Irrompe la realtà: tempo di profonde ‘reviewed’
di Alessandro Bolzonello
Siamo nel pieno della reviewed (‘revisione’): aumento della tassazione, pensioni dilazionate, disoccupazione, riduzione dei consumi. E siamo all’inizio.
A cascata, tutti gli ambiti della vita, da quella sociale a quella individuale, sono coinvolti da iniziative di ‘revisione’, tutte finalizzate a controllare e ridurre la spesa.
Abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità, sperperando per decenni, ignorando e negando la realtà nonostante i frequenti segnali di insostenibilità. Ora, infranta l’illusione, la realtà ha preso il sopravvento: il ‘pompiere/commissario’ Monti attua il riposizionamento delle politiche e delle regole, fino ad intaccare gli stili di vita, sia di coloro che svolgono funzioni istituzionali, pubbliche e private, sia di coloro che vivono e agiscono nella normalità della quotidianità.
Sotto i colpi della ‘necessità’ – non per lungimiranza – è stata aperta una nuova frontiera, avviata da una operazione verità e dalla necessaria ‘pulizia’. Le parole d’ordine sono ‘efficientamento’, ‘ottimizzazione’ e ‘razionalizzazione’.
Ma non basta.
Riposizionarsi significa fare un passo indietro, difendersi della realtà incombente, correre ai ripari, evitare di essere travolti: semplici ‘sacchi di sabbia apposti su fragili argini’ utili per affrontare l’emergenza ma non per risolvere il problema. Si impone l’esigenza di individuare nuove modalità di contenimento della realtà, soluzioni diverse da quelle tradizionali. Fare riferimento a ‘come si è sempre fatto’ ha perso valore. Non serve più.
È necessario interpretare l’emergente in modo inedito.
La crisi non è solo un tratto della congiuntura economica; CRISI – come afferma il suo etimo – è il momento che separa una maniera di essere da un’altra diversa. Questa crisi è profonda, intacca ben oltre la superficie degli equilibri in essere, scuote e rompe gli schemi e le strutture concettuali, implicite ed esplicite. Sotto le sue sollecitazioni risultano inconcludenti le tradizionali strategie di risposta, obsoleti i suoi attori, inefficaci i percorsi di formazione e di selezione della classe dirigente.
Non funziona più nulla. Ecco il dilagare dell’esigenza di rinnovamento, di cambiamento ed anche la fortuna del concetto di ‘rottamazione’.
Sono chiari segnali dell’apertura di una nuova epoca: urge trovare nuove soluzioni e nuove persone per affrontare l’emergente.
Pubblicato su Invito a …
Foto: Crisi?
Alessandro,
condivido. Però vorrei evitare un equivoco. Esiste una crisi di gran parte delle economie della triade. Chiamiamola crisi generale (pur sapendo che riguarda soltanto una parte dei paesi della triade; altre nazioni ne subiscono eventualmente gli effetti indirettamente). Però in europa, eventualmente all'interno della crisi generale, esistono crisi generate dall'Unione europea. Il 25% di disoccupazione ufficiale sta solo in Grecia e in Spagna; e non perché sono lavativi o sono vissuti al di sopra dei propri mezzi più degli altri. Bensì perché hanno liberalizzato la circolazione dei capitali, indebitandosi in misura che non avevano mai raggiunta quando controllavano (come tutti gli stati) la bilancia dei pagamenti mediante una disciplina della circolazione dei capitali. In più si sono indebitati in moneta straniera (comune al creditore) e quindi i debiti nemmeno si svalutano. E sono privi di tutti gli strumenti per uscire dalla crisi specifica (quella generata dalla UE). Insomma l'UE, che genera rischi di guerre civili (Spagna) ha già massacrato una nazione (Grecia), creato disparità tra Italia e Francia da un lato e Germania dall'altro, a un livello mai raggiunto prima, e procede verso il massacro di altre nazioni (per questa ragione imploderà e nella migliore delle ipotesi si tornerà al mercato comune con un accordo di tutti o quasi tutti gli stati). Infine l'Italia si trova in un'ulteriore crisi, non strettamente economica (dunque crisi doppiamente speciale) della quale ho parlato molte volte.
Non ho mai vissuto al di sopra delle mie possibilita'….mio malgrado… :)
Credo credo che molti altri come me avrebbero da ridire su questo luogo comune.