E’ mutato lo scenario in Siria: Jabhat al-Nusra
Stefano D’Andrea
Fino ad ora credevamo che lo Stato siriano fosse stato attaccato da stranieri che avevano combattuto in Libia contro Gheddafi e da mercenari armati dal Qatar e dalle monarchie petrolifere e sostenuti dagli Stati Uniti e dalla Turchia (e in genere dalla NATO). Nei video realizzati dai ribelli questi ultimi apparivano e volontariamente si presentavano come mostri: tagliatori di teste; sodomizzatori; crudeli che terrorizzano la popolazione. Lo Stato siriano aveva tutto l’interesse di mostrare il quadro che i terroristi dipingevano di sé stessi e di chiarire che erano potentemente drogati e avanzi di galera. E nonostante ciò, per gli Stati Uniti e gli Stati occidentali i ribelli erano eroi liberatori.
Tuttavia, a poco a poco, andava rafforzandosi un gruppo islamista completamente diverso. Erano gli uomini pii, i religiosi combattenti che abbiamo visto in azione in Iraq, dove hanno mantenuto alcune (non irrilevanti) posizioni ; e in Afghanistan, dove, assieme ai Talebani, controllano il territorio. Il nome questa volta è Jabhat al-Nusra (o Nusrah). Jabhat al-Nusra e solo Jabhat al-Nusra è Al Qaeda in Siria. E come in Afghanistan e in Iraq, Al Qaeda non è alleata degli Stati Uniti. Infatti, mentre tutti gli altri ribelli, secondo i vertici politici e militari degli Stati Uniti, sono "combattenti per la libertà", gli uomini di Al Qaeda in Siria sono stati prontamente inseriti dagli Stati Uniti nella lista nera dei gruppi terroristici.
Peraltro, la popolazione che appoggia Jabhat al-Nusra e le altre formazioni ribelli sostengono che Jabhat al-Nusra è una formazione di patrioti. Il Foglio ha dedicato al gruppo islamista un interessante articolo, dove si legge: “Gli aneddoti raccolti fra i ribelli insistono sulle stesse caratteristiche-base. Jabhat al Nusra ha sbloccato lo stallo militare perché non ha paura di morire, incute terrore, gira con gli occhi cerchiati di kajal, gli abiti scuri, la barba e i capelli lunghi in cerca continua di nuove incursioni contro Assad: “Eravamo in scacco, non riuscivamo a liberarci della base dei soldati del governo, avevamo finito le munizioni, poi sono arrivati loro, hanno parcheggiato un camion bomba, hanno sbriciolato il loro muro di cinta e quelli il giorno dopo se ne sono andati”. “E’ difficile catturare i checkpoint e le basi del governo, sono posti ben difesi, fortificati, ci sono i carri armati, ma Jabhat al Nusra attacca con missioni suicide e autobomba e apre la strada agli altri”. L’ideologia islamista e il fanatismo per il martirio del gruppo spiegano parte del successo in guerra. Altre ragioni del suo essere tremendamente efficace: è formato in gran parte da veterani di altre guerriglie – molti hanno combattuto in Iraq contro gli americani – e attira finanziamenti generosi da alcuni portafogli non meglio specificati del Golfo (questo della “Golden chain”, la catena d’oro che manda soldi ai talebani, ad al Qaida e ad altri gruppi, è un tema che ricorre in tutte le guerriglie islamiste dall’11 settembre in poi)… Hanno anche ottima intelligence: sono riusciti ad arrivare dentro il palazzo dello stato maggiore nel centro di Damasco con una missione suicida, a settembre, e la settimana scorsa hanno fatto esplodere tre bombe al ministero dell’Interno, forse hanno ferito lo stesso ministro” .
Jabhat al-Nusra non terrorizza la popolazione ma ne conquista il consenso, come mostrano molti video. Ne offro in visione due:
Si tratta di guerrieri straordinari, che si è portati a credere esistano soltanto nella favole, nei giochi di bambini, nei film d’avventura e nei video-giochi. La calma che mostrano in questo video (si può partire dall’inizio del secondo minuto), mentre sono sotto attacco e in parte esposti è quasi affascinante; l’opposto dell’agitazione dei soldati statunitensi osservati in più occasione durante la guerra irachena.
Gli uomini di Al Qaeda si immolano, schiantandosi, con attacchi suicidi, contro le basi dell’esercito di Assad. In questo modo riescono ad attaccare e ad avanzare. Essi sono sempre all’attacco:
Più durerà la guerra e più Jabhat al-Nusra acquisirà consenso. Nella condizione storica che si trova a vivere la Siria, se un uomo è puro, serio, coraggioso, coerente fino all’estremo sacrificio, generoso, nobile, allora conquista il consenso. Sono certo che prima o poi Jabhat al-Nusra attaccherà anche i mostri drogati torturatori e mercenari, che per lungo tempo hanno imposto di tifare per Assad.
