anche molto parzialmente, Busacacchio ci qualifica come “bestie”.
Ecco, noi continuiamo a condividere le idee di Noi mediterranei o di Forza di Popolo, gruppi politici siciliani che appartengono alla CNL e che sul ritorno alla Costituzione economica e sul contrasto di quest’ultima con i Trattati europei hanno le nostre idee. Rifiutiamo tuttavia la strategia dell’accozzaglia, che sdogana indipendentisti, i quali ci definiscono “bestie” ed esprimono un pensiero confusissimo, pieno di presunzione e di ignoranza (si legga per intero l’articolo linkato), che tuttavia, se tra quindici anni non saremo usciti dalla crisi, può divenire pericoloso.
La differenza tra noi e il gruppo di Sollevazione è dunque una differenza di obiettivi: un grande partito sovranista, che esprima la nuova classe dirigente che in questi anni si è formata e forgiata con lo studio e la militanza e che poi diventi un partito grande, da un lato, obiettivo che richiede pazienza, pazienza e ancora pazienza e un lavoro certosino di ricerca di persone di valore e capaci; la grande ammucchiata dei ribelli eterogenei con idee confusionarie e addirittura contraddittorie, che sdogana gli indipendentisti nell’altro.
Credo quindi che il FSI e il gruppo di Sollevazione non abbiano niente da dirsi. Non c’è ragione di dialogare se sono diversi gli obiettivi e non semplicemente le strategie e i metodi.
Commenti recenti