Billi
Quando sente il rumore del cancello che si apre arriva di gran carriera, mi fissa con i suoi due occhioni neri e abbaia in segno di saluto. Saluto che non esito a contraccambiare. Vuole un po' di coccole, Billi. E ormai ho capito come si fanno le coccole ai cani.
Gli accarezzo la testa, gli gratto la nuca, vicino all'attaccatura delle orecchie e poi gli gratto il collo. Lui si allunga verso la mano, mugugna dal piacere, abbandonandosi alle mie attenzioni. E mentre emette quei suoni di compiacimento si mette nella posizione esatta dove vuole essere grattato. Scarto millimetrico. Billi è precisino.
Le attenzioni reciproche devono essere intense ma limitate nel tempo. Nessuno di noi si sbraca con atteggiamenti di eccessiva effusione: lui non si è mai messo a schiena in giù e gambe all'aria per farsi accarezzare, ed io non gli ho mai sussurrato frasi melense. Assomigliamo un poco a quei Russi grandi e grossi che si baciano sulla bocca per salutarsi: nessun indulgere in azioni che servono solo a cementare i propri rapporti sociali. Il rispetto, dopo tutto, è un fatto di reciproca convenienza. Una volta che viene messo in moto, si scopre così che l'affetto non è poi molto diverso.
Questi nostri asciutti saluti non devono quindi durare molto. Tempo una manciata di secondi e uno o l'altro decide che è abbastanza, ed ognuno se ne va per la propria strada con quel minimo di serenità in più che le coccole tipicamente garantiscono. Non a caso esiste la Pet Therapy, che è un sistema relazionale sano che si contrappone a quello ormai putrefatto cui tutti noi siamo abituati ad obbedire: le relazioni non hanno nulla a che vedere con i soldi e non hanno altro scopo che garantirci un po' di pace e serenità attraverso il sostegno reciproco. Solo piante ed animali sanno adottare naturalmente questa visione della vita ed aderirvi senza riserve. Gli umani tipicamente hanno ben altro per la testa, come ad esempio sforzarsi di trovare ogni possibile anglicismo.
A seguito di quelle incredibili macchinazioni astrali che alle volte ci fanno vedere un barlume di saggezza nel destino, succede poi che la Regione Veneto abbia solennemente dichiarato come tale terapia “non essendo attività con valenza di tipo terapeutico, non è necessaria una specifica prescrizione medica”. [1] A volere spaccare il capello in quattro verrebbe da chiedersi com'è che una therapy non è una “attività con valenza di tipo terapeutico”. Forse esiste un problema di traduzione, e therapy non è terapia così come cool non è cul.
Comunque sia nel Veneto si può volere bene ad un animale e trarne reciproco giovamento senza necessità di produrre o richiedere certificazioni di sorta. Pazzesco. Per una volta tanto non serve lo specialista [2] e ci possiamo arrangiare da soli. Il futurologo Roberto Vacca potrebbe intravvedere un possibile ritorno ai secoli bui del Medioevo da questa mancanza di adeguata regolamentazione. Mi chiedo però cosa succeda nelle altre Regioni quando si accarezza un cane: viene richiesta adeguata certificazione?
Insomma io e Billi siamo ancora liberi di scambiarci due coccole senza dovere argomentare con chicchessia relativamente a motivi e opportunità di queste nostre consuetudini. Alla fine Billi se ne va sculettando per la sua strada mentre io mi avvio verso il piatto di pasta che mi sta aspettando.
Quando era cucciolo Billi era un cane molto vivace che amava mordere non poco per gioco. Una via di mezzo tra sapere di potere fare male ed il volerlo fare. Gli lanciavo il bastone e lui me lo riportava e se tentavo di toglierlo dalla bocca iniziava una lotta furibonda su chi avesse il diritto di possesso. La questione diventava una faccenda personale tra me e lui, e la mia mano aveva una dura discussione con i suoi denti. Faceva male e ridere allo stesso tempo, perchè i cani non si dimenticano che la vita è una lotta ed è un gioco al tempo stesso. E ce lo ricordano continuamente.
Gli anni passano anche per i cani, e così da cucciolo giocoso e mordace Billi è diventato uno splendido esemplare di bastardo adulto di taglia media: zampe corte, corpo allungato, pelo un po' lungo di colore chiaro e quella splendida verve da “state attenti che qui il cane sono io!”
Il suo incedere baldanzoso e sculettante lascia poca speranza ad altre interpretazioni: non c'è stata volta che io l'abbia visto con la coda in mezzo alle gambe o con le orecchie basse per la preoccupazione. E' il naturale controllore dello spazio (anche aereo) assegnatogli, e lo fa con solerzia e dedizione. Ne sa qualcosa l'elicottero radiocomandato che avevo regalato a mio figlio un paio di anni fa. Sfuggito al controllo del piccolo, atterrò maldestramente nel territorio di Billi, e finì sbranato. Fu una scena agghiacciante con noi che dalla terrazza dopo aver tentato di far volare il trabiccolo urlavamo al cane di lasciare stare, di non farlo. Niente da fare, purtroppo. La caccia all'intruso volante ebbe fine solo dopo che fu riuscito a farlo a pezzi.
Una cosa che Billi ama è mettere il muso nella manica della mia giacca. Penso sia per via dell'afrore che scende dalle ascelle, ma sono aperto ad altre interpretazioni.
La parola magica che lo fa andare in visibilio è il mio “tien quà”, che prelude al lancio di qualche avanzo di carne: zompetta felice osservandomi felice mentre abbassa il culo, spostando il proprio baricentro e le proprie orecchie verso dietro. Abbaia e mugugna per comunicarmi la sua incontenibile felicità.
Sarà per le coccole che ci facciamo, sarà per il lancio di pezzi di carne, fatto sta che alla fine anche una scorza d'acciaio come Billi dopo molti anni ha ceduto, e alla fine (ma solo recentemente) mi ha leccato la mano. Appena appena, s'intende, ma non ho potuto evitare di notarlo. L'omone Russo si è lasciato andare. Anche troppo alle volte, tanto che le mie carezze gli causano un'imbarazzante (per me) erezione.
L'unica vera scocciatura di tutta questa storia è che per accarezzarlo devo scavalcare con il braccio la rete, e che per raggiungere la mia mano Billi deve allungarsi poggiando le sue zampe anteriori sulla rete medesima. Ormai l'avete capito: Billi è il cane dei miei vicini.
[1] Estratto dalle Linee Guida Regionali relative agli interventi assistiti dagli animali D.G.R.V. n. 4130 del 19/12/2006 e della Legge Regionale del Veneto n. 3 del 3/01/2005
Fai clic per accedere a Manuale_Operativo_Regionale.pdf
[2] https://www.appelloalpopolo.it/?p=7699
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