Comunità economica europea e Unione europea
Stefano D'Andrea
L’Unione europea sta rivelando anche agli ingenui e ai religiosi europeisti il suo vero volto. Lungi dall’essere la continuazione della Comunità economica europea ne è la negazione. Il mercato unico non è lo sviluppo del mercato comune ne è l’opposto.
Un’unica moneta di nessuno non è uno sviluppo rispetto a tante monete nazionali. La pluralità è la negazione dell’unità. Le monete europee erano degli stati. L’euro non appartiene ad alcuno stato e ad alcun popolo.
La Comunità economica europea portò la pace o almeno è esistita in un periodo di pace. Gli Stati membri dell’Unione europea hanno mosso molte guerre di aggressione, in Europa e fuori: Serbia, Somalia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Mali.
Nel periodo di esistenza della Comunità economica europea l’Italia ha avuto prosperità, lavoro, una certa giustizia, serietà, successi e mobilità sociale. L’Unione europea ha portato una grave recessione, il peggioramento della classe dirigente, minore prosperità, ancor meno giustizia, fine della mobilità sociale. L’Unione europea ha condotto uno stato europeo al collasso (Grecia) ed ha aperto ad un altro lo scenario della guerra civile (Spagna).
Nella Comunità europea entravano meno stranieri ma alla fine avevamo sconfitto l’emigrazione. Nell’Unione europea entrano più stranieri ma aumentano gli italiani, i greci, gli spagnoli, i portoghesi che sentono di voler emigrare.
Alla resa dei conti, il giudizio sul “mercato comune” (la Comunità economica europea) sotto parecchi profili deve essere positivo (sotto altri è negativo). Invece, il mercato unico (l’Unione europea) si è rivelato mortale per gli stati del sud Europa.
E’ giunto il tempo di riflettere sul fatto che, nel tempo, il termine “Europa” ha designato due realtà diverse ed opposte: la Comunità economica europea e l’Unione europea – il mercato comune e il mercato unico. La seconda realtà è nata per estinguerci e ci sta massacrando.
Il mercato comune-unione europea è sempre stato un processo di fusione dei satelliti statunitensi sotto l'egida della potenza dominante. Finché il capitalismo statunitense ha funzionato la periferia dell'impero ne ha condiviso la ricchezza; adesso ne condivide la decadenza.
Centrale non è tanto il passaggio dal MEC alla UE; centrale è la trasformazione del capitalismo anglosassone che è sempre stato il referente di partenza e di arrivo del discorso europeista (occidentale, in contrapposizione al suo omologo speculare del COMECON).
Però mi sembra tutto troppo semplicistico e comunque stiamo parlando di contesti molto diversi tra loro. Come italiani abbiamo prosperato quando eravamo la periferia del mondo occidentale e non c'era nulla più in là perché la cortina di ferro e la Cina erano impenetrabili. Adesso invece siamo una via di mezzo, non abbastanza organizzati da reggere il passo dei migliori e non abbastanza malridotti per avere stipendi competitivi. Sicuramente la UE ci ha dato una "mano" in questo, ma siamo stati ben felici di accettarla a quanto pare.