La bufala del calo delle tasse
Da diversi giorni è in atto un offensiva mediatica da parte del Governo e degli organi di informazione di massa ad esso contigui tendente ad accreditare l’idea che questo Governo abbia già abbassato o comunque abbasserà le tasse nel 2014. Fulcro di questa operazione è, manco a dirlo, il giornale “Repubblica” che qualche giorno fa ha pubblicato una lunga intervista al Ministro Saccomanni nella quale questa presunta diminuzione delle tasse veniva sbandierata a gran voce dalla coppia Giannini-Saccomanni tanto che il primo (l’intervistatore) dichiarava, a premessa di una delle sue “scomode” domande: “La pressione fiscale e diminuita di uno 0,1% eppure sia lei che il premier avete sostenuto che il 2014 sarà l'anno del calo delle tasse…” E Saccomanni: "Si, perché noi abbiamo promesso cose che abbiamo fatto, che stiamo facendo e che faremo. Lo dico senza alcuna esitazione: le famiglie, i lavoratori e le imprese pagheranno meno tasse. Capisco che la gente si aspettava di più. Ma quest'anno la riduzione dell'Irpef non sarà insignificante…" Più che un programma politico sembrerebbe il festival delle buone intenzioni delle quali, come è noto, è lastricata la via dell’inferno. Ma siccome l’informazione è una cosa seria, o almeno tale dovrebbe essere, verifichiamo se, quanto dichiarato dalla coppia Saccomanni – Giannino, corrisponde almeno in parte ai dati reali. Anche perché di questa presunta diminuzione delle tasse purtroppo non si accorto nessuno ed al contrario qualcuno si è “divertito” a mettere insieme tutti i sicuri aumenti delle tasse che la cosiddetta “legge di Stabilità” contiene per il 2014, traendone un quadro complessivo desolante e sconfortante .
A questo punto già mi aspetto l’”acuta” obiezione dei giornalai amici del Governo: “tu non devi guardare l’aumento delle singole tasse e imposte che sicuramente ci sarà … tu devi guardare all’andamento della “pressione fiscale complessiva”. Va bene, guardiamola.
La pressione fiscale complessiva è definita come l’incidenza percentuale (e quindi il rapporto) sul PIL del totale delle entrate tributarie e contributi sociali effettivamente pagati dai cittadini.
Nel 2012 la pressione fiscale (Governo Monti) raggiunse il nuovo record assoluto nella storia del nostro Paese raggiungendo la percentuale, mai raggiunta prima, del 44%; già questo dato dovrebbe sconfessare uno degli altri luoghi comuni dell’informazione “mainstream” e cioè che il problema dei conti pubblici sarebbe determinato da una elevata evasione fiscale. Se le tasse e i contributi effettivamente pagati raggiungono già una percentuale del 44% del PIL (che è già insostenibile per qualsiasi Paese civile) cosa altro si pensa di poter recuperare dalla evasione fiscale? Al limite si potrebbe agire sulla equità della pressione fiscale ma non certo sulla sua incidenza complessiva perché ormai “il limone” lo si è spremuto sino all’ultima goccia.
Ma siccome al peggio non c’è mai fine nel 2013 la coppia Monti –Letta è riuscita persino a superarsi.
Infatti nell'anno appena conclusosi, il prelievo sotto forma di imposte e contributi previdenziali è aumentato di circa 1,6 miliardi di euro rispetto al 2012. Nello stesso arco di tempo, complice la recessione indotta dalla politiche di austerity, il PIL nominale ha subìto una flessione di oltre 8,7 miliardi di euro. Ne consegue che la pressione fiscale effettiva (costituita dal rapporto aritmetico tra PIL e tasse) ha toccato il nuovo record storico italiano ed europeo salendo al 44,3%; e poi dicono che siamo sempre gli ultimi in Europa!
E quindi, caro vice direttore di Repubblica, da dove hai tratto la convinzione che la pressione fiscale nel 2013 è già diminuita di uno 0,1% mentre i dati affermano che, al contrario, è aumentata dello 0,3% raggiungendo il nuovo record storico, dopo quello del 2012?
