‘Qatargate’: mazzette a Bruxelles, punta di un iceberg
di L’INDRO (Valter Vecellio)
Tanti sapevano; tanti tacevano; qualcuno non si è accorto di nulla. Il ’Qatargate’ è riassumibile così. Lo scandalo scuote i palazzi dell’Euro Parlamento, un euro-scandalo che fatalmente avrà riflessi ed effetti che a cerchi concentrici, da Bruxelles si allargheranno nei vari Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa.
Le rivelazioni del quotidiano belga ‘Le Soir’ e della rivista ‘Knack’, sono precise e circostanziate: Antonio Panzeri, segretario della Camera del lavoro di Milano dal 1995 al 2003 e poi europarlamentare per tre legislature dal 2004 al 2019, prima nel Partito Democratico e poi in Articolo uno, tra i suoi incarichi a Bruxelles ricopriva anche quello di capo della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e del sud-est asiatico. Altro personaggio coinvolto Luca Visentini, punto di riferimento dei sindacati europei: inizio nella UIL del Friuli Venezia Giulia; da lì segretario generale della ETUC (European Trade Union Confederation); infine, dal 2019, capo della ITUC (International Trade Union Confederation), la più grande confederazione sindacale del mondo.
Il ‘pesce’ più grosso finito nella rete degli investigatori è tuttavia la Vice-presidente del Parlamento Europeo, la socialista greca Eva Kaili. Arrestata, come il regolamento del Parlamento Europeo consente, in flagranza di reato: nella sua abitazione sono stati trovati sacchi di banconote. L’accusa parla di corruzione da parte di un Paese del Golfo, il Qatar, da sempre al centro di polemiche per le violazioni dei diritti umani nella fase di realizzazione degli stadi dei mondiali di calcio (si parla di migliaia di operai-schiavi morti). Secondo i magistrati, il Qatar avrebbe agito per “influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento Europeo…attraverso il versamento di ingenti somme di denaro o l’offerta di cospicui doni a terzi aventi una significativa posizione politica e/o strategica all’interno del Parlamento europeo”. Obiettivo: difendere i Mondiali di calcio e i presunti progressi dell’emirato sui diritti umani o sulle condizioni di lavoro dei migranti.
Evidente il tentativo del Qatar di procurarsi buona ‘pubblicità’, corrompendo personaggi che lavorano in Parlamento o nel sindacato o nelle Organizzazioni Non Governative.
Dissociazioni che lasciano il tempo che trovano, ora. Il Partito Democratico fa sapere che si tratta “di accuse e di questioni estremamente gravi su cui va fatta luce, confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura e delle forze di polizia che stanno effettuando le necessarie verifiche. Auspichiamo che la verità emerga presto e che sia difesa l’onorabilità della nostra istituzione”. La Lega esprime “forte preoccupazione e sgomento per le notizie riportate dagli organi di stampa internazionali sulle indagini per corruzione nelle istituzioni Ue in corso in Belgio. Le accuse sono molto gravi ed è necessario che sulla vicenda venga fatta la massima chiarezza in tutte le sedi. Massimo sostegno alle autorità affinché facciano luce sui fatti e accertino le responsabilità delle persone coinvolte, a cominciare da chi è eletto e da chi lavora nelle istituzioni europee. Al Parlamento Europeo, così attento al delicato tema delle ingerenze esterne, chiederemo di affrontare la questione in commissione Inge e anche con un dibattito in aula quanto prima”. A ruota il Partito Popolare: “Siamo scioccati dall’indagine in corso da parte delle autorità del Belgio su possibili casi di corruzione nel Parlamento europeo. È necessario guardare ovunque”.
Coinvolte anche due ONG, la ‘Fight Impunity’ e ‘No Peace Without Justice’. Nella prima, un parterre di tutto rispetto: Emma Bonino, ex ministra ed ex commissaria europea; Federica Mogherini, già ministra degli Esteri e Alto Rappresentante dell’Ue; Dimitris Avramopoulos, già commissario europeo agli Affari Interni; l’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve; Denis Mukwege, ginecologo congolese premio Nobel per la Pace nel 2018. Un prestigioso specchietto per allodole…
L’altra ONG, ‘No Peace Without Justice’, è stata fondata nel 1993 da Emma Bonino. Il suo attuale segretario generale, Niccolò Figà-Talamanca, risulta anche lui coinvolto in questo ‘affaire’. “Non so niente di questa vicenda, aspetto la magistratura che si deve esprimere, credo che lo farà nel giro di pochi giorni“ dice Bonino a chi le chiede chiarimenti.
Al di là delle singole responsabilità che ovviamente è compito dei magistrati accertare, e dei tribunali sanzionare, il discorso è evidentemente politico: quali anticorpi il Parlamento Europeo e i partiti che ne fanno parte, vorranno (e potranno) adottare per contenere episodi come il Qatargate, perché è di tutta evidenza che non si tratta di un caso isolato, e che quello scoperto è solo la punta di un sommerso letamaio stratificato e diffuso.
L’inchiesta è partita almeno a luglio scorso. Quando si sono presentati nell’abitazione di Eva Kaili, sapevano che c’era il denaro e grazie a questo hanno potuto arrestarla. Di tutta evidenza che qualcuno deve aver dato la giusta imbeccata agli investigatori. Stessa cosa per Antonio Panzeri, ‘incastrato’ da intercettazioni rivelatrici. La moglie di Panzieri dubita che quest’anno la coppia si possa permettere lussuose vacanze natalizie come l’anno precedente (quasi centomila euro spesi). Viaggi e vacanze, una passione: con l’imprudenza di fotografare e ‘postare’ tutto sui social, incuranti del fatto che a qualcuno potesse avere sospetti. I ‘profili’ della coppia valgono più di qualunque discorso, racconto, confessione: da Miami Beach a Montreal, e non mancano immagini dal Souq Wagif di Doha, la capitale del Qatar che ospita i Mondiali di calcio; e conversazioni dove si parla tranquillamente di ‘combines’, ‘intrallazzi’, ‘mezzi ingegnosi e spesso scorretti’.
Loro e altri, secondo la Procura Federale Belga, avrebbero costituito “una organizzazione criminale, riciclaggio di denaro e corruzione”.
Che fare? Inasprimenti di pene, norme draconiane sono richieste buone per farsi pubblicità a buon mercato. La terribilità delle leggi non ha mai frenato chi voleva violarle dal farlo. Meglio, e più efficace piuttosto “sorprendere la gente nel covo dell’inadempienza fiscale, come in America…Mettere mani esperte nelle contabilità…Sarebbe meglio annusare intorno alle ville, le automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi, e tirarne il giusto senso…”.
Ps.: per chi non l’avesse riconosciuto è un brano tratto da “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia, romanzo pubblicato nel 1961. Più che mai attuale. A Bruxelles, a Roma, a Palermo, ovunque…
Questa la situazione, questi i fatti.
FONTE:https://lindro.it/qatargate-mazzette-a-bruxelles-punta-di-un-iceberg/
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