LA SCUOLA PUBBLICA DEVE ESSERE ABBATTUTA
di STEFANO BACCHI
Questo il fine delle mille riforme degli ultimi trentanni in ambito scolastico.
E il Trentino vuole guidare il demolitore a quanto si evince dall’articolo de “Il T Quotidiano”.
Negli uffici della Provincia Autonoma potrebbero:
– pensare di aumentare gli organici per garantire continuità nell’insegnamento di discipline come matematica e italiano;
– studiare come diminuire gli studenti per classe;
– adeguare finalmente i salari di docenti e personale ATA;
– reintrodurre la bocciatura alla primaria e alla secondaria di primo grado e i debiti per far crescere gli studenti e dare loro più tempo per consolidare le basi;
– diminuire gli adempimenti burocratici per concedere più tempo ai docenti per fare i docenti.
Invece niente di tutto questo, stanno pensando di riformare le carriere per premiare i docenti che:
– si ispirano agli youtuber di punta, ai content creator quasi influencer;
– usano le ICT applicate a tecniche innovative come flipped classroom, TEAL e acronimi ingleseggianti vari;
– fanno ricerca e innovano a braccetto con le aziende;
– coordinano progetti, meglio se anch’essi ingleseggianti, imprenditoriali ed extrascolastici.
Insomma si punta a dividere il corpo docente per innescare un po’ di guerra orizzontale ottenendo anche il risultato di promuovere ulteriormente una didattica che cataloga gli studenti come “spettatori da intrattenere e coinvolgere”, “utenti da soddisfare” e “consumatori da attrarre”.
Di fatto la scuola pubblica deve smettere di formare cittadini ma sfornare consumatori la cui educazione deve costare poco.
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