E ora scopriamo che la FED è delle banche che salva
Marcello Foa da tempo sta scrivendo articoli importanti sul Il giornale, che pian piano gli stanno facendo scoprire il volto oscuro degli Stati Uniti e tante altre cose che per i lettori di questo sito sono ovvie. Per il momento siamo ancora alla sopresa: ma questo non è liberalismo! ma questo non è libero mercato! ma questa non è concorrenza tra soggetti in eguale posizione! Pur tuttavia, le analisi che Marcello Foa conduce e le scoperte che fa sono interessanti. Ed è importante che anche lettori, fedelmente legati al partito unico delle due coalizioni (corrente PDL), comincino a scoprire verità che ad essi erano ignote. L'alternativa che verrà, se e quando verrà, dovrà comportare la sottrazione dell'economia reale, comunque disciplinata, all'influenza dei mercati finanziari (le banche) e la eliminazione di ogni dipendenza, o condizionamento dell'ordinamento giuridico italiano da quello statunitense (SD'A).
di Marcello Foa
fonte Il giornale
Ma chi possiede davvero la Federal reserve ovvero la Banca centrale americana? La risposta sembra ovvia: dovrebbe essere un’istituzione pubblica, indipendente dal governo. E invece no: è privata e i suoi azionisti sono le principali banche americane. Sì, proprio quelle banche che la stessa Federal Reserve ha salvato un anno e mezzo fa, d’intesa con il Tesoro Usa, stampando vagonate di dollari e di Buoni del Tesoro, trascinando governi e Istituti centrali del mondo occidentale nella stessa direzione, con le conseguenze che oggi ben conosciamo ovvero l’esplosione dei debiti pubblici nei Paesi più progrediti.
E’ come se a controllare la Federazione degli arbitri fossero le squadre di calcio. Sorpresi? Eppure non è l’unica anomalia. Per capire che cosa sta avvenendo in questi giorni sui mercati ci si può limitare alle solite spiegazioni oppure chiedersi se all’origine di sommovimenti brutali e non sempre giustificati ci siano delle asimmetrie, delle falle di sistema, interessi lobbistici. Sia chiaro: non si tratta di scovare Grandi Fratelli, ma di capire come va il mondo e, dunque, in campo finanziario, come va l’America. Il responso non è affatto confortante. Il Paese che siamo stati abituati a considerare come un modello, mostra lacune sconcertanti per chi, seguendo i principi liberali, ritiene indispensabile la trasparenza delle regole e l’indipendenza assoluta di chi governa o stabilisce le regole. Purtroppo la crisi del 2008 sembra essere passata invano. Le tare emerse allora non sono state corrette. Anzi…
La Federal Reserve non è un attore imparziale e nemmeno trasparente. Non è sottoposta ad alcun organismo di controllo e non risponde al Congresso del suo operato. E’ un’immensa scatola nera che rifiuta di aprirsi, anche a distanza di anni. Ancora oggi, ad esempio, i cittadini americani non sanno come sono stati usati centinaia di miliardi stanziati dal governo per salvare le banche. Sono state presentate petizioni, il Congresso ha votato, i giudici hanno emesso sentenze: tutto inutile. La Federal Reserve non spiega come ha aiutato… i propri azionisti. E non è l’unica anomalia. Quegli azionisti, ovvero le banche, continuano ad essere molto potenti, troppo potenti; al punto di influenzare il mondo politico. Se si scorre la lista degli ultimi ministri del Tesoro ci si accorge che Clinton nominò Robert Rubin, dapprima banchiere di Goldman Sachs e poi di Citigroup; Bush scelse Heny Paulson, presidente di Goldman Sachs; il riformista Obama ha chiesto consiglio allo stesso Rubin che gli ha piazzato come superconsulente Lawrence Summers e, al timone, il suo pupillo, il raccomandatissimo Timothy Geithner, che come presidente della Federal Reserve di New York si segnalò per la sua strettissima amicizia con i grandi banchieri di Wall Street. Risultato: negli ultimi 15 anni non è stata approvata una sola legge contraria agli interessi del mondo finanziario, che anzi ha ottenuto quello che voleva, a cominciare dall’abolizione del Glass Steagal Act, che ha fatto saltare le separazioni tra banche commerciali e banche d’affari. Gli Hedge funds continuano ad operare senza regole, spesso da paradisi fiscali. Nessun limite è stato posto agli Otc, ovvero i mercati fuori dai circuiti borsistici tradizionali. E le banche che nel 2008 stavano per fallire non sono state costrette a ricapitalizzare adeguatamente. Insomma, tutto è rimasto come prima. Una gran festa per gli speculatori, che dopo aver scaricato sulla comunità delizie come i subprime ora si avventano sull’euro.
