Il crollo dell’URSS
di ANDREA ALQUATI
Una cosa che non ti spiegano a scuola (e manco all’università, per mia esperienza) è come e perché sia crollata l’URSS. Magari l’impero romano sì: è più attuale, si vede…
Ma l’Urss no. Ti dicono che “è fallito il comunismo”. Non ti spiegano che fu una questione di debito estero. Di bilancia dei pagamenti in passivo. Di una congiuntura di prezzi bassi degli idrocarburi (che l’Urss esportava) e prezzi alti dei cereali (che l’Urss importava).
Cioè il problema non erano le forme di proprietà collettivista ma la dipendenza dall’estero e dal circuito importazioni/esportazioni: l’Urss non era autosufficiente, ma vulnerabile agli choc sui mercati esterni.
Esattamente come sono diventati tutti quei Paesi che hanno deciso di integrarsi nel sistema della globalizzazione, trasferendo all’estero (dove costa meno produrre) interi settori economici, spesso strategici. Come ha fatto l’Italia, ad esempio.
Però questo non te lo possono insegnare, rischiando che tu poi faccia 2+2 e dica “ma allora stiamo facendo cazzate da decenni”. E quindi ti dicono che era la proprietà pubblica il problema, che è sempre una buona scusa per privatizzare tutto.
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