Lettera ai cittadini che partecipano al Movimento del 9 dicembre
Il movimento del 9 dicembre è un movimento spontaneo. Esso è sorto dalla iniziativa di alcuni gruppi e associazioni ma ha visto la partecipazione di un rilevante numero di cittadini e, sia pure a titolo individuale, per rispetto delle direttive del comitato promotore che non voleva apparissero altri simboli di associazioni e partiti, di altri piccoli gruppi e associazioni, nazionali e locali.
Ora il problema fondamentale è di evitare che la partecipazione, l'emozione e la speranza suscitate si disperdano e sfumino nella delusione per la mancanza di sbocchi immediati. Invece, bisogna elevare questa esperienza importante a prova generale di una sollevazione popolare democratica, per la quale è necessario un po' di tempo.
A questo fine mi permetto di proporre a tutti i partecipanti una strada da percorrere, nella speranza che i manifestanti ne discutano.
IL NOME: MOVIMENTO PER LA SOVRANITA' COSTITUZIONALE
Intanto è necessario un nome, che sia potente, ossia che abbia un futuro radioso; chiaro, perché esprima profondamente il cuore del problema che ci affligge e la soluzione; massimamente inclusivo, perché tenga dentro opinioni oggi parzialmente diverse ma saldamente ancorate al cuore del problema e alla soluzione, e al tempo stesso esclusivo delle opinioni irriducibili al movimento stesso. Un nome che tracci chiaramente il confine delle opinioni che dibatteranno e si organizzeranno nei mesi a venire dalle opinioni che, consapevolmente o inconsapevolmente, sono per loro natura estranee alle istanze che hanno dato luogo a questo primo vagito di sollevazione popolare, e, anzi, sono in aperta contraddizione con esse.
Direi che la competenza alla scelta del nome debba certamente essere riconosciuta ai promotori del movimento. Da parte mia, come semplice partecipante, mi permetto soltanto un suggerimento: "Movimento per la Sovranità Costituzionale" (MSC). Le parole Sovranità e Costituzione campeggiano nel volantino ufficiale della manifestazione e sono potenti, chiare, inclusive e perfettamente idonee ad escludere persone e movimenti che siano antisovranisti o sovranisti ma al di fuori della Costituzione della Repubblica.
Perché sovranità? Perché gli antisovranisti sono avversari politici del movimento. Sono certo che col tempo sempre più antisovranisti diverranno sovranisti. Ma il confine va tracciato. Oggi sovranisti e antisovranisti sono avversari politici, anche quando sembrano sostenere, su problemi secondari e corollari, opinioni simili. Includere nel movimento sovranisti e antisovranisti significherebbe replicare il vizio del movimento cinque stelle, quindi significherebbe non compiere quel passo avanti che è necessario, per la chiarezza delle idee, per la forza del Movimento e quindi per ricostruire lo Stato ed il Popolo italiano.
Il richiamo alla Costituzione è necessario, per due ragioni.
In primo luogo, perché la sovranità che abbiamo perduta non è vuota; non è potere del popolo di decidere ciò che vuole, bensì potere del popolo di ricominciare ad attuare la Costituzione; potere di riprendere la strada incrinata già nel 1981 dal colpo di stato di Ciampi e Andreatta (maestro di Prodi e di Letta e fratello di idee di Monti, Amato e Padoa Schioppa), ossia dal divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, e poi abbandonata istituzionalmente con l'adesione al Trattato di Maastricht, con l'adozione dell'euro e con tutti i più recenti trattati europei. Restaurare la Costituzione in luogo dei Trattati europei che ci hanno distrutti e liberarci dalla dittatura della elite finanziaria e industriale europea germanocentrica, per iniziare a ri-atturare e rivitalizzare la democrazia costituzionale e sociale italiana, devono essere le istanze del Movimento popolare che sta emettendo i primi vagiti.