Sì ho capito, forse hai confuso i tempi … del resto ormai tra passato, presente e futuro non si capisce più nulla e tu hai dato per acquisito un risultato che, lungi dall’essere conseguito, era semplicemente auspicato dal Governo per il 2014 e contenuto nel DEF (Documento di Economia e Finanza) che, come certo sai, costituisce l’insieme delle intenzioni economiche e finanziarie del Governo per il prossimo anno. Scorrendo la nota di aggiornamento al DEF, elaborata lo scorso settembre, osserviamo (pagina 29 del documento), che nel 2014 le entrate totali finali sono previste crescere da 758.895 milioni a 774.833 milioni. Un aumento del 2,1%. Quindi il Governo si aspetta un ulteriore aumento delle tasse effettivamente pagate dai cittadini; tra le entrate totali finali spicca l’aumento di poco meno del 5% delle imposte indirette e del 2,6% delle imposte dirette. Altro che diminuzione delle tasse.
E pur tuttavia, e qui finalmente è svelato l’arcano, il Governo si aspetta che nell’anno 2014 la pressione fiscale complessiva scenda dal 44,3% al 44,2% del PIL; Come si arriva a questo “brillante” risultato? Con una semplice operazione algebrica; del resto se la pressione fiscale è un rapporto basta far aumentare il numeratore (PIL) più di quanto aumenti il denominatore (Tasse) e il risultato sarà più basso del precedente.
Ed allora il Governo prevede ed auspica un aumento del PIL nominale nel 2014 in misura pari al 2,9% così determinato: 1) tasso di inflazione stimato per il 2014 pari a 1,9% 2) tasso di crescita della nostra economia in misura dell’ 1%. Totale 2,9% di aumento nominale del PIL.
Cioè in altri termini l’aumento delle tasse è cosa certa ma, se l’inflazione dovesse tornare a crescere sino al 1,9% e la nostra economia dovesse passare dalla recessione attuale ad una crescita dell’1%, la pressione fiscale complessiva a quel punto diminuirebbe di un miserrimo 0,1%. Ma noi siamo sicuri che le stime del Governo sulla crescita dell’inflazione e soprattutto sulla crescita della nostra economia non siano un po’ troppo “generose” e magari determinate proprio dall’esigenza di dare l’impressione che la pressione fiscale stia per diminuire? Perché non vorrei apparire “un malpensante” ma considerare un ritorno di fiamma dell’inflazione sino quasi al 2% mentre oggi tutti parlano di deflazione e soprattutto prevedere una crescita dell’economia in misura pari all’1%, superiore a qualsiasi stima persino a quelle ottimistiche della Commissione Europea, mi pare francamente una professione di fede più che una previsione economica. Siamo davvero usciti dal tunnel e nessuno se n’è accorto tranne Saccomanni?
La situazione si complica ulteriormente se consideriamo che negli ultimi anni i DEF provenienti dai vari Governi tecnici e non che si sono nel tempo succeduti hanno clamorosamente sbagliato tutte le loro previsioni, sottostimando sistematicamente la reale portata della crisi e prevedendo una rapida uscita dalla recessione della quale, ad oggi, non si vede il benchè minimo segnale. Ed anzi è proprio di oggi la triste notizia che un altro record storico effettivamente lo abbiamo conseguito, ma non ce ne possiamo vantare più di tanto, poiché si tratta del record di disoccupati giunto al 12,7% della popolazione attiva con una percentuale di disoccupazione giovanile che è arrivata al 41,6%.
Forse sono questi i dati che il vice direttore di Repubblica avrebbe dovuto sciorinare al Ministro Saccomanni invece di fargli da spalla. Ed allora provo a fargliela io una domanda scomoda al Ministro Saccomanni, certo come sono, che rimarrà ovviamente lettera morta:
Visto che tutti i fondamentali economici dell’Italia continuano a peggiorare, non le pare che le presunte cure che state somministrando all’economia italiana a base di austerità e aumento della pressione fiscale, imposte dalle mortifere politiche economiche della UE, siano peggiori del male e stiano di fatto distruggendo quel che resta della nostra economia?
Con osservanza (scarsa) Antonio Stragapede
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