Pubblicità e politica: il segreto del M5S
di LORENZO D’ONOFRIO (RI Pescara)
Ci avete mai pensato? Tutti sappiamo bene che la pubblicità mente, nessuno si aspetta che le roboanti promesse degli spot siano mantenute e, cosa incredibile (a rifletterci), nessuno considera cialtroni le celebrità che prestano il loro volto a un prodotto, pagate per mentire, per prendere in giro il consumatore. Anzi, una buona campagna pubblicitaria ne accresce la popolarità. A uno spot alcuni pretendono addirittura di dare un valore artistico: l’artistica menzogna! Il tutto in una cornice normativa globalista che non sanziona e dà l’apparenza di liceità (se tutti lo fanno e l’ordinamento non reagisce, significa che si può fare). Così il consumatore che ancora può permettersi di non badare al prezzo, finisce per scegliere il prodotto sulla base del messaggio o del testimonial di volta in volta più accattivante.
Ora, provate a svolgere lo stesso ragionamento con la politica e il risultato sarà lo stesso. Da tempo la politica è pubblicità e gli elettori scelgono in cabina elettorale come fra gli scaffali di un supermercato. Il “merito” del M5S è stato quello di aver adeguato la pubblicità (ops, la politica) ai nuovi canali e strumenti comunicativi, ma i meccanismi di fondo sono i medesimi, così come simili sono le regole per la scelta dei testimonial (ops, dei candidati): sempre tutto fondato sulla menzogna, la cui impunità è garantita dalla considerazione, globalizzata, che tanto lo fanno tutti, quindi perché non scegliere il prodotto più nuovo, più fresco, più accattivante… insomma, perché non provare? Tanto… Un po’ come accade quando sugli scaffali troviamo un nuovo prodotto in offerta lancio, che promette risultati strabilianti che gli altri non hanno mai dato.
Al momento il M5S è forte, molto forte, promette qualcosa che il consumatore della politica ha sempre desiderato e sempre sognerà: l’assoluzione in cambio di un voto. Continua pure a fare quello che hai sempre fatto, pensa solo a te, figuriamoci, con tutti i problemi che hai? Sono bello, sono nuovo, sono onesto, votami (adesso potrai farlo comodamente dal tuo divano) e avrai fatto il tuo dovere, stai cambiando il Paese. Ovviamente sappiamo già come andrà a finire, gli esempi nella storia anche recente non mancano. A un certo punto la delusione avrà il sopravvento e il consumatore della politica rialzerà la testa sullo scaffale, in cerca della nuova offerta lancio.
Questo per dire, in conclusione, che il problema sei TU, consumatore della politica: torna cittadino, solo allora ti libererai.
[post del 22.6.2016]
L’italiano, mettere in dubbio è un profondissimo opzionale.