In secondo luogo, perché il movimento è, vuole essere e deve essere, democratico. Se il Movimento ha bisogno di sei mesi o magari un anno per organizzarsi e far emergere dal proprio ventre le nuove idee e la nuova classe dirigente – che si candiderà alle prossime elezioni, per spazzare via la classe dirigente traditrice della Costituzione (traditrice, prima che corrotta) – allora è bene che il movimento cominci ad organizzarsi. Pretendere di cacciare l'attuale governo e allo stesso tempo, nella consapevolezza di non essere pronti, desiderare o accettare dittature militari, significa non essere fedeli alla Costituzione della Repubblica ed essere quindi esattamente come gli avversari che si asserisce di voler combattere, i quali hanno provocato il disastro attuale proprio distruggendo la democrazia italiana e dandoci in pasto alla dittatura della elite finanziaria europea germanocentrica.
L'ORGANIZZAZIONE: TRASFORMARE I PRESIDI IN COMIZI DELLA PLEBE
Come dobbiamo organizzarci?
Sarebbe o sarà un errore voler organizzare immediatamente la manifestazione nazionale a Roma. La partecipazione sarebbe minore rispetto a ciò che molti, in buona fede ma ingenuamente, credono. E non otterrebbe né il risultato sperato (quale?) né alcun altro risultato. Trattandosi di un movimento spontaneo, comincerebbe a serpeggiare in molti la delusione e si correrebbe il rischio di disperdere parte dell'entusiasmo e della partecipazione che sono stati generati. Inoltre, durante la manifestazione, priva di un servizio d'ordine esperto, minoranze organizzate compirebbero azioni nelle quali la maggior parte dei partecipanti non si riconoscerebbe e darebbero modo ai media servi della elite finanziaria e industriale europea germanocentrica di squalificare il movimento agli occhi di coloro che ancora non hanno partecipato ma ci guardano con interesse o, eventualmente, con atteggiamento dubbioso che è nostro compito sciogliere in nostro favore.
Perciò, la manifestazione nazionale deve essere rinviata di tre mesi.
Cosa fare in questi tre mesi?
Ogni presidio che si è costituito dovrà coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini e dovrà organizzare assemblee settimanali (mi sembra la cadenza migliore, che evita l'attivismo che alla fine stanca ma mantiene un ritmo serrato). Le assemblee dovranno svolgersi possibilmente all'aperto: si parla con un megafono, ascoltati in religioso silenzio. E' il glorioso istituto dei comizi della plebe in versione moderna e adattato alla situazione attuale.
Per evitare il cattivo funzionamento dei comizi e il ripetersi dello squallido e mortifero assemblearismo, negazione dell'assemblea popolare, è necessario adottare due accorgimenti.
In primo luogo, i comizi dovrebbero essere diretti con il pugno di ferro da persone scelte dai partecipanti per l'equilibrio e l'autorevolezza che esse hanno dimostrato e che comunque sono ad esse riconosciuti.
In secondo luogo, i comizi del Movimento per la Sovranità Costituzionale, dovranno avere un tema unico, preciso, rigorosamente delimitato: qual è la causa prima del nostro decadimento? e quale è la soluzione? Si tratta di accorgimento necessario per evitare che alcuni cittadini prendano la parola per sproloquiare di mille argomenti, annoiando o generando risa, o magari di un solo argomento,eventualmente importante, che tuttavia certamente non è, nemmeno a loro avviso, la chiave del problema. Ci interessa soltanto la causa prima del decadimento; non altro. Senza questo accorgimento, taluni parleranno della corruzione, altri dei privilegi della casta, altri della distruzione delle carriere amministrative, altri dei centri commerciali che devastano il commercio, altri del lavoro precario, altri della scuola che non forma più i cittadini e non è più uno strumento di mobilità sociale, e così via. Le assemblee degenererebbero. Non creerebbero ma ucciderebbero; non chiarirebbero ma oscurerebbero; non formerebbero ma confonderebbero.