In ogni caso, ormai, e invero da qualche mese, le parti che hanno la dignità per poter vincere sono due. I nemici di Assad non sono più (solo) mostri drogati e avanzi di galera, Stati Uniti e monarchie del golfo. Adesso il nemico di Assad è Al Qaeda (che non è composta dai mercenari che hanno combattuto in Libia e simili), la quale è nemica anche degli Stati Uniti, qualsiasi cosa ne pensino tanti contro-informati che di questa materia non hanno mai capito nulla. E Al Qaeda conquisterà il cuore della parte islamista o solo fortemente islamica del popolo siriano. Questa parte politica ha subito una dittatura. Questo è un fatto. Si può parteggiare per la dittatura di Assad, perché laica. Ma non si può disconoscere il diritto di ribellarsi alla dittatura a una parte considerevole del popolo siriano. Vinca il migliore, dunque, e perdano gli Stati Uniti.
Stefano D'Andrea si sta avvicinando a una prospettiva equilibrata sul conflitto siriano: ogni nemico degli Stati Uniti d'America è nostro amico. Si è buttato alle spalle i cincischiamenti sui diritti umani e gli manca solo di lasciar cadere quelli sulle dittature cattive.
Stefano precorre i tempi: coll'avvicinarsi del caso serio la chiacchera eterna del liberalismo lascia trasparire il suo vuoto (si guardi all'attuale campagna elettorale), e i giochi politici vengono o verranno presto polarizzandosi attorno alla logica – elementare e quindi atta a plasmare le masse in unità di spirito – dell'amico-nemico.
"Scrivete con il sangue, e scoprirete che il sangue è spirito" (F. Nietzsche)
"Sono certo che prima o poi Jabhat al-Nusra attaccherà anche i mostri drogati torturatori e mercenari, che per lungo tempo hanno imposto di tifare per Assad."
E' vero quei figli di puttana di J. al-Nusra sono degli eroi che si scandalizzano a tagliare teste… Si, si combattono proprio come prescrive il Profeta (pbsl).
Articolista è indegno il tuo elogio di questi mostri che hanno il vero nemico a poche centinaia di Km (Israele) ed invece cosa fanno? Distruggono l'unico paese, insieme a l'Iran, antisionista: complimenti!!!
"Gli arabi sono talmente stupidi che non si accorgono nemmeno che gli usiamo" Ariel Sharon
Per concludere vorrei vedere l'ateo-comunista-infedele che ha scritto l'articolo sotto le grinfie dei suoi eroi di Jabat al-Nusra.
Tommaso,
non c'è alcun elogio. Sono guerrieri. Invero non ho visto ancora tagliare le teste a JAN. Ma gli afghani lo fanno. Ho visto molti filmati in cui procedevano ad esecuzioni sommarie di militari o miliziani del governo. E se leggi i commenti agli articoli di Gabriele Del Grande scoprirai che io non tifo per loro.
Però non hanno nulla a che fare con Israele, con gli Usa e con l'emiro del Qatar. Questa è una delle affermazioni che trovi nell'articolo. L'altra è che non sono mercenari ma internazionalisti che si recano a proprie spese in Siria (ma anche altrove) sapendo che molto probabilmente troveranno la morte. E sono tutti disposti ad immolarsi. Prima che intervenissero loro non c'erano uomini bomba tra i ribelli, anche tra quelli nazionali, che non sono mercenari.
Io non credo che in guerra combattano i buoni contro i cattivi. Non credo che un esercito torturi più degli altri. I ribelli hanno scelto di combattere dentro le città, perché solo così potevano resistere e attaccare e preservare alcune posizioni. Ciò però comporta che il Governo bombardi i quartieri. Non erano cattivi gli statunitensi quando si comportavano così in Iraq. E non è cattivo Assad adesso.
Loro non sono antisionisti e basta, come noi. Loro combattono per una loro causa, quella del Jihad, che è diversa da quella dei ribelli siriani, che combattono per una loro siria, diversa da quella che c'è adesso. Alla fine JAN si scontrerà, non solo con i mercenari, bensì anche con i ribelli nazionalisti. Se la rivoluzione vincesse subito, allora JAN avrebbe ben poche possibilità. Ma se vincerà tra tre o quattro anni, JAN avrà convertito moltissimi sunniti alla causa del Jihad. E' già successo in Iraq, dove la resistenza saddamista nel 2007 dovette "allearsi" (venire a patti) con gli stati uniti per colpire Alm Qaida che diveniva sempre più forte, e formare i "consigli del risveglio". Come vedi Al Qaida ha combattuto anche al fianco della resistenza saddamista (/sostenuta o appoggiata dalla siria). Però combattevano anche contro gli sciiti, erano dispost a gettare il paese nel caos e a combattere per trenta anni per edificare l'emirato. E in una zona non piccola dell'raq lo hanno in certo senso edificato.
Talvolta bisogna saper descrivere e distinguere. Non capire che in campo c'è un terzo soggetto a che serve? Non capire che per le armi che hanno, per la potenza militare, per la capacità di immolarsi sono tutta un'altra pasta e conquisteranno il consenso dei giovani (hai notato che nel filmato – ma ce ne sono altri – erano tutti ragazzi?) a che serve?