La Guerra Russo-europea Anno III
Francoforte, 10 marzo 2017
Il conflitto russo-europeo pare essere in una fase di stallo, dopo le avanzate dei giorni scorsi da parte delle truppe di Putin. I confini decisi nell'agosto del 2014 sono tuttora piantonati da contractors europei con le loro giubbe blu e le mostrine con le stellette dorate.
Il ricordo dei referendum vinti dal voto a favore dell'annessione alla Russia di buona parte dell'Ucraina orientale è ormai lontano ma non lo è lo sgarro compiuto dalla Merkel che ha pagato i debiti del governo di Kiev – in cambio della fornitura di low wage workers per le nuove fabbriche di Mercedes in Eucraina – per le forniture a Gazprom con un assegno scoperto in marchi, scintilla che ha visto la nascita del conflitto tra i due schieramenti.
I soldati russi si sono subito schierati a difesa del confine russo occidentale con gran dispiegamento di mezzi, i contractors assoldati dall'Ue sono stati affiancati dagli Alti Generali della Troika che alla vista delle armi impongono ai numerosi check-in di depositare gli oggetti metallici nelle apposite cassettine.
Il premier italiano Matteo Renzi, sprezzante del pericolo, aveva tentato inutilmente nel dicembre del 2014 di rassenerare gli animi ma si è fatto prendere dalla frenesia e negli accordi con la diplomazia russa ha voluto a tutti i costi inserire anche una fornitura di bici con cambio shimano a 21 rapporti in offerta speciale finendo così imprigionato nelle segrete del Cremlino (tranquilli, è fuggito promettendo ad un secondino corrotto un set di padelle in acciaio inox 18/10 garantite a vita). Per questo gesto il Renzi è stato premiato con un soggiorno in Lapponia da parte dell'Alto Comando della Bce che ormai detiene il potere assoluto a difesa della Stabilità.
Vista la situazione difficile nei primi mesi del 2015 si è deciso tra i Governi europei sotto la direzione dell'Alto Comando Bce di votare per un intervento armato, il Premier italiano Pippo Civati – in qualità di nuovo segretario del PD – ha deciso di votare un si sfiduciato per l'intervento armato però a difesa della pace tramite un sondaggio su facebook. In qualità di Generale delle forze armate è stato inviato al Fronte il difensore dell'Europa Mario Mauro.
Vista la difficoltà del confronto con l'imponente esercito russo l'intelligence europea ha più volte minacciato Putin, prima con una Bomba Spread, poi cercando di piegare gli Stati satellite come Inguscezia, Ossezia e Bielorussia con un declassamento del rating da Baa a Boh, poi con l'invio sul campo di spie spietate come Vladimir Luxuria tuttora dispersa. Putin ha risposto con la tassazione dei patrimoni bancari e l'adozione dell'imposta sui redditi delle Fondazioni bancarie europee, cosa che ha turbato non poco i giudici dell'Alta Corte dell'Aja per i diritti umani che si sono così rivolti alla Convenzione di Ginevra, ormai trasferitasi all'Isola di Man dove il fisco è più favorevole.
La chiusura delle forniture di gas ha messo in ginocchio buona parte dell'economia del Nord Europa dove le nobili famiglie delle Casate Mercantili vedono recapitarsi settimanalmente camion di euro da bruciare per riscaldarsi, euro che vengono fatti figurare dal Venerabile Mario Draghi (Lode a te o Signore) come "operazioni su mercati aperti over the counter dietro collateral in beni reali dei dipendenti delle Casate" con rating AAA per non perdere la fiducia dei Mercati.
Naturalmente gli USA dopo aver promesso di aiutare gli Ucraini si sono tirati indietro, dopo una telefonata tra Obama e Putin di mezz'ora in cui da Washington veniva ipotizzato l'uso dello scudo spaziale e da Mosca veniva promessa la vendita dei 500 miliardi di dollari di riserve russe ed i 10.000 miliardi di dollari di titoli di stato Usa in mano alla Cina. Obama e Putin sono stati visti a pesca insieme la settimana scorsa.
Nel Parlamento Europeo nel frattempo è accesissimo il dibattito tra i 5Stelle e Lega Nord per scegliere la data del referendum sull'euro ma ogni volta che cercano la stanza dove depositare l'istanza ricevono una porta in faccia. C'è comunque da dire che su una promessa elettorale sono stati fedeli, non ci sono più tavoli dove sbattere i pugni. Nelle consuete conferenze stampa del giovedì il Venerabile Mario Draghi (Lode a te o Signore) continua a rafforzare l'idea che il pericolo deflazione è ancora lontano.
Resta nel ricordo di tutti l'accorato discorso di fine anno 2016 dell'ormai novantunenne Giorgio Napolitano che si chiedeva, asciugandosi una lacrima con un comunicato su carta intestata della Commissione Europea "Ed ora, dopo tre anni di vivi e vibranti conflitti, come reagiranno i Mercati?" accasciandosi poi sulla scrivania ormai privo di vita
Walter Impellizzeri – Ars Friuli Venezia Giulia
ricordano le apocalittiche e visionarie tesi di William Gibson nei suoi romanzi ciberpunk degli anni '80
Racconto surreale di un continente alla deriva. Grazie per l'accostamento al genio di Gibson
Fantastico!!
Complimementi per il pezzo: peccato che la totalità dei dirigenti del paese non saprebbe se sorridere o gettarsiu dalla finestra per la vergogna.