Naturalmente, per il Movimento per la sovranità costituzionale il problema è dato ed è iscritto nel nome. E infatti è di questo che bisogna parlare, non di altro: che significa che abbiamo perso la sovranità? come l'abbiamo persa? quando l'abbiamo persa? chi è oggi il sovrano? perché la disoccupazione di massa, il lavoro precario, la mancanza di domanda per coloro che si abbeverano sul mercato, l'altissima imposizione fiscale, la distruzione della scuola, il prevalere delle rendite sui redditi da lavoro autonomo e subordinato, la mancanza di investimenti, la bolla del credito prima e il crollo del medesimo credito ora hanno un'unica causa? qual è questa causa? Come se ne esce? Che cosa prevede e impone la Costituzione e che, invece, è vietato dai Trattai europei? Quali soluzioni adottammo nel trentennio glorioso (1945-1981), nel quale fummo i primi al mondo per sviluppo economico e mobilità sociale, e che ci sono impedite dalla dittatura germanocentrica del grande capitale finanziario e industriale europeo, fondata sui Trattati europei?
I comizi, se svolti con i due accorgimenti segnalati, genereranno idee chiare, formazione delle persone comuni e semplici, che però sanno di non sapere e si sono avvicinate con la volontà di capire; uniranno coloro che fino ad oggi hanno votato partiti diversi e (apparentemente) opposti; e genereranno con il consenso popolare la nuova classe dirigente, che non si deve credere composta da poche persone ma da decine di migliaia di persone (la classe dirigente è locale, regionale, nazionale). La classe dirigente deve essere partorita dal ventre del popolo.
Al tempo stesso i comizi, se ben gestiti, vedranno crescere la partecipazione popolare e prepareranno la grande manifestazione nazionale.
Tre, infatti, sono gli obiettivi del movimento: affermare e diffondere idee nuove, racchiuse nel nome – Movimento per la Sovranità Costituzionale -; generare la nuova classe dirigente, che deve essere partorita dal ventre del popolo (far fuori la casta è soltanto un corollario, una conseguenza); organizzare, tramite i comizi della plebe, una grande manifestazione popolare nazionale, che susciterebbe ulteriore grande entusiasmo e mostrerebbe ai traditori che ci governano che il loro tempo sta per scadere e che ben presto saranno gettati nella pattumiera della storia.
Stefano D'Andrea
Condivido l'auspicio che il movimento si strutturi, come anche il nome. Purtroppo in questa epoca di crisi dei valori e caos post ideologico ciò che rischiamo è una deriva massimalista, populista e intollerante. Le due parole "sovranità" e "costituzionale" abbinate ci parlano di alcune responsabilità disattese dalla politica, che devono però essere ben comprese: se ciò non fosse si correrebbe il rischio di farle sparire sotto il peso delle urla di quanti sono ormai troppo arrabbiati per avere la forza e la fermezza di costruire qualcosa di buono. Queste responsabilità sono quelle dei valori fondamentali dell'occidente, che la politica occidentale tradisce ipocritamente ogni giorno. Questi valori si riassumono perfettamente nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, condivisi implicitamente dalla stessa. Costituzione Italiana. Mi piacerebbe che questo movimento condividesse la necessità di creare un programma politico-economico-sociale, basato sui 30 diritti umani. L'ideale sarebbe avere esperti nei vari settori che indichino politiche e soluzioni volte al raggiungimento di una società dei diritti umani. L'etica dei diritti umani si basa fondamentalmente su 3 cose: DIGNITA', LIBERTA' e RESPONSABILITA' per l'individuo. I 30 diritti umani hanno una loro storia e una loro evoluzione, alcuni sembrano avere una ispirazione più "individualista", altri più "collettivista", ma nel loro insieme ci parlano di una società che può e deve coniugare libertà individuali con responsabilità civili. Molti saggi, dibattiti, politologi e intellettuali parlano e scrivono su questa crisi degli "ismi" del 900…sulla necessità di superare i vecchi stereotipi e divisioni passate. Ebbene i 30 diritti umani lo fanno, la soluzione e i principi sono lì da decenni ma purtroppo spesso