Ma chi possiede davvero la Federal reserve ovvero la Banca centrale americana? La risposta sembra ovvia: dovrebbe essere un’istituzione pubblica, indipendente dal governo. E invece no: è privata e i suoi azionisti sono le principali banche americane. Sì, proprio quelle banche che la stessa Federal Reserve ha salvato un anno e mezzo fa, d’intesa con il Tesoro Usa, stampando vagonate di dollari e di Buoni del Tesoro, trascinando governi e Istituti centrali del mondo occidentale nella stessa direzione, con le conseguenze che oggi ben conosciamo ovvero l’esplosione dei debiti pubblici nei Paesi più progrediti. E’ come se a controllare la Federazione degli arbitri fossero le squadre di calcio. Sorpresi? Eppure non è l’unica anomalia. Per capire che cosa sta avvenendo in questi giorni sui mercati ci si può limitare alle solite spiegazioni oppure chiedersi se all’origine di sommovimenti brutali e non sempre giustificati ci siano delle asimmetrie, delle falle di sistema, interessi lobbistici. Sia chiaro: non si tratta di scovare Grandi Fratelli, ma di capire come va il mondo e, dunque, in campo finanziario, come va l’America. Il responso non è affatto confortante. Il Paese che siamo stati abituati a considerare come un modello, mostra lacune sconcertanti per chi, seguendo i principi liberali, ritiene indispensabile la trasparenza delle regole e l’indipendenza assoluta di chi governa o stabilisce le regole. Purtroppo la crisi del 2008 sembra essere passata invano. Le tare emerse allora non sono state corrette. Anzi…
La Federal Reserve non è un attore imparziale e nemmeno trasparente. Non è sottoposta ad alcun organismo di controllo e non risponde al Congresso del suo operato. E’ un’immensa scatola nera che rifiuta di aprirsi, anche a distanza di anni. Ancora oggi, ad esempio, i cittadini americani non sanno come sono stati usati centinaia di miliardi stanziati dal governo per salvare le banche. Sono state presentate petizioni, il Congresso ha votato, i giudici hanno emesso sentenze: tutto inutile. La Federal Reserve non spiega come ha aiutato… i propri azionisti. E non è l’unica anomalia. Quegli azionisti, ovvero le banche, continuano ad essere molto potenti, troppo potenti; al punto di influenzare il mondo politico. Se si scorre la lista degli ultimi ministri del Tesoro ci si accorge che Clinton nominò Robert Rubin, dapprima banchiere di Goldman Sachs e poi di Citigroup; Bush scelse Heny Paulson, presidente di Goldman Sachs; il riformista Obama ha chiesto consiglio allo stesso Rubin che gli ha piazzato come superconsulente Lawrence Summers e, al timone, il suo pupillo, il raccomandatissimo Timothy Geithner, che come presidente della Federal Reserve di New York si segnalò per la sua strettissima amicizia con i grandi banchieri di Wall Street. Risultato: negli ultimi 15 anni non è stata approvata una sola legge contraria agli interessi del mondo finanziario, che anzi ha ottenuto quello che voleva, a cominciare dall’abolizione del Glass Steagal Act, che ha fatto saltare le separazioni tra banche commerciali e banche d’affari. Gli Hedge funds continuano ad operare senza regole, spesso da paradisi fiscali. Nessun limite è stato posto agli Otc, ovvero i mercati fuori dai circuiti borsistici tradizionali. E le banche che nel 2008 stavano per fallire non sono state costrette a ricapitalizzare adeguatamente. Insomma, tutto è rimasto come prima. Una gran festa per gli speculatori, che dopo aver scaricato sulla comunità delizie come i subprime ora si avventano sull’euro.
http://www.glollo.com/site/index.php/home/931-qho-ucciso-la-bancaq
cartone animato istruttivo …. ( se volete potete saltare i primi quattro minuti e mezzo di presentazione )