Giro di Boa per Hollande
E' un mese caldo, quello appena trascorso in Francia, non solo per l'assenza di pioggia, temperature al di sopra della media e un inquinamento allarmante dell'aria, ma soprattutto per le elezioni municipali appena trascorse, che hanno riguardato oltre 36.000 comuni. C'é stato un sonoro schiaffo elettorale del primo turno per il presidente Hollande, seguito dalla reazione asettica del PS fra i due turni, poi il solito appello al fronte repubblicano anti-FN di Ayrault e infine la vittoria della destra al secondo turno e il successivo rimpasto di governo.
Ma andiamo con ordine, perché ci sono dettagli che non possono essere non messi in evidenza. Facciamo dunque un passo indietro e andiamo a qualche giorno prima delle elezioni municipali. Già nell'aria si sentiva un possibile calo nei confronti del partito socialista al governo, del resto non bisognava essere Nostradamus per capirlo. Tuttavia il Partito di Hollande sperava di guadagnare dei nuovi comuni (fra tutti Marsiglia) per compensare le eventuali perdite, ma bisognava anche avere un piano B. Ecco allora che con un atto, che farebbe impallidire anche il governo della Corea del Nord e il nostro Razzi, il poco ortodosso ministro dell'interno Valls, ordina con decreto ministeriale, che, per poter dare una validità nazionale alle elezioni locali, in tutti i comuni superiori a 1000 abitanti, tutte le liste civiche abbiano l'obbligo di collegarsi a un partito nazionale. Qualora queste non abbiano adempiuto a tale obbligo, il prefetto a suo insindacabile giudizio, procede d'ufficio al collegamento a un partito di sua scelta. Naturalmente tutti i prefetti sono di scelta del governo, quindi immaginate a quali partiti posssano affibbiare i sindaci non schierati. Sembra quasi uno scherzo, ma purtroppo é tutto vero. Bisogna dire che nella stragrande maggioranza dei comuni francesi, non si fanno liste politiche, ma sempre liste civiche che mettono insieme più anime politiche per l'interesse della piccola comunità di appartenenza, e alla fine spesso c'é una sola lista alle elezioni. Ebbene con questa legge, migliaia di liste civiche si son ritrovate senza saperlo, attribuite a un partito nazionale dal proprio prefetto. Ora come già detto, essendo i prefetti nominati dal governo socialista, hanno proceduto quasi sempre a apporre il simbolo del PS a quasi tutti i sindaci che non hanno espresso una scelta palese. Il paradosso fu che il giorno dopo le pubblicazioni ufficiali dei risultati da parte del ministero, tantissimi elettori e tantissimi sindaci che avevano votato o si erano candidati per delle liste neutre, se non addirittura di sensibilità di destra, si ritrovarono annoverate fra le liste socialiste o "diversamente di sinistra". Con questo stratagemma il Sig Valls, la sera delle elezioni, nonostante il suo partito avesse avuto una media del 15-20% dei consensi nelle città in cui si era presentato ufficialmente, poté annunciare addirittura un 41% per il partito socialista. Viceversa, sempre con questo decreto che prende in considerazioni solo le medie nazionali sul totale degli elettori, nonostante il Front National abbia preso in media fra il 20 e il 25% dei voti, con punte del 51% al primo turno, la cifra ufficiale era il 6%. (il partito di Marine Le Pen aveva infatti presentato le proprie liste solo in 600 comuni sui 36000 scrutinati). Quindi il ministero dell'interno, nel pubblicare le cifre ufficiali tenne in conto dei soli voti espressi sui 600 comuni per Le Pen, rapportati sul totale dei votanti nei 36000 comuni.
Questo decreto assolutamente antidemocratico, basterebbe a dare l'immagine di Manuel Valls. Un uomo pronto a usare qualsiasi mezzo per abbattere i suoi avversari come i suoi alleati, per avanzare nella sua carriera politica (chi vi ricorda?). Fu sempre Valls a far celebrare in una sola giornata(unico caso della storia repubblicana) tutti i gradi di giudizio contro il comico Dieudonné, proibendo la libertà di parola non in funzione di quanto detto dal comico, ma di quanto AVREBBE potuto dire. Una vera e propria censura sulle intenzioni, contrario alla libertà di parola, che in Francia dalla "Declaration des droits des hommes", garantisce qualsiasi pensiero, (a differenza di altri paesi dove esistono ancora reati come il vilipendio).
Ma andiamo alla sera del primo turno, nonostante la debacle fragorosa del partito socialista e i dati farlocchi del ministero, nessuno al governo ha osato dire "abbiamo perso" o "il popolo francese ci sta dando un segnale". Il primo ministro Ayrault, in un discorso di 30 secondi, ricorda che si tratta solo di una consultazione locale( peccato che il decreto di cui vi ho parlato sopra dicesse esattamente l'opposto) e invita tutti a fare front republicain contro l'FN. Stop! Poi naturalmente un valzer di tutti i tenori della sinistra, nei vari salotti televisivi, per ripetere che se hanno perso era colpa, non dei loro risultati o dell'austerity, bensì dell'UMP di Sarkozy che riprendendo i temi dell'FN, ne aveva di fatto promosso i candidati. La sera del primo turno persino a Marsiglia, abitata al 53% da abitanti di origine magrebina(che alle scorse presidenziali votarono al 94% per Hollande), in testa c'é il partito di Sarkozy, seguito dal Front National e con il PS solamente terzo. Ma é dopo il secondo turno che arriva la catastrofe, storici comuni in mano alla sinistra dal 1912 passano a destra, il front national riesce a superare il 50% in 13 comuni superiori a 10.000 abitanti e ottiene per la prima volta nell storia 1800 consiglieri municipali, confermandosi inoltre primo partito tra gli operai.