vengono evocati solo per spingere interessi di parte, come per giustificare qualche guerra "umanitaria". Le libertà liberali sono diventate libertà solo per chi se lo può permettere (le grandi lobby che ci governano), con la scusa di contrastare l'ingerenza statale nella vita sociale si lascia libertà di agire finanziariamente per destabilizzare i mercati e di conseguenza il mondo intero. Il bilanciamento fra intervento dello stato e iniziative della società civile risiede proprio nei diritti umani. Come possiamo tollerare organismi finanziari che giocano a quel grande casinò che è diventato il mercato finanziario, mettendo a rischio la sopravvivenza di individui, aziende e stati? Come possiamo tollerare una industria psichiatrico-farmacologica che con evidenze scientifiche pari a zero guadagna miliardi da psicofarmaci (dati ormai da anni anche ai bambini), il cui unico vero scopo non è curare ma avere più clienti e controllare sempre di più farmacologicamente la popolazione? Come possiamo tollerare una industria delle armi sostanzialmente privata che ha un mercato globale indipendente dagli interessi di legittima difesa dei vari stati? I droni per uso militare sono una clamorosa violazione dei diritti umani, come lo saranno l'avvento prossimo di soldati modificati farmacologicamente e in altri modi. Come possiamo tollerare una industria alimentare che ci avvelena lentamente ogni giorno o una industria energetica non coordinata e non volta alla ricerca di energia pulita e a basso costo? Questi sono solo alcuni esempi di violazioni dei diritti umani. I diritti sono l'anima del nostro essere occidentali, moderni e liberali. O lo capiamo e ci diamo da fare per abbattere l'ipocrisia della politica e dell'economia mondiale o non riusciremo a contrastare quello che io chiamo REGIME DI CONTROLLO GLOBALE. Spero che queste idee siano prese in considerazione, con la consapevolezza che dalla protesta occorre passare a una fase organizzativa al fine di portare queste istanze in parlamento, il luogo in cui nelle democrazie si espleta la sovranità popolare.
Begli ideali, non discuto, ma attenzione, perche', se vogliamo entrare troppo nei particolari dei Diritti umani e mettere tutti d'accordo, rischiamo di poter entrare in azione nel 2400. Inoltre, bisogna tener presente che il tema dei "Diritti umani" (sia pure intesi in modo errato e diverso da come fa Lei) e' stato ultrasfruttato dagli USA per scopi aggressivi e imperialistici e quindi purtroppo e' diventato un campo minato.
Certo, hai ragione, ma il campo è minato ma non perchè lo sono i valori dei diritti. I due problemi che sollevi tu sono reali e possono essere battuti solo se li si affronta di petto: creare un Movimento dei Diritti Umani fermo, consapevole e intransigente che riveli di nuovo qual'è il disegno sociale dei diritti umani e come raggiungerlo. L'occidente laico e la modernità sono tali solo se attuano i diritti umani altrimenti non sono, altrimenti saremo sempre più in balia del caos di valori e di interessi attuale.
Massimo,
la Costituzione riconosce i diritti inviolabili della persona e prevede molto alto: una direzione e la programmazione dell'attività economica, in particolare.
Inoltre, la lotta per la costituzione ci localizza, ci fa mettere i piedi per terra, ci rende concreti. La lotta per i diritti umani può apparire l'ennesima battaglia per una globalizzazione buona. Sinceramente, se altri popoli vogliono continuare a perseguire uno sviluppo fondato sulgrande capitale finanziario e industriale, se altri popoli hanno intenzione di accettare la deflazione per altri venti anni, se vogliono continuare a dare ad uno o altro magnate dell'editoria o televisivo poteri enormi, non è che mi importi molto. Preferisco combattere nella provincia in cui vivo, l'Italia, anche prendendo a modello esperienze straniere e magari far sì che tra 10-15 anni anche l'Italia sia un esempio, piuttosto che continuare a colpire nel vuoto come fa ogni soggetto che si senta cittadino del mondo. Sono cittadino italiano, questo è un fatto; e l'obiettivo è restaurare la costituzione al vertice dell'ordinamento: questo è l'obiettivo.
