Dieci anni di lavoro… per questo appuntamento
di LORENZO D’ONOFRIO (RI Pescara)
Chi ci ha conosciuto, apprezzato o anche disprezzato in questi 10 anni (prima come semplice associazione, l’ARS, poi come partito, il FSI, che ora è divenuto Riconquistare l’Italia), sa bene che sin dall’inizio della nostra avventura abbiamo avuto una prospettiva e un metodo, perseguiti con coerenza e pazienza e che, ovviamente, non piacevano a quelli che ci hanno sempre detto “Non c’è tempo”.
Il tempo c’era, c’è, ci sarà: una vita intera e quelle di intere generazioni, visto l’obiettivo epocale che ci siamo dati, riprenderci il Paese, riportarlo nella legalità costituzionale violata e infangata dal partito unico, riconquistare l’Italia quindi, come abbiamo voluto sancire nel nome che abbiamo scelto. Chi ci conosce sa anche che abbiamo sempre umilmente rivendicato di voler seguire una sola strada, che avrebbe dovuto portarci ad essere la frazione di una alleanza che avrà il compito di portate in Parlamento “l’altro partito”, quello della Costituzione.
Il lavoro di questi dieci anni, la pazienza e la tenacia stanno germogliando…
Mi piace allora ricordare le parole con cui, 10 anni fa, tutto è cominciato:
“Alcuni credono che non abbiamo molto tempo; che le cose stiano per precipitare; che già alle prossime elezioni il popolo riuscirà, dietro la spinta di forti movimenti di protesta, a presentare liste popolari nazionali che sfidino il partito unico delle due coalizioni.
Purtroppo, non credo che abbiano ragione. Spesso la realtà non coincide con i nostri desideri. Mi auguro che abbiano almeno parzialmente ragione; ma credo che abbiano torto. D’altra parte, la contestazione non si caratterizza per chiarezza di idee, che ancora sono confuse e per certi versi discordanti…
Se è vero, dunque, che il destino della nazione e degli italiani è legato allo scontro tra popolo italiano, da un lato, e centrodestra e centrosinistra nonché l’elite globalista, dall’altro, si deve dubitare fortemente che lo scontro sia imminente, o, meglio, che imminente sia la vittoria del popolo italiano.
Perciò, è necessario cominciare a costruire una prospettiva unitaria e di salvezza nazionale…”
Che ci fa il partito comunista italiano accanto al popolo che vuole riappropriarsi della sovranità nazionale? Che ci fa il partito che durante la resistenza ha combattuto per l’URSS e non per l’Italia, che ha sostenuto Tito contro gli italiani d’Istria, che è riuscito a governare fuori dal governo, monopolizzando media e scuola, che ha cambiato nome, che si è snaturato, scisso, piegato ad ogni compromesso, e i suoi eredi sono ancora lì a dare lezioni di etica e soprattutto a governare senza il mandato popolare?