A questo punto un cambiamento di rotta all'Eliseo apparve necessario. Ma cosa farà Hollande? Dati alla mano, il primo motivo per cui il PS ha perso le elezioni é perché quasi la metà dei suoi elettori non sono andati a votare, si sono astenuti perché nonostante le promesse di sinistra di Hollande in campagna elettorale,una volta al potere ha persueguito la stessa politica di destra ultraliberale di Sarkozy, aggiungendoci in più, una massiccia dose di amatorialismo e incompetenza. Hollande capisce che ha perso le elezioni a causa della sua politica di destra, convoca tutti i giornalisti per dire che ha capito il segnale, e chi mette alla testa del nuovo governo? il più a destra dei suoi ministri, il più liberista e autoritario: Manuel Valls. Sicuramente egli é il ministro più amato dagli elettori di destra, ma é anche il più detestato da quelli di sinistra, e come qualcuno ha fatto notare, il problema é che quelli di destra lo possono anche apprezzare, ma intanto continuano a votare per l'UMP, invece quelli di sinistra continueranno ancora più massivamanete a disertare le urne. Ma allora perché questa scelta? Per 2 ragioni.
Tra un mese ci sono le Europee, e visti tutti i sondaggi e i risultati delle municpali, l'FN risulterebbe il primo partito con il 35% delle intenzioni di voto, seguito dall'Ump, e solo in quarta posizione i socialisti, superati anche dai Verdi. Ecco allora che giocare la carta della popolarità di Valls, avrà certamente un effetto positivo sulle elezioni, e rimanendo ormai solo 30 giorni per le prossime europee, non c'é il tempo necessario per essere messi alla prova e deludere l'elettorato appena riconquistato. Avrà preso ispirazione dalle manovre di facciata del PD di Renzi? Chi lo sa. Comunque sicuramente questa é una buona mossa politica per il PS. Infatti proprio i dati di oggi, danno Hollande al 20% di gradimento presso i francesi, che pur rimanendo il più detestato della V repubblica risale la china di 3 punti, ma quello che colpisce é il parere favorevole su Valls (59%), il più amato degli ultimi 40 anni. Quindi sicuramente alle prossime europee il partito di Hollande riuscirà rafforzato e probabilmente l'effetto front national sarà limitato.
Ma anche Hollande, dal canto suo, ha di che essere contento, oltre al fatto di far vincere qualche punto in più al proprio partito é riuscito di fatto, a mettere in trappola il suo unico avversario interno alle presidenziali del 2017. Da mesi ormai i gerarchi del partito lasciavano intendere che nel 2017, visto la disaffezione dei francesi verso Hollande gli avrebbero chiesto di fare un passo in dietro in favore di Valls. Sicuramente se fosse rimasto al ministero dell'interno giocando il ruolo di sceriffo del paese, come fece 7 anni fa il ministro Sarkozy sotto Chirac, tale colpo gli sarebbe riuscito. Ora Hollande però lo ha costretto a giocarsi tutto e a metterci la faccia, e sapendo benissimo che sono i vincoli europei a causare il blocco del paese, il governo Valls é già destinato alla disfatta. Valls, questo lo sa e infatti si rifiuto' in un primo momento di assumere il ruolo di capo del governo. Hollande fece allora una finta proposizione al ministro della difesa, che con un altrettanto finto rifiuto riavanzò la candidatura di Valls. Messo alle strette, in nome di cosa Valls, ministro socialista più amato di Francia, avrebbe potuto rifiutare l'incarico in un momento cosi' tragico per il partito e per il paese? Un suo rifiuto sarebbe stata la prova provata della sua ambizione politica per il 2017 e di come tutti gli sgambetti tesi ai propri colleghi e allo stesso Hollande negli ultimi mesi, erano dettati solo dal proprio tornaconto personale. Ecco allora, ob torto collo, dovette accettare. Adesso Valls é al 58% dei pareri favorevoli, questo farà tenere il partito alle europee e salverà l'UE dall'effetto Fn. Dopo maggio, naturalmente Bruxelles che già intima a Parigi 50 miliardi di tagli addizionali alla spesa, farà sentire la sua voce, per cui da Ottobre Valls comincerà anch'egli la sua caduta libera e dovrà dire per sempre addio all'Eliseo, come fece del resto lo stesso Ayrault, che fino a prima di diventare il primo ministro più disprezzato della V republique, era il sindaco modello di Francia amato da destra e sinistra. Naturalmente stando cosi le cose, Hollande sarà candidato d'ufficio nel 2017 e in un eventuale faccia a faccia al secondo turno con Marine Le Pen, egli spera di riprodurre il colpo di Chirac nel 2002. Nonostante Chirac raccolse solo il 13% al primo turno delle presidenziali infatti, si ritrovò eletto al secondo turno con uno score dell' 85%, proprio perché ci fu una mobilitazione di massa per evitare che fosse eletto Jean Maire Le Pen. In tutta questa storia, l'interesse del popolo francese non viene messo in secondo piano, ma completamente cancellato. Visto che ormai il potere é a Bruxelles, a Parigi come a Roma, i politici si occupano solo delle proprie carriere. Chissà perché il primo atto del governo di Valls sarà proprio di sciogliere le province francesi, proprio come il giovane Renzi? Un caso o é il compitino a casa di Bruxelles?
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