Non ha senso porre l'accento sui diritti umani
Speravo in un post che affrontasse la questione di ciò che è accaduto con il movimento 9 Dicembre. Ed è stato fatto nel migliore dei modi. Facendosi coinvolgere ma, nello stesso tempo, indicando la direzione e l'organizzazione che il movimento dovrebbe assumere. Spero che l'ARS diventi parte attiva e di stimolo, così come è stato scritto. E' da tempo che cerco a Modena persone che sono per la riconquista della sovranità monetaria, contro la liberalizzazione dei capitali e per una Banca d'Italia non indipendente dal tesoro ( come fu prima del 1981), ecc. Ma nella mia città non trovo nessuno con cui incontrarmi, perché la cultura del PD diffonde l'idea degli Stati Uniti d'Europa; che la crisi è dovuta al debito dello stato perché siamo stati spendaccioni e ben ci sta; che l'Italia è troppo piccola e non potrebbe competere con la Cina; che gli Italiani debbono essere guidati dagli altri (sopratutto Germania) perché sono degli incapaci, ecc. ecc. Non ne posso più, mi sembra di essere in prigione e di non poter far nulla per cambiare le cose. Non sono giovane, ho quasi 63 anni, ma vorrei fare qualcosa per cambiare questo stato di cose. Spero che si arrivi presto all'organizzazione di un partito che si presenti alle prossime elezioni. Deve essere costituito in tempo per le prossime elezioni, perché altrimenti si corre il rischio di raggiungere un punto di non ritorno. Per quel che posso fare, mi rendo disponibile a collaborare a Modena alla formazione di un nucleo sovranista.
Grazie.
Carissimo Valerio,
le prossime elezioni ci saranno nel 2015 almeno. Quindi credo che se saremo bravi e concreti, direi lungimiranti e realisti, qualche cosa di buono riusciremo a costruire.
A Modena abbiamo una militante che è sola e per ora non è in grado di muoversi. Assieme a lei potrai costruire il primo nucleo. Abbiamo constatato che una volta costituito un gruppetto, anche sulla base di linee guida e suggerimenti, le azioni vengono svolte e i risultati arrivano. Sessantatre anni sono pochi. Alla tua età Garibaldi partecipava ancora gloriosamente alla guerra franco-prussiana. E poi il giovanilismo è una brutta malattia.
Mi permetto di chiederti di inviarci una iscrizione formale. Purtroppo ieri il sito dell'ARS ha avuto problemi ed è saltata anche la pagina predisposta per l'iscrizione. Perciò dovresti scrivere a italiasovrana@gmail.com dichiarando che intendi iscriverti e indicando nome cognome numero di telefono ed email (per la quota, che vale per il 2014, c'è tempo). Noi ti metteremo in contatto con l'altra socia di Modena e con un coordinatore regionale.
Saluti sovranisti e a presto
Avrei preferito prima conoscere meglio l'associazione prima di dovermi iscrivere. Ad esempio alla risposta del commento successivo fai presente che "in ARS ci sono iscritti che provengono dalla destra e persino una piccola minoranza che proviene dall'estrema destra". Sebbene sia d'accordo che oggi destra e sinistra siano in gran parte delle etichette che significano poco o nulla, tuttavia, nonostante il punto di vista che i miei vari blog di riferimento (Badiale, Bagnai, Orizzonte48 ecc.) hanno sull'argomento, continuo a ritenere che la distinzione non vada accantonata del tutto. Questo è un elemento che mi blocca. Un altro punto consiste nel fatto che non vorrei essere costretto a dover accettare tutte le idee dell'associazione anche quelle che potrei non condividere per, chiamiamola così, disciplina di 'partito'. Avrei preferito poter venire in contatto con la militante di Modena senza vincoli preventivi (iscrizione all'associazione). Ma se questo non è possibile, allora, per il momento, ci rinuncio.
