Un’occasione d’oro
di GILBERTO TROMBETTA
Sarebbe un’occasione d’oro. La Germania va per i fatti suoi (stanziando 200 miliardi per contrastare la crisi energetica autoindotta dalla UE su ordine degli USA), ribadendo nei fatti per l’ennesima volta che l’Unione Europea non esiste. Se non è morta, sicuramente non si sente tanto bene. La Francia anche, col suo scudo tariffario (il bouclier tarifaire, un price cap interno al Paese che impedisce all’elettricità aumenti superiori al 4% e li azzera per il gas), nazionalizzando EDF (l’ENEL francese) e stanziando più di 67 miliardi di euro.
La globalizzazione non si è mai veramente del tutto ripresa dai due anni di gestione del Covid, con le catene di approvvigionamento globali che continuano a zoppicare. Fuori dal Patto Atlantico, gli altri Paesi continuano a stipulare accordi svincolandosi dal dominio a stelle e strisce. Sarebbe un’occasione d’oro per noi. Sarebbe un’occasione d’oro per creare nuovi rapporti diplomatici e commerciali con altri Paesi e per rinforzare quelli esistenti. A partire dai BRICS.
Sarebbe un’occasione d’oro per iniziare finalmente a invertire il decennale processo di deindustrializzazione e delocalizzazione che ha portato al progressivo impoverimento del nostro sistema produttivo. Sarebbe un’occasione d’oro per iniziare ad allentare il cappio del vincolo esterno che ci rende difficile anche solo respirare.
Sarebbe un’occasione d’oro. Ma non la stiamo sfruttando. Per farlo dovremmo avere una classe dirigente, politica ma non solo, in possesso di una visione diversa di quello che potrebbe essere l’Italia. E in grado di perseguirla con ogni mezzo.
Dovremmo avere una classe politica che torni a tutelare gli interessi nazionali, cioè dei suoi cittadini. Invece abbiamo per l’ennesima volta alla guida del Paese un gruppo di cialtroni e di venduti agli interessi esteri. Che, di fronte ad aumenti del 1011% dei costi dell’energia elettrica rispetto al 2019 (passando da un PUN medio di 48,11 euro/MWh ai 534,5 del 2022), supplica ancora per una soluzione europea e che pensa di cavarsela con una ventina di miliardi di stanziamenti.
Mentre ogni giorno sempre più aziende abbassano la saracinesca. Forse per sempre. E mentre una famiglia su cinque rischia di non poter pagare le bollette durante l’inverno, ormai alle porte. E invece nella NADEF tornano già gli avanzi primari, cioè il taglio della spesa pubblica (al netto degli interessi passivi sul debito). A scapito, soprattutto, di lavoro e salari del settore pubblico. E a scapito del SSN.
Sarebbe un’occasione d’oro. E invece rischia di essere solo l’ennesima occasione persa. Il cui conto lo pagheranno ancora una volta famiglie e imprese.
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