IL PATERNALISMO LIBERISTA, UNA MODERNA EUGENETICA
di DAVIDE VISIGALLI
“Gli Umani hanno bisogno di aiuto per prendere le decisioni giuste
La fiducia nell’uomo perfettamente razionale, nell’ottica della scuola di economia di Chicago, è strettamente collegata con un’ideologia secondo la quale non è necessario ed è addirittura immorale difendere le persone dalle loro scelte.
L’assunto secondo il quale gli agenti sarebbero razionali costituisce il fondamento teorico dell’approccio liberista alla politica pubblica. Le politiche liberiste sono ulteriormente incoraggiate dall’ammirazione per l’efficienza con cui i mercati allocano beni alle persone che sono disposti a pagarli di più.
In una nazione di Econ (agenti razionali), il governo dovrebbe starsene da parte per permettere loro di agire come credono, purchè non danneggino il prossimo (ndr: l’ultima parte non è garantita).
Gli economisti comportamentali rifiutano l’estremismo del modello dell’agente razionale. Essi credono che la libertà abbia un costo e che questo costo sia sopportato dagli individui che fanno scelte cattive e da una società che si sente in dovere di aiutarli.
Nel paternalismo liberista (di Thaler e Sustein), allo Stato e altre istituzioni è consentito spingere le persone a prendere decisioni utili al loro interesse a lungo termine
Una caratteristica del paternalismo liberista è quella di fare appello a forze politicamente trasversali. “
Daniel Kahneman, Pensieri lenti e veloci.
Ecco, seppur si noti un tentativo di miglioramento di una teoria estremista e scorretta, la cura sembra peggio della malattia.
Il paternalismo liberista non ammette la fallacia della teoria degli agenti razionali, ma divide surrettiziamente l’umanità in pochi Econ e molti stupidi Umani.
Ne consegue che debbano governare i pochi Econ sulle masse di Umani per instradarne le scelte errate.
Da qui la selezione del merito.
Nè più nè meno di una moderna teoria eugenetica di suprematismo di una razza, questa volta cognitiva.
Aveva ragione Young nel suo The Rise of Meritocracy, altroché.
Ma rimango positivo. Forse tra 100 anni arriveranno a capire che la teoria afferma che in ognuno di noi alberga sia un Econ che un Umano e che le scelte per definirsi giuste devono rispecchiare il più possibile gli interessi di ciascun individuo, che non sono gli stessi.
E che l’unico modo di garantirli è uno Stato dove la partecipazione e la rappresentanza siano davvero garantite
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