AIUTARE L’UCRAINA
di STEFANO D’ANDREA
Le classi dirigenti del cosiddetto occidente hanno deciso di “aiutare l’Ucraina”.
Una parte rilevante del popolo italiano è favorevole.
Ma cosa significa aiutare l’Ucraina?
Si possono dare all’Ucraina un po’ di armi alla volta, aiutandola a fronteggiare la Russia e ad allungare la guerra e la resistenza alle offensive russe. La conseguenza di questo aiuto è che l’Ucraina perderebbe certamente la guerra ma morirebbero centinaia di migliaia di ucraini in più, rispetto all’ipotesi di cessazione degli aiuti, perché in questa ipotesi la guerra finirebbe presto con la sconfitta dell’Ucraina.
Oppure si possono dare all’Ucraina quantità enormi di armi – tutte le armi possibili – in un tempo il più possibile breve.
In questo caso, vi è certamente la possibilità che gli Ucraini passino all’offensiva e, ipoteticamente (anche se si tratta di ipotesi inverosimile), che l’esercito russo crolli. Anche se, in questo caso, è anche molto più probabile che, fallito il tentativo di far vincere l’Ucraina, le classi dirigenti dell’occidente decidano di entrare in guerra direttamente.
Ebbene, fermo che la mia opinione è che si debba cessare immediatamente l’invio delle armi all’Ucraina (ma io non conto perché sono “antioccidentale”), è evidente come una persona appena un po’ intelligente tra quelle che vogliono aiutare l’Ucraina dovrebbe proporre o la cessazione dell’invio di armi, oppure l’aumento sconfinato e celere sia della produzione di armi da dare all’Ucraina sia della cessione a quest’ultima delle armi.
Eppure, al di fuori di sporadici membri della classe dirigente, che talvolta ragionano, in quella parte del popolo che vuole aiutare l’Ucraina, di persone appena un po’ intelligenti che suggeriscano di cessare di inviare le armi oppure che si rischi il coinvolgimento dell’Italia e dell’occidente intero, inviandone il più possibile nel più breve tempo possibile, non ne trovo quasi nessuna.
Come quasi sempre accade, il popolo non ragione ma tifa, senza aver svolto analisi e quindi senza ipotizzare le conseguenze dell’azione per la quale tifa.
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