Tutti i passi della Germania per la protezione dell’alto mare
DA START MAGAZINE (Di Pierluigi Mennitti)

La Germania si prepara a compiere un passo decisivo nella tutela degli oceani, annunciando la volontà di aderire formalmente al nuovo accordo internazionale che punta a proteggere le acque oltre ogni giurisdizione nazionale. Con un disegno di legge approdato alla fine della scorsa settimana sul tavolo del Consiglio dei ministri, Berlino avvia l’iter per la ratifica interna del trattato Onu dedicato all’alto mare. Formalmente noto come “Accordo sulla conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina delle aree al di là della giurisdizione nazionale” (sigla inglese: BBNJ, Biodiversity Beyond National Jurisdiction), è un documento che apre la strada alla creazione di riserve oceaniche e introduce per la prima volta criteri ambientali uniformi in un territorio che finora è rimasto privo di regole condivise.
IL QUADRO INTERNAZIONALE
Nel 2023 più di 160 paesi hanno raggiunto un’intesa sul nuovo strumento giuridico delle Nazioni Unite, concepito per rendere possibile la definizione e la gestione di aree protette nelle zone oceaniche fuori da qualsiasi sovranità statale. Pur avendo già sottoscritto l’accordo, la Germania necessita ora di un passaggio legislativo per renderlo pienamente operativo sul piano nazionale. Il provvedimento del governo costituisce la premessa indispensabile affinché il Bundestag possa pronunciarsi sulla ratifica.
Il trattato stabilisce una cornice globale per regolamentare un’area immensa, considerata “di nessuno”, dove in passato non esistevano norme comuni per la tutela dell’ecosistema. L’obiettivo è arrivare a porre sotto protezione circa il 30% dell’alto mare, introducendo anche procedure di valutazione dell’impatto ambientale per attività che spaziano dalla pesca all’eventuale sfruttamento di risorse naturali. La logica di fondo è attribuire un perimetro giuridico a uno spazio che svolge un ruolo essenziale negli equilibri climatici ma che resta esposto a pressioni crescenti.
Il ministro dell’Ambiente, Carsten Schneider, ha evidenziato l’importanza di questo passo, ricordando come gli oceani rappresentino il più grande habitat del pianeta, responsabile della produzione di ossigeno e fonte primaria di approvvigionamento alimentare per milioni di persone. Ha inoltre richiamato l’attenzione sul deterioramento accelerato degli ambienti marini, minacciati da accumuli di plastica, sfruttamento intensivo delle risorse ittiche, contaminazioni chimiche e riscaldamento globale. Secondo il ministro, proprio per questo occorrono zone dove gli ecosistemi possano recuperare stabilità e resilienza.
POSIZIONI CRITICHE E RICHIESTE DELLE ONG
Nonostante l’impianto dell’accordo sia considerato da molti un passo avanti, alcune organizzazioni ambientaliste chiedono misure più stringenti. L’associazione tedesca Nabu, impegnata nella tutela della biodiversità, ha accolto con favore il divieto di nuove attività di estrazione di petrolio e gas nelle future aree protette, ma sottolinea che altre pratiche, come il prelievo di sabbia e ghiaia o il transito di rotte marittime, continueranno comunque a interessare zone delicate del patrimonio naturale oceanico.
Kim Detloff, responsabile del settore marino di Nabu, ha spiegato che per garantire una protezione reale sarebbe necessario estendere al mare il principio previsto dalla normativa europea sulla biodiversità, che riserva metà delle superfici protette esclusivamente alla natura. Secondo l’organizzazione, inoltre, la salvaguardia degli ambienti oceanici non dovrebbe più essere affrontata in modo frammentato, ma con una visione d’insieme che tenga conto del funzionamento complessivo degli ecosistemi. La mancanza di un approccio integrato in passato avrebbe contribuito, secondo Nabu, al progressivo deterioramento del Mare del Nord e del Mar Baltico, oggi considerati tra i bacini più vulnerabili.
Nel dibattito politico e scientifico la ratifica tedesca viene vista come un tassello necessario per dare forza al nuovo quadro internazionale. Con l’avvio dell’iter legislativo, Berlino si propone di allinearsi agli impegni multilaterali e di sostenere una governance globale degli oceani che, secondo gli esperti, diventerà sempre più centrale nei prossimi anni.
FONTE: https://www.startmag.it/mondo/germania-alto-mare/





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