Izzat Ibrahim Al-Douri: intervista esclusiva a cura di Gilles Munier del Marzo 2014
Fonte: Resistenza all'oppressione
Iraq: Un Caos programmato
La guerra in Siria e la rivolta nella regione di Al-Anbar contro il regime di al-Maliki hanno ridistribuito le carte e hanno causato alleanze contro natura. Quello dell’alleanza del Baath iracheno clandestino con l'Arabia saudita ne è una. Izzat Ibrahim al-Duri, leader e comandante del Fronte della Jihad per la Liberazione e la Salvezza Nazionale, si esprime.
Per motivi di sicurezza, Izzat Ibrahim al-Duri, 71 anni, successore di Saddam Hussein alla direzione del partito iracheno clandestino Ba'th, e leader del Fronte della Jihad per la Liberazione e la Salvezza Nazionale, non rilascia praticamente nessuna intervista.
In questi ultimi anni alcuni rumori lo hanno localizzato prima a Damasco e poi nello Yemen.
Nel 2013, Nouri al-Maliki lo ha fatto ricercare nella regione di Dour, a 140 km a nord di Baghdad.
Da quando rende omaggio a re Abdullah, i rumori lo localizzano in Arabia, è questo provoca turbamenti e incomprensioni in alcuni ambienti baathisti.
E’ vero che il regno saudita è in prima linea nella campagna contro l’Iran, ma è anche il principale alleato degli Stati Uniti nella regione, la base da dove sono partite le truppe che hanno rovesciato Saddam Hussein e hanno distrutto l'Iraq.
Non è detto che il partito Baath iracheno esca vincente da questa alleanza contro nature.
Izzat Ibrahim si è dimostrato disponibile a rispondere alle nostre domande, ma tramite scrittura, il che non permette di andare a fondo nelle cose. Ma ci dobbiamo accontentare per quanto riguarda l'Iraq.
Intervista esclusiva a cura di Gilles Munier, con Behnam Keryo
Domanda
Delle battaglie sono in corso nella regione di Al-Anbar.
Fanno seguito alle manifestazioni popolari che si svolgono dalla fine di dicembre 2012.
Qual è il ruolo svolto dalla resistenza nazionale – tra cui il Baath iracheno – negli scontri in corso?
Izzat Ibrahim al-Duri
In nome di Dio, il Compassionevole il Misericordioso …
Circa dieci anni fa, i resistenti di Fallujah, Ramadi, Karma e Khalidiya hanno messo in ginocchio gli invasori venuti dall'Occidente e i loro alleati. I resistenti li hanno sottoposti a notevole perdite economiche e considerevole perdite umane, e hanno svelato al mondo le menzogne dei loro discorsi in difesa della democrazia, della libertà e dei diritti umani.
Oggi come ieri, la gente di Al-Anbar sta al fianco dei suoi sceicchi, dei suoi dotti religiosi e sostiene i suoi combattenti.
Combatte contro le milizie Safawid ( sciiti filo-iraniani, ndr), qualunque sia la loro denominazione e combatte contro i mercenari stranieri che le sostengano.
Il partito