Categoria: Analisi politica

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Lo spauracchio dei populismi

di JACQUES RANCIÈRE (filosofo; Università di Paris VIII) Non c’è giorno in cui, in Europa, non si sentano denunciare i rischi del populismo, eppure non è facile capire cosa voglia dire esattamente questa parola. Nell’America latina degli anni Trenta e Quaranta è servita a designare una certa forma di governo che istituiva tra un popolo e il suo capo un rapporto di incarnazione diretta, scavalcando le forme della rappresentanza parlamentare. Questa forma di governo, di...

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Il bestiario dei falsi sovranisti all’epoca di Alemanno

di LUCA RUSSI (FSI Arezzo) Ancora qualche riga su questa faccenda del “Polo Sovranista” (anzi, dei “Polli sedicenti sovranisti”, nel caso ve ne siano ancora di disponibili a dar nuovamente credito a vecchi arnesi della politica come Storace e Alemanno), non foss’altro perché leggo che la questione sembra preoccupare molte persone che – giustamente – temono di essere confuse con due vecchie volpi come queste, che hanno fiutato il vento e provano a cavalcare la...

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Jean-Claude Michéa: I limiti del capitalismo post-democratico

Intervista a cura di LES INROCKS In Contro il Capitale lei auspica un “pensare con la sinistra contro la sinistra.” Eppure molti intellettuali di sinistra continuano a essere impermeabili, per non dire contrari ai suoi scritti. Si tratta della rottura definitiva di un dialogo possibile? Se fosse davvero il caso, certamente non è colpa mia! Ovviamente non mi rifiuterei mai di discutere con qualcuno con il solo pretesto che sarebbe “in disaccordo con i miei scritti.”...

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Zagrebelsky: non è sbagliato rivendicare sovranità, serve un sovranismo democratico che parta dalla Costituzione

Zagrebelsky: “Renzi vittima di viltà: un patto con Berlusconi non è per forza inciucio” di Giuseppe Salvaggiulo (da La Stampa del 9 marzo 2017) Dieci anni fa Gustavo Zagrebelsky era al Lingotto ad ascoltare Walter Veltroni. Ora, dopo la campagna per il No al referendum, il presidente emerito della Corte Costituzionale osserva da lontano mentre lavora alla quinta edizione di Biennale Democrazia, intitolata «Uscite d’emergenza». «L’emergenza è il pericolo incombente che si affronta con lo...

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Perché Trump fa la voce grossa con il Messico

di AGENZIA NOVA (Fabio Squillante) Il confronto tra il nuovo presidente Usa ed il Messico sorprende gli osservatori per la sua durezza. Trump, infatti, avvia la revisione dell’Accordo nord-americano di libero scambio (Nafta), firma l’ordine esecutivo per completare la barriera ai confini comuni, e minaccia di applicare dazi del 20 per cento su tutte le merci importate dal Messico, in modo da far pagare al vicino meridionale la costruzione del “muro”. Accade così che il...

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Sovranismo massimalista

di LUCA MANCINI (FSI Roma) Un ronzio fastidioso ha disturbato le nostre orecchie negli ultimi tempi. Un fastidio che per alcuni si è trasformato addirittura in timore di esser superati nelle idee da ominicchi che si stanno riciclando come sovranisti, un aggettivo che dicevano non fosse bello, mentre ora è utilizzatissimo. Ma chi dovrebbero essere questi sovranisti dell’ultim’ora? Salvini? Il difensore della Flat tax e dell’aliquota unica, mentre il FSI propone un’imposizione fiscale fortemente progressiva...

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Professionismo politico, classe dirigente, militanza: facciamo un po’ di chiarezza.

di ALDO GIANNULI (docente di storia contemporanea) Uno dei miei articoli più recenti ha un po’ disorientato i lettori al punto che uno mi scrive: Sono confuso..
prima malediciamo i professionisti della politica…causa principe dell’allontanamento dalla politica dai cittadini … gente che è stata in politica per decenni, produttrice di disastri, servi dei poteri forti e allergici alla democrazia….ora me ne si esce con la necessità di avere dei professionisti della politica, gente che conosce i...

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Bolognina, Lingotto, Leopolda, capolinea

di CARLO CLERICETTI (giornalista) “La grande speranza della sinistra post comunista, dalla Bolognina in poi, era che la morte dell’ideologia avrebbe reso più viva la politica. Più viva e più libera di abbracciare la realtà”, scrive Michele Serra. Alla manifestazione della Bolognina, nel 1989, il segretario del Pci Achille Occhetto dichiarò che erano necessarie “grandi trasformazioni”, non escluso il cambiamento del nome, Partito comunista, che avrebbe simboleggiato una svolta radicale. Lo shock che aveva generato...

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Il Pd liberale e la scissione che seduce gli ingenui

di SIMONE GARILLI (FSI Mantova) Il Partito Democratico nasce nel 2007 dall’unione di due filoni principali: i Democratici di Sinistra (Ds) e la Margherita, quest’ultima federazione dei vari rivoli politici che si erano accumulati in seguito alla disgregazione della Democrazia Cristiana. I Ds, invece, nascono 9 anni prima, nel 1998, abbandonando definitivamente il simbolo del Partito Comunista Italiano  che era già stato ridimensionato nel logo del Partito Democratico di Sinistra (Pds), nato a sua volta...

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Egemonia e dissenso: quali prospettive?

di MATTEO VOLPE (de L’Intellettuale Dissidente) Il neoliberismo non è più capace di attrarre consenso. Tuttavia, il dissenso fatica ancora a organizzarsi e a formulare un progetto politico. In questo interregno, il ceto politico referente delle oligarchie continua a illudersi di poter riconquistare le masse ormai disilluse solo attraverso la comunicazione. La sconfitta di Renzi al referendum costituzionale, avrebbe dovuto indurre a una riflessione non soltanto il segretario del PD e la sua cerchia, ma...

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La transizione

di LUCIANO DEL VECCHIO (FSI Bologna) L’oligarchia dominante non riesce più a influire sulla volontà del popolo, che comincia ad accedere alle informazioni tramite circuiti alternativi e a scoprire le bugie e anche le paure, le debolezze e i motivi che hanno spinto gli impostori a dirle. Ma questo vertice autoritario di buro-tecnocrati non tollera il dibattito democratico e dunque, per proteggere la sua “democrazia” dalla minaccia delle forze antagoniste, comincerà a censurare chi diffonde...

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La globalizzazione è morta

di CARLO FORMENTI (giornalista e docente universitario) Il re è nudo. Finalmente una voce autorevole della sinistra mondiale – il vicepresidente boliviano Alvaro G. Linera – ha il coraggio di dirlo forte e chiaro: la globalizzazione è morta. Incapaci di interpretare i sintomi dell’evento (dalla Brexit alla vittoria elettorale di Trump, senza trascurare il no del popolo italiano alla “riforma” costituzionale renziana – ennesima sconfitta referendaria dopo quelle subite in Francia, Irlanda e Grecia dal...