P.S. Non ho risposto subito perché ho avuto problemi con il nervo sciatico alla gamba destra.
Grazie.
Nessun problema Valerio.
Non mi era chiaro che avevi ancora dei dubbi. Certamente potrai conoscere la militante di modena ma, meglio ancora, se devi sciogliere dei dubbi, sarebbe opportuno che fossi presente alla riunione regionale che in Emilia Romagna sarà organizzata in gennaio.
Poni due diversi tipi di problemi.
Il primo osta all'iscrizione a qualunque tipo di associazione, ossia accettare tutte le idee dell'associazione. Quando ci si associa si contrae un vincolo e si perde la propria libertà (accade anche in caso di matrimonio) ma si aumentano le possibilità. Credo che tu debba riflettere sulla ragionevolezza della tua obiezione, che osta, appunto, all'iscrizione a qualunque associazione e fatalmente ci lascia liberi, soli e in fondo anche impotenti e impossibilitati alla partecipazione a qualsiasi tipo di azione collettiva (era ciò che lamentavi).
Incredibilmente, nonostante la irragionevolezza dell'obiezione, essa è molto comune ed è segno di quanto abbia inciso in profondità l'individualismo, che è l'ideologia antropologica connessa al liberismo economico, anche seugli avversari di questa ideologia economica.
Quanto alla provenienza dei militanti, si tratta di un secondo problema che si riconduce agevolmente al primo. All'ARS capita di essere qualificata un'associazione palesemente e totalmente di sinistra dai commentatori di destra (dalla pagina "Fuori dall'unione europea") e un'associazione che vuole una rivoluzione conservatrice e quindi di destra da commentatori di sinistra (ARS Longa) e sostenitrice di un sovranismo di centro da altri commentatori di sinistra (gli amici di MPL). La verità è che proponiamo una posizione unitaria ad ampio spettro, la quale implica un ribaltamento dell'asse della politica. Vedo di chiarire:
sui cosiddetti diritti civili non prendiamo posizione; ognuno la pensa come vuole. Quindi non siamo né di destra né di centro, né di sinistra, bensì, ammesso che la questione diritti civili incida sulla qualifica destra/centro/sinistra siamo sia di sinistra, sia di destra sia di centro;
siamo statalisti e per l'intervento statale nell'economia. Perciò la sinistra benecomunista o comunque antistatalista è nostra avversaria, non meno e non più degli statalisti liberisti. Mentre, sotto questo profilo, possono apprezzarci, per richiamare le ideologie serie della prima repubblica (la seconda repubblica è apparentemente vuota ma in realtà totalmente liberista), comunisti,socialisti, socialdemocratici,democristiani, demoproletari e missini; non liberali, radicali e repubblicani, con qualche eccezione, forse, per questi ultimi;
siamo convinti che le società sono caratterizzate da conflitti di classe (non da un conflitto soltanto) mentre la lotta di classe invece è una eventualità, generata dalla organizzazione di un soggetto collettivo. Siamo altresì convinti che le classi economiche (le fonti di reddito) non siano semplicemente due ma quattro o cinque e che il concetto di classe sociale non vada inteso in senso puramente economico. Da questo punto di vista siamo avversati sia da chi crede che le classi sociali siano soltanto due sia da chi nega il conflitto di classe, sostenendo teorie della composizione organiza dei conflitti. Altri punti di vista, invece, possono trovare conforto nelle nostre analisi.
siamo per un patriottismo costituzionale, fondato sulla storia la coscienza e la volontà del popolo e ancorato ad un principio politico-giuridico che è espressione di storia coscienza e volontà (la Costituzione, appunto). Perciò ci avversano tutti coloro che, per una ragione o un'altra, negano valore al patriottismo o, al contrario, lo ammettono ma rifiutano la costituzione del 1948, eventualmente in nome del sangue e della terra.
