Influenze
di GIUSEPPE MEOLA
Questa cosa dello scandalo della bella europarlamentare vicepresidente del Parlamento europeo e dello sconosciuto collega italianpiddino che prendevano soldi dal Qatar a me fa sorridere. Amaro. Fa sorridere perché sembra che adesso la stampa scopra che esiste il lobbing. La UE, gli USA e tutte le capitali del mondo occidentale sono strapiene di agenzie che fanno soldi a palate avvicinando, circuendo, ammorbidendo, incentivando… ed in ultima analisi pagando (dove pagare non sempre è solo dare soldi, ma anche offrire incarichi, visibilità, carriera, vacanze lussuose mascherate da convegni, ecc).
Tutte le grandi aziende, multinazionali ed associazioni delle più svariate categorie industriali, si rivolgono alle agenzie che si occupano di lobbing. Quando gli interessi sono particolarmente compromettenti, allora si passa per dei faccendieri più discreti. È la norma, piaccia o no. Ora, il caso del Qatar è una bazzecola di per sé. Le somme che sono state trovate sono spiccioli. E pure il caso è di quelli minori. Ma minori assai, ragion per cui se ne può parlare e si può indagare. Quello che questa storiella dovrebbe far intuire, quello su cui bisognerebbe portare l’attenzione, è il “sistema” delle influenze.
Provate ad immaginare la potenza degli interessi che si muovono quando sono in ballo decine di miliardi per affari che vanno nelle più svariate direzioni. Potete sbizzarrirvi con la fantasia, tanto dovunque ci siano montagne di soldi che si muovono ed hanno a che fare in qualche modo con le decisioni della politica… state sicuri che si passa la trafila del circolo vizioso affare>lobby>politica>media.
“Follow the money”, segui i soldi, diciamo oggi. “Cui prodest?”, a chi conviene, dicevano i latini. L’essere umano è sempre lo stesso: i pochi cercano di fottere i molti. E ci riescono sempre.
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