Il perno del nuovo ordine globale: il denaro digitale
DA LA FIONDA (Di Fabrizio Russo)
La versione odierna della battaglia “dell’oro digitale” – quella delle Criptovalute per intenderci – contro regimi di potere che, superato il loro periodo migliore, sono ormai in via di declino è, a ben vedere, un film già visto. Dite che questo è solo un esercizio di esegesi storica? Errore: è, invece, probabilmente, uno snodo fondamentale per cercare di comprendere l’assetto verso il quale il nuovo ordine internazionale – ed il sistema economico-finanziario ad esso sotteso – si posizionerà, sfruttando l’esperienza storica di un passato non recentissimo ma neanche così remoto.
Un utile punto di partenza: Benjamin Strong. Questo signore fu primo governatore della Federal Reserve Bank di New York (1914-1928) e “diresse” (o forse meglio dire “dominò”) il Federal Reserve System durante i suoi anni primi formativi. Strong percepiva che il sistema monetario del tempo poteva essere un mezzo attraverso il quale USA avrebbero potuto assumere un ruolo internazionale centrale, pivotale. Ferocemente pro-Alleati durante la 1a guerra mondiale, Strong promosse – con successo – politiche monetarie che aiutarono efficacemente i medesimi a raccogliere, negli Stati Uniti, finanziamenti per la guerra.
Nei primi anni del ‘900, in particolare negli anni ’20, Benjamin Strong strinse poi accordi in tutto il mondo per far sì che i vari leader mondiali allineati (e spesso alleati) inviassero il loro oro negli Stati Uniti, sia per disporre di un “porto sicuro” sia per bilanciare i flussi di capitale, in modo da consolidare la sicurezza e la stabilità del sistema capitalistico globale dell’epoca, imperniato sul gold standard. Nello stesso periodo, in stretta collaborazione con Montagu Norman, governatore della Banca d’Inghilterra, Strong svolse un ruolo importante nel ripristino della stabilità monetaria europea. Dalla fine degli anni ’20, politici, banchieri e storici dell’economia hanno dibattuto in che misura la natura internazionalista delle politiche monetarie di Strong e altri “bias” della sua visione politica abbiano contribuito all’insorgenza e all’intensificazione della Grande Depressione negli USA e in Europa.
Col senno di poi, questo gioco di potere ha certamente messo gli Stati Uniti al centro di un sistema monetario – allora solo in fase embrionale – basato sulla moneta fiat, ovvero garantita esclusivamente dalla fiducia e reputazione dell’emittente. Questo sistema (e la sua reputazione) è stato costruito sulle spalle dei capitalisti industriali statunitensi, finanziato attraverso amicizie politiche internazionali e tramite la guerra: insomma da un lato conflitti sui mercati dei capitali e, dall’altro, combattimenti corpo a corpo alla baionetta. Una mossa particolarmente intelligente che ha progressivamente posto gli Stati Uniti – nello spirito della filosofia “da cosa nasce cosa” – al timone del sistema monetario globale nella configurazione che conosciamo oggi.
Con questi nuovi rimescolamenti (e cambiamento di pesi) sulla scacchiera internazionale – che ponevano gli USA al centro del nuovo sistema di ordine globale – le tensioni però aumentarono, sino a che (semplificando e saltando in vari passaggi) scoppiarono guerre a livello globale.
In questo contesto alcuni paesi sono rimasti nell’ombra, finanziandosi sui mercati internazionali per procura, mentre altri sono usciti dalle loro trincee (o tane) alzando la voce con pronunciamenti di indirizzo diverso rispetto all’opinione del Paese guida (o meglio “egemone”) del mondo occidentale, nella speranza di preservare le loro idee politiche su come dovevano essere concepite e realizzate le future strutture di potere. Mentre la rete di relazioni dirimeva e regolava i flussi di capitale mondiali, essa riordinava (e determinava) anche i detentori di potere e di denaro sparsi sul “tabellone” del “monopoli globale”.
Nel tempo, diversi paesi hanno però avanzato molteplici richieste al fine di ottenere la restituzione del loro oro, insomma di rientrarne nel pieno controllo fisico. Per quietare (o, meglio, ammansire) la situazione, il “Team Strong” ha compiuto molte visite all’estero e ha promesso di garantire che quell’oro (dei paesi richiedenti) sarebbe “senza se e senza ma” rimasto in mani sicure. Nei fatti, però, è successo raramente che gli Stati Uniti abbiano restituito il “capitale in oro” conferito dai paesi terzi ai soli fini di custodia, lasciando talvolta gli altri Paesi in difficoltà.
Dopo la morte di Strong (il 16-10-1928), nessuno conosceva i meccanismi interni del suo piano né i dettagli chiave della rete di relazioni dal medesimo intessuta. Neppure possedevano la sua profonda visione politica globale, oltre che i legami politici, per portare avanti ulteriormente il progetto che egli aveva realizzato. Senza l’abilità di Strong come “manovratore”, o in termini meno triviali “stratega”, i mercati finanziari mondiali e i suoi attori politici si sono trovati in una situazione precaria che ha portato – o, perlomeno, ha contribuito enormemente a portare – alla più grande devastazione economica sperimentata da tempo: la Grande Depressione.
Questa è stata un evento diverso da qualsiasi altro precedente: ha pervaso e contaminato i più reconditi angoli delle economie globali. Non ha lasciato “nulla di intentato” mentre viaggiava attraverso il mondo. Solo per concludersi, alla fine, in una grande guerra globale (la IIa guerra mondiale). La fine di 31 anni di potenza finanziaria, economica e militare, ha rimescolato le carte e preparato il tavolo per il nuovo regime monetario di Bretton Woods (conferenza tenutasi nel luglio 1944, guarda caso prima della fine ufficiale del conflitto, datata il 2-12-45 con il Giappone ed il 13 dicembre 1946 con la Germania), guidato da un sistema di ancoraggi valutari. Tutti i movimenti di denaro ora dipendevano dall’oro, nascosto in caveau all’interno dei confini degli Stati Uniti, mentre si opponevano anche però alle opinioni dei singoli e, soprattutto, al vincolo di realtà posto dal dilemma di Triffin.
Mentre la rabbia si placava e le tensioni si riducevano, la soluzione era pronta: era necessario un riallineamento affinché Bretton Woods potesse garantire nuovamente a tutte le parti in gioco l’accesso al finanziamento sui mercati, al “denaro che conta”. Il consiglio del “grande monopoli globale” era pronto per un altro round di “gioco” (ricordate l’accezione del termine anche nella espressione “giocare qualcuno”?). Nuovi leader, accordi e gerarchie di paesi compiacenti specifici per dare forma a un nuovo assetto regolamentare – e un diverso livello di comprensione – che avrebbe definito come si sarebbe svolto il gioco. Le regole di base stabilivano come avrebbe funzionato il nuovo sistema monetario.
Questa è però oggi una storia ormai “vecchia”: nel senso “assai consueta e scontata”! Suona, infatti, fin troppo familiare se la si collega al nostro attuale stato delle cose sullo scenario economico-finanziario internazionale e monetario: ancora una volta, ci troviamo – come allora – ad un punto di svolta sociale (negli USA, come nel resto del mondo quindi) centrale e determinante.
Intrappolati tra il denaro e l’avidità di alcuni uomini
Riflettere sul nostro passato evidenzia la rilevanza critica della comprensione di quali sia il valore e l’importanza degli asset monetari “sani”, quelli che conservano meglio il valore. Tali asset sono essenziali per avanzare verso un sistema monetario digitale che alimenti le nostre vite moderne, una transizione che richiede tempo e un completo cambiamento di pensiero/atteggiamento.
Sia i Re che le Pedine cercano di uniformarsi/impossessarsi delle nuove regole e di accedere ad una nuova base monetaria che fornirà potere e controllo per i prossimi 100 anni. I cittadini osservano e captano solo i flussi informativi, o meglio disinformativi, dei media mentre i principali attori politici – quelli che vogliono l’accesso alla base monetaria da cui deriva il potere ed il controllo economico – combattono a porte chiuse.
Da X (ex Twitter), a Meta (ex Facebook), Tiktok e Nostr, i “messaggi ufficiali” sono creati per le onde radio aperte di Internet. Ogni parte lancia meme e propaganda su ciascuna rete di notizie e sui social media, con l’intenzione di plasmare le menti della prossima generazione di leader. Qual è l’obiettivo? Proprio come nei primi anni del 1900, l’intenzione è quella di monopolizzare il libero mercato del denaro e del potere ad esso sotteso: le sorti dei paesi non sono decisi dai politici ma dai flussi di risparmio come la sorte di un arto – o di qualsiasi altra parte del corpo – è decisa dall’afflusso di sangue che lo ossigena.
“Un uomo ha generalmente due motivi per fare una cosa. Uno che suona bene, e uno vero.” – JP Morgan
Nel corso degli ultimi 20 anni le battaglie, specie quelle condotte dagli USA, sono diventate sempre più di natura informatica. Come risultato di questi conflitti, abbiamo visto Bitcoin muoversi come si muoveva l’oro nel passato. Abbiamo visto Bitcoin, Hashrate migrare dalla Cina agli Stati Uniti, dove “exchange” come Coinbase, Gemini e Kraken sono stati costruiti per alimentare il futuro del denaro, dei tassi, dei prestiti e del baratto via bit e byte sui nostri canali Internet.
La soluzione per “guidare” il prossimo nuovo ordine mondiale dovrebbe essere (ovvero “è”) quasi pronta
Le grandi banche, i tecnocrati, Wall Street e la classe politica USA (ma non solo USA) stanno (tutti) sgomitando per la loro versione di come il futuro dovrebbe essere raccontato. L’asticella della difficoltà continua a salire mentre lo slancio dei nostri nuovi mercati cambia. Il passaggio dalle armi e dall’esercito a un mondo di “bot” e attacchi DDOS ha richiesto tempo per fare il suo corso e trovare realizzazione. Ciò che è iniziato con le carte di credito e i progetti di ricerca tecnologica avanzata presso la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) statunitense nel 1958, ci ha portato oggi a Internet, ai protocolli ed ai mezzi (parziali) per trasferire denaro digitale tramite consenso.
Con l’ascesa dell’informazione e della tecnologia di consumo, ci siamo ritrovati in un ecosistema digitale con accesso o controllo del nostro denaro limitato. Questa nuova rivoluzione nell’era digitale ha lasciato il posto agli ideali industriali di libera iniziativa e libertà individuale in campo economico ed ha promosso un passaggio a un mondo più connesso ed “intelligente” (ma con meno privacy).
Mentre venivano gettate le fondamenta per un nuovo sistema finanziario digitale, le relazioni globali sono state infiltrate con l’emergere di nuovi attori, attraverso gli ideali dei nostri padri monetari del passato, Benjamin Strong (USA), Montagu Norman (Inghilterra), Hjalmar Schacht (Germania), Emile Moreau (Francia), verso nuove forme di intelligenza guidate da The Five Eyes (USA, UK, Canada, Australia, Nuova Zelanda).
Quando abbiamo attraversato il “precipizio” del XXI secolo, gli equilibri di potere sono cambiati. L’e-commerce e le piattaforme social hanno guidato l’attenzione di aziende e consumatori e nuovi strumenti per la ricerca psicologica sono divenuti necessari per tenere il passo. Da questo stato di necessità, è nata l’Intelligence Advanced Research Projects Activity (IARPA – 2007) per riprendere la strada da laddove si era fermata la DARPA.
Grazie al fatto che le popolazioni si stavano acclimatando, divenendo più sensibili all’idea della “scarsità digitale”, Bitcoin è cresciuto, in reputazione e prezzo, e si è diffuso rivestendo il ruolo del “cavallo più veloce” per inviare “denaro sicuro” sui binari di Internet che giornalmente percorriamo. Con lo slancio della gara che cambia pelle e regole di base, le nazioni sono tornate a combattere di nuovo. Portando i cittadini a indirizzare le accuse più infamanti a chiunque tenti di triangolare la loro posizione e la loro affiliazione.
A questo punto la scacchiera è pronta per far muovere i giocatori e bisognerebbe porsi alcune domande critiche. Le risposte determineranno la direzione verso la libertà o il declino verso le misure draconiane che – nel caso contrario – seguiranno:
- Quale Bitcoiner interpreta oggi il ruolo di Ben Strong?
- Quali sono gli influencer di Bitcoin: Norman, Schacht e Moreau?
- La conferenza “Digital Bretton Woods” ha avuto luogo? In caso contrario, quando e quali parti saranno invitate a partecipare?
Queste sono le chiavi private che decideranno il nostro futuro: il futuro del denaro, del potere e del controllo.
Nuovi termini e attori determineranno il prezzo di proprietà, servizi e “denari digitali” che saranno scambiati in modo che tutti possiamo effettuare transazioni in modo “civile”. Questa è una nuova storia con nuovi volti, tecnologie e strumenti. Tuttavia, è la stessa storia di denaro che ha attraversato, ed attraversa, la storia umana nei secoli. Una storia che si ripete all’unisono con la “quarta svolta” (The fourth turning) che detta i nostri tempi nei cicli storici che si susseguono. Insomma: Giambattista Vico docet! Del resto, il detto che “la storia non si ripete ma fa la rima” è suo figlio primigenie.
FONTE: https://www.lafionda.org/2024/11/05/il-perno-del-nuovo-ordine-globale-il-denaro-digitale/
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