Mi sembra ovvio che una posizione nuova come la nostra, attiri persone che hanno avuto esperienze politiche diverse. Alla resa dei conti, soltanto chi vuol restare fanatico di un principio incompatibile con il nostro progetto non può aderire. Chi lo abbandona o lo accantona sulla base di un'analisi di fase (la fase politica durerà almeno 10 anni) può aderire.
Aderendo si accetta tutto il progetto, che per ora è composto da questi sei documenti: http://www.riconquistarelasovranita.it/teoria/documenti-ufficiali-ars . L'ARS è questi sei documenti. Io ne condivido il 90% ma ovviamente sostengo interamente il progetto. Se a ognuno di noi fosse concesso di proporre un solo emendamento a quei sei documenti, ad oggi avremmo 245 emendamenti. Significherebbe scambiare la politica per chiacchiericcio sui contenuti e, soprattutto, sarebbe del tutto illogico: chi ti assicura e chi assicura a tutti i soci che i documenti risultanti dal dibattito e dalle votazioni sarebbero da noi giudicati migliori di quelli originari? La disciplina è il fondamento di ogni azione collettiva; il vigore e la forza nascono dall'associazione e associarsi significa proprio contrarre un vincolo, perdere la vuota libertà per cercare di avere un reale potere.
Comunque, ti farò contattare da un nostro referente regionale, perché ti inviti a un incontro che dovrebbe svolgersi a Bologna.
A presto
Onestamente non so come prendere una simile posizione. Sicuramente costituisce il tentativo, legittimo, di approfittare della forza d'urto di un movimento al momento spontaneo e caotico, per indirizzarlo in una precisa direzione: l'antieuropeismo come viene visto dall'ARS, fermo restando che, a mio avviso, molti dei manifestanti sono antieuropeisti. Il mio dubbio é che questo modo di procedere, ammesso che sia giuste, é efficace solo con una azione incisiva sul campo e, soprattutto, con una presenza carismatica. Le rivoluzioni si fanno con persone che siano, prima di tutto, leader carismatici, quindi soldati che in prima persona scendono in piazza e affrontano sulle proprie spalle le conseguenze delle proprie azioni. Questi elementi dovrebbero essere esaltati mediaticamente attraverso una azione capillare ed organizzata ma, soprattutto, con gesti eclatanti. In altre parole D'Andrea avrebbe dovuto scendere in campo e crearsi la "visibilità" giusta come Calvani (anche se credo che quest'ultimo abbia ricevuto involontariamente i riflettori solo perchè é assai ingenuo ed facile distruggerlo mediaticamente). Quella che viene chiamata Lettera é sbagliata mediaticamente, sotto diversi punti di vista e primo tra tutti che sembra più uno spot per l'ARS più che una lettera "sincera" ai manifestanti. Poi possiamo discutere della correttezza delle idee dell'ARS, che per il 90% mi trovano d'accordo, ma questo non c'entra nulla con gli strumenti con cui la lotta va portata avanti. A mio avviso, concludendo, la lettera é controproducente e, soprattutto, tardiva. Si può e si deve fare di più e diversamente. Ma questo é un parere assolutamente personale e, quindi, opinabile
Caro Sabato,
nessuno ci ha mai invitato al coordinamento nazionale che preparava la manifestazione, né, a dire il vero, abbiamo avuto notizie rilevanti su ciò che stavano organizzando. La nostra estraneità al comitato promotore si spiega soprattutto così.
Scoperta l'iniziativa, ci siamo interessati. Conoscevo Calvani e la sua impostazione e pesonalità non mi persuadevano. Non parlo della provenienza, che non mi interessa (tra noi ci sono iscritti che provengono dalla destra e persino una piccola minoranza che proviene dall'estrema destra). Parlo delle posizioni che avevo visto espresse sulla pagina facebook di "Dignità sociale", alla quale sono stato iscritto e sulla quale ho postato, e della sua personalità che avevo cercato di ricostruire nella mia mente: la mia ricostruzione ha trovato conferma in questi giorni.
