Durante la conferenza stampa di fine anno il presidente russo Vladimir Putin ha confermato che l’accordo di transito del gas naturale tra la Russia e l’Ucraina non verrà rinnovato: scadrà, come previsto, il prossimo 31 dicembre.
Nonostante la guerra, in questi anni l’accordo in questione ha continuato a garantire una certa quantità di gas russo all’Unione europea: Kiev, però, non ha intenzione di rinnovarlo.
COSA HA DETTO PUTIN
“Non ci sarà nessun contratto [di rinnovo, ndr], ormai è chiaro”, ha detto Putin. “Si pone la questione di cosa farne ora, ma non è un problema nostro” e Gazprom, cioè la società statale russa che ha il monopolio sull’esportazione di gas via tubi, “sopravviverà”.
Prima che invadesse l’Ucraina la Russia era nettamente la maggiore fornitrice di gas dell’Unione europea, ma da allora ha visto precipitare la sua quota di mercato nella regione, passata dal 40 per cento all’8 per cento (15 per cento se si considera anche il gas liquefatto). A guadagnarci sono stati soprattutto gli Stati Uniti, la Norvegia e il Qatar.
IL GAS RUSSO PER LA ROTTA UCRAINA
Attualmente l’Ucraina commercializza all’incirca 15 miliardi di metri cubi di gas russo all’anno a un gruppo di paesi europei.
La rotta passante per l’Ucraina, chiamata Urengoy-Pomary-Uzhgorod, risale all’epoca sovietica e viene – o per meglio dire veniva, tra pochi giorni – utilizzata per trasportare il gas estratto in Siberia alla Slovacchia, alla Repubblica ceca e all’Austria: questi tre paesi hanno avuto più difficoltà a sostituire il combustibile russo per ragioni geografiche, storiche e infrastrutturali. La Slovacchia, in particolare, sta cercando di negoziare un accordo alternativo per il trasporto del gas russo attraverso una serie di intermediari.
LE CONSEGUENZE
Il mancato rinnovo dell’accordo di transito tra Russia e Ucraina era atteso da tempo. L’opinione più diffusa tra gli analisti, quindi, è che potrebbe contribuire a un aumento dei prezzi europei del gas ma senza compromettere la sicurezza energetica del Vecchio continente, visto che paesi europei si sono dotati di infrastrutture per ricevere il combustibile liquefatto (Gnl). Lo scenario potrebbe però aggravarsi se l’inverno si rivelerà rigido.
Quanto alle ripercussioni sulla Russia, un’analisi su Carnegie Endowment spiegava che non esistono mercati equivalenti a quello europeo per il gas proveniente dal giacimento siberiano Yamal.
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