In 3 sorsi – Siamo in un anno elettorale importante anche in Georgia: il 26 ottobre infatti i cittadini georgiani saranno chiamati a recarsi alle urne per rinnovare il Parlamento. La Presidente Salomé Zourabichvili ha definito questa tornata elettorale come un referendum tra una Georgia europea e un ritorno al passato russo e il dibattito attuale si sta sviluppando intorno a quale sarà la scelta dei cittadini e alle conseguenze politiche.
1. IL CLIMA POLITICO: IL PAESE AL BIVIO
La Georgia si sta avvicinando a un appuntamento di importanza cruciale per il futuro del Paese. Il 26 ottobre si terranno le elezioni per il rinnovo dei 150 seggi parlamentari, sancendo la fine di una legislatura che ha dovuto affrontare numerose tensioni destabilizzanti sul piano interno e internazionale. La Georgia è attualmente reduce dalla recente ondata di malcontento che si è riversata nelle piazze del Paese in seguito all’approvazione del disegno di legge sugli agenti stranieri.
Le manifestazioni hanno costituito il culmine di una fase di tensione che per tutta la durata della legislatura si è mantenuta costante tra le tendenze europeiste di gran parte della società e il Governo che cerca invece di mantenere il Paese intorno al pivot russo. Lo schieramento che guarda all’Europa vede la sua guida istituzionale nella Presidente Zourabichvili, in opposizione al suo ex partito di appartenenza, Sogno Georgiano, che un anno fa ha tentato di avviare un procedimento di impeachment contro di lei (e che ha di recente annunciato l’intenzione di ripercorrere questa via).
Sul fronte internazionale, la Georgia ha dovuto fare i conti con eventi che hanno profondamente alterato gli equilibri regionali e globali, dalla guerra in Ucraina alla riaccensione del conflitto nel Nagorno-Karabakh. L’appuntamento di fine ottobre sarà fondamentale per stabilire in quale campo il Paese intende scendere e il ruolo che assumerà all’interno delle nuove dinamiche geopolitiche.
Fig. 1 – La Presidente della Georgia Salome Zourabichvili insieme a Ursula von der Leyen a Bruxelles, 2 ottobre 2024
2. PARTITI E COALIZIONI
Attualmente il partito che detiene la maggioranza in Parlamento è Sogno Georgiano, con 90 seggi e punta al quarto mandato consecutivo. Il partito, saldamente al potere dal 2012, si caratterizza per l’ambiguità dei suoi punti programmatici. Formalmente europeista e atlantista, da quando è al potere ha in realtà sempre cercato di ostacolare il percorso di avvicinamento all’Europa, mostrando una chiara propensione verso la Russia e riducendo, di fatto, le possibilità di aderire all’Unione Europea.
Il principale partito di opposizione è il Movimento Nazionale Unito, protagonista del cambio radicale avvenuto con la Rivoluzione delle rose del 2003 guidata da Mikheil Saakashvili, tuttora in carcere dal 2021 con l’accusa di abuso di potere. Ha guidato il Governo fino al 2012, in un periodo caratterizzato dalla delicata transizione democratica del Paese e dalla guerra con la Russia del 2008.
Alle elezioni di ottobre si presenterà in coalizione con Strategia Aghmashenebeli, guidato dall’ex funzionario di MNU Giorgi Vashadze, un piccolo partito che alle ultime elezioni ha ottenuto 4 seggi. Altri partiti di opposizione a Sogno georgiano si sono rifiutati di creare un fronte comune con l’MNU, nonostante l’appello lanciato dalla stessa Presidente Zourabichvili di allearsi intorno alla Carta georgiana per l’Europa, un cammino programmatico per condurre il Paese in una dimensione europea.
La maggioranza dei piccoli partiti di opposizione fanno parte dell’MNU, tra questi Georgia europea, Ahali (“Nuovo” in georgiano), Droa!, Girchi-Più libertà e Lelo per la Georgia. L’attuale sistema elettorale prevede un proporzionale puro con una soglia del 5%: coalizzarsi è pertanto fondamentale per poter raggiungere il numero necessario per sedersi in Parlamento.
Ad oggi quindi abbiamo un Partito al Governo che nonostante una decisa perdita di consensi rispetto al 2020 rimane stabile al 32,4% secondo i sondaggi, e un principale partito di opposizione che non riesce a recuperare la forte posizione di un tempo, con una proiezione del 12%, più una serie di piccoli partiti satellite che si stanno unendo per acquisire la forza necessario e garantirsi l’accesso in Parlamento.
Fig. 2 – L’attuale Primo Ministro Irakli Kobakhidze (a sinistra) insieme al suo “boss” politico Bidzina Ivanishvili, miliardario e fondatore del partito al potere Sogno Georgiano
3. PROSPETTIVE FUTURE
Le imminenti elezioni sono fondamentali per stabilire quale sarà la nuova direzione in politica estera di Tbilisi. Un’eventuale vittoria di Sogno Georgiano potrebbe consolidare i legami con Russia e Cina, intensificando i progetti infrastrutturali che la Georgia sta avviando nell’ambito della Belt and Road Initiative (come la costruzione del porto di Anaklia sul Mar Nero, per il 49% di proprietà cinese).
Nonostante il programma elettorale di Sogno Georgiano preveda di mantenere il Paese nell’asse euro-atlantico, negli ultimi anni le relazioni con le potenze occidentali si sono deteriorate drasticamente. Di conseguenza lo scenario più probabile prevede un ulteriore stallo nel processo di adesione all’Unione Europea.
Se Sogno Georgiano dovesse confermare la maggioranza, il rischio è di ripetere una situazione simile a quella avvenuta in Ucraina nel 2014 con l’Euromaidan. Una parte consistente della società civile, appoggiata da Europa e USA, è infatti ostile al partito di governo e intende andare avanti con il processo di integrazione europea.
Le mobilitazioni di massa degli ultimi mesi in seguito all’approvazione della legge sugli agenti stranieri potrebbero essere solo il preludio a una fase di protesta ancora più intensa. Al contrario, un successo dell’opposizione potrebbe portare a un’inversione di rotta, ma richiede la formazione di alleanze solide tra i partiti, mentre, nonostante l’ottimismo di Zourabichvili, l’opposizione appare ancora molto divisa.
Tuttavia ogni scenario è possibile, resta solo aspettare l’esito delle elezioni per vedere quale direzione prenderà il Paese.
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