Ho appena avuto la notizia che nel coordinamento nazionale Danilo Calvani è stato isolato e che Mariano Ferro (che stimo molto), Lucio Chiavegato (che non conoscevo e che in questi giorni mi è parso molto equilibrato) e gli altri hanno deciso di non andare a Roma mercoledì. Buona notizia.
Non credo e non ho mai creduto che quella del 9 dicembre fosse la sollevazione popolare decisiva. E' "l'inizio della fine" ma è una fine che a mio avviso durerà tre o quattro anni. Muovendo da questa analisi, che è la nostra analisi (è l'analisi concreta della situazione concreta, non il nostro desiderio), non penso che siamo in ritardo e credo che la nostra scelta sia stata lungimirante.
Tuttavia abbiamo partecipato, rispettando la direttiva, a titolo individuale, senza volantinare per l'ARS o a nome dell'ARS: a Roma (dove hanno voluto il nostro opuscolo e, quando erano finite le copie, sono andati a fotocopiarselo), a Torino (due partecipanti si sono già iscritti all'ARS), a Firenze, a Pistoia, a Pescara, ad Avezzano, ad Avellino, a Palermo ed altrove. E abbiamo preso contatti, nella convinzione, appunto, che siamo soltanto all'inizio.
La lettera contiene un suggerimento. Ai presidi c'erano molte persone comuni che hanno capito poco o nulla delle ragioni del tracollo italiano. L'idea migliore per proseguire, mi sembra quella di parlare per un po' di tempo perché le idee si chiariscano; nel frattempo si può cominciare ad organizzare una grande manifestazione nazionale. Mercoledì, se andranno a Roma, saranno quattro gatti, molti dei quali scalmanati. Ma come vedi il nostro suggerimento (già due giorni fa avevo scritto che dubitavo che si sarebbe svolta la manifestazione romana) è stato accolto senza nemmeno essere stato letto, ossia è stato conforme all'opinione dei migliori tra i coordinatori nazionali.
L'ARS non crede nei gruppi virtuali, perciò ha un programma più paziente rispetto ad altri gruppi e gruppetti sovranisti. Se tuttavia altre forze, appena appena non virtuali, hanno preso questa iniziativa, che ha dato qualche risultato importante, non vedo perché l'ARS non debba stare dentro il movimento esprimendo le proprie idee e cercando condizionarne la direzione e l'organizzazione.
Credo che la lotta politica si faccia proprio così. Una rivoluzione, democratica, come noi la vogliamo, o violenta, richiede sempre un lungo lavoro preparatorio e impone di non sbagliare un colpo. Male al movimento non ne vogliamo fare e non ne abbiamo fatto – il rigore e la disciplina sono virtù imprescindibili per ogni vero rivoluzionario. A Dio piacendo, quando avremo la forza e crederemo che sarà il momento, ci offriremo per guidare nel miglior modo possibile la primavera italiana. Fino ad allora possiamo soltanto umilmente partecipare e cercare di persuadere ed indirizzare verso quella che crediamo sia la direzione da prendere, sempre contattando coloro che ci sembrano i migliori.
Vieni anche tu a darci una mano. Entra nell'ARS: ti aspettiamo. Tutti noi condividiamo soltanto il 90% del programma (io per primo) ma, essendo disciplinati, lo accettiamo e diffondiamo al 100%, credendo che sia il tempo di marciare e non di discutere.
Dove metterete gli avvisi per luogo e data dei comizi della plebe?
Movimento 9 Dicembre
fa piu' breccia nei media e ricorda la data
Condivido il contenuto, ma sul nome sono scettico per una serie di ragioni, di cui la prima ovviamente è che MSC = crociere nel mediterraneo
Quelli poi subito accampani diritti d'autore …
:-)