USA 2024. Il vero sconfitto è Joe Biden. E con lui il gotha dei Democratici
di GIUBBE ROSSE (Canale Telegram)
USA2024. IL VERO SCONFITTO È JOE BIDEN. E CON LUI IL GOTHA DEI DEMOCRATICI
Mentre scriviamo, Associated Press ha proclamato ufficialmente Donald Trump 47° presidente degli Stati Uniti. La vittoria di Trump è stata più larga e più sonora di ogni previsione: non solo ha vinto con ampio margine in tutti gli stati considerati fino a ieri mattina in bilico. Mentre scriviamo, Trump ha anche cinque milioni di voti in più della sua avversaria nel voto popolare. Una vittoria schiacciante, che non ammette obiezioni.
Il vero sconfitto di queste elezioni non è, però, Kamala Harris, ma il suo principale, l’ormai ex presidente Joe Biden. Un sondaggio pubblicato ieri mattina da una testata tradizionalmente vicina al partito democratico come la CNN, ha rivelato che l’approvazione di Biden è oggi di appena il 41% a fronte di una disapprovazione del 58%. Numeri impietosi, che non lasciano margini di dubbio circa il fatto che la popolarità del presidente in carica è estremamente bassa anche tra le file dei suoi elettori. Kamala Harris ha pagato, prima ancora della sua inesperienza e del suo scarso appeal, proprio il fatto di essere la vice di Joe Biden, un presidente che gli americani associano alla perdita di potere d’acquisto, all’aumento dell’inflazione e del costo della vita, all’esplosione del debito federale (arrivato alla mostruosa cifra di 35 trilioni di debiti) e, non ultimo, a due guerre in cui gli Stati Uniti si trovano oggi pericolosamente implicati. Mentre i grandi network occidentali tacevano di fronte alle gaffe e ai sempre più imbarazzanti segni di declino cognitivo del presidente, la sua disapprovazione non faceva che salire. I segnali c’erano, per chiunque voleva leggerli. Il re era nudo, eppure, incredibilmente, nessuno aveva il coraggio di dirlo. Tanto che fino a inizio luglio lo stato maggiore democratico pensava seriamente che Joe Biden fosse il migliore candidato da opporre a un rivale che, nel frattempo, continuava a crescere nei consensi nonostante l’abituale linciaggio mediatico e i tentativi, sempre più scoperti, di metterlo fuori gioco per via giudiziaria. Ci è voluta la disastrosa performance di Biden nel dibattito televisivo alla CNN del 27 giugno scorso per suonare il campanello di allarme e convincere il gotha del partito democratico che non era il caso di puntare ancora una volta su Joe Biden. Ma, a quel punto, era troppo tardi per cercare un candidato vero. Serviva, piuttosto, una vittima sacrificale da mandare allo sbaraglio.
Ci sarà tempo per analizzare in quale misura abbiano pesato a favore di Trump l’appoggio di Elon Musk, oltre che di due democratici storici come Robert Francis Kennedy e Tulsi Gabbard. C’è da scommettere che i mainstream si accaniranno ora contro Kamala Harris evidenziandone limiti che, apparentemente, fino a ieri non vedevano o fingevano di non vedere. E che non esiteranno a spiegare il risultato con l’ignoranza dell’americano medio, il cui quoziente intellettivo aumenta e decresce magicamente di quattro in quattro anni a seconda dell’esito del voto. Eppure, basterebbe analizzare il comportamento di voto di latinos e neri per trarre indicazioni illuminanti sui veri responsabili della disfatta di stanotte: Joe Biden e la direzione del suo partito. Un partito che gli americani identificano oggi come espressione dell’élite finanziaria, sempre più lontano dai valori e dagli interessi dei lavoratori e delle fasce meno abbienti della società, che un tempo costituivano la sua base elettorale.
Fonte: https://t.me/rossobruni/45514
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