Unione Europea: finiremo come Casamicciola?
di SOCIALISMO 2017 (Ugo Boghetta)
Ovvero cadere dal pero e non chiedersi perché ci si è saliti!
Sergio Frabbini non smette di illuminarci dalle colonne del Sole 24 domenicale sullo stato, convulso, dell’Unione Europea. Poiché ormai da tempo le cose non evolvono verso gli Stati Uniti d’Europa, il nostro continua a sorprendersi e lamentarsi. Cade sempre dal pero ma non si chiede mai se non sia stato un errore salirci.
L’articolo di Domenica 27 novembre è tutto dedicato al voltafaccia di Scholz il quale, all’atto della sua elezione a capo dello stato tedesco, ha affermato che si sarebbe impegnato a portare l’Unione verso uno “stato federale”. Ora invece, a causa della guerra, ha cambiato completamente politica perseguendo solo gli interessi germanici.
Le azioni adottate a tale scopo, scrive Fabbrini, sono tante a partire dall’ostacolare qualsiasi “soluzione europea per favorire quelle nazionali”.
Scholz ha infatti deciso di investire unilateralmente 200 miliardi per sussidiare le imprese tedesche, senza pensare all’impatto negativo che ha sulle quelle degli altri paesi. Cosa che peraltro hanno già fatto gli Usa.
Anzi, ha affermato recentemente Bonomi, presidente della Confindustria, che Biden ha imposto alle imprese americane di rifornirsi solo da produttori USA. Poi è andato a fare affari in Cina, concedendo agli stessi di entrare nel grande porto di Amburgo.
Ha anche deciso di investire 100 miliardi nella difesa, ma acquistando gli F35 americani a discapito dello stesso progetto franco-tedesco per la costruzione di un aereo europeo.
Non contento di ciò ha proposto a 15 paesi Ue di acquisire tre sistemi di difesa aerea basati su tecnologie americane e israeliane mettendo fuori gioco l’analogo programma franco-italiano.
Per tacitare la Francia ha siglato con questa una accordo sull’energia che Fabbrini afferma essere solo una foglia di fico. Che è tuttavia pur sempre un accordo bilaterale! E come se nulla fosse ha rispolverato la contrarietà alla riforma del Patto di Stabilità.
Nell’agosto scorso Scholz ha chiarito la sua visione dell’Europa. Ha affermato infatti che interesse nazionale tedesco sarebbe quello di unire tutti i paesi ad est. Di fatto, afferma Fabbrini, questo supererebbe l’Unione verso un associazione di carattere internazionale di fatto confederale finalizzata alla centralità germanica senza condizionamenti. Insomma: bye bye Unione.
Il nostro afferma, bontà sua, che tutto ciò è contrario ai nostri interessi nazionali e che per questi motivi dovremmo allearci con Francia, che vuole una Unione politica, e Spagna.
Dunque anche Fabbrini ritiene superata l’Unione?
Sta di fatto che il caos è massimo e gli unici che sembrano avere le idee chiare sono gli americani contro la Russia, l’Europa e la Germania in particolare. E la Germania che, letteralmente sotto tiro (vedi i sabotaggi dei gasdotti), cerca una via solitaria per tutelare i propri interessi. Cosa tutt’altro che facile.
Ad esempio, gli Stati dell’est sono ormai quasi tutti filo americani. Ancora una volta dunque la Germania si trova al centro del guazzabuglio europeo.
Nel medesimo numero del Sole si trova anche un’intervista a Tronchetti Provera, il quale afferma che le imprese italiane stanno perdendo contratti perché siamo, guarda caso, in una crisi asimmetrica che non colpisce gli Usa e l’Asia ma solo l’Europa.
Tronchetti Provera affronta anche il tema dello stato sociale in decrescita affermando che: “solo la sua difesa consente di mantenere la continuità della democrazia”. Un altro che casca dal pero: tutto ciò si verifica da quando siamo entrati nell’Unione e nell’euro.
Come si vede salgono alti lai e recriminazioni contro questo e quello. C’è l’esigenza di una risposta europea, ma nel contempo appare impossibile. Anzi si sta andando da tutt’altra parte. Se in passato le crisi del 2008 e covid hanno portato ad interventi nel segno del “PiùEuropa” quali il QE e il PNRR, ora l’Unione di Bruxelles, per tenere insieme i pezzi vara la svolta bellicista; vedi la recente assurda mozione che definisce la Russia terrorista. Così, al contrario, le crepe si allargano.
Nonostante tutto ciò in Italia abbiamo il governo più filoamericano della storia della Repubblica e, dunque, in questo momento, il più antinazionale!
Siamo in un Mondo Nuovo come scrive Limes. Servono idee nuove.
Poiché, così continuando, rischiamo di finire come Casamicciola. Tante errori, tante avvisaglie, tanti avvertimenti, …….. poi una frana disastrosa e mortifera!
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