di LUCA MANZONI
Ricordiamo che il 15 agosto è anche la ricorrenza di quel giorno del ’71 in cui, con il famoso discorso di Nixon in televisione (con cui sospendeva la convertibilità in oro del dollaro americano), nasce la moneta fiat, o “a corso forzoso” che dir si voglia. Nella maggior parte delle discussioni economiche vedo ancora una netta faglia tra chi ha capito la natura della moneta nell’economia moderna, ovvero della moneta fiat, e chi non l’ha capita.
La moneta fiat non è agganciata a nulla, non è convertibile se non in se stessa, è per sua natura infinita. La ricchezza invece è finita, perché è fatta dei beni e dei servizi prodotti dal lavoro umano, ma la moneta, che quella ricchezza serve per misurare, trasformare e trasferire nel tempo, è infinita.
Questa sua natura la rende invisa al grande capitale, che da allora cerca in qualche maniera di tornare a sistemi assimilabili al gold standard, in modo da rendere ancora la moneta un bene scarso e quindi di valorizzare quella in proprio possesso. Il dogma dell’indipendenza delle Banche Centrali, il terrorismo sull’inflazione, i divieti di monetizzazione del debito pubblico sono tutti aspetti di tale mentalità.
Questa mentalità deve essere invece combattuta, perché la moneta fiat resta una grande innovazione potenzialmente in grado di contribuire positivamente al benessere della collettività, massimizzando l’utilizzo delle risorse produttive e limitando l’esplodere delle diseguaglianze.
[post del 15.8.2018]
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