Da interpreti a decisori, i nuovi demiurghi
di DAVIDE VISIGALLI
Leggendo l’interessante libro di Stefano D’Andrea, L’Italia nell’Unione Europea, emerge con forza la trasformazione di esperti giuristi ed economisti da interpreti della materia a creatori ex nihilo di nuova “scienza” basata esclusivamente sulla loro volontà e non su di un metodo. Stessa cosa è accaduta e sta accadendo nella medicina e biologia con la pandemia.
Il “ce lo chiede l’Europa” e il nuovo “ce lo chiede la Scienza” da un lato hanno tolto la responsabilità a politici mediocri che avrebbero dovuto prendere decisioni non facili, dall’altro hanno spinto l’egocentrismo di rinomati studiosi su vette inesplorate di potere percepito.
Se i nuovi demiurghi costruiscono i loro dogmi sulla base di un potere che gli viene dall’alto (la meritocrazia), è palese che non ci possa essere spazio per dibattito, politica e quindi democrazia autenticamente popolare. Il massimo a cui si può ambire è l’onore di tenergli il mantello.
Provate a contraddire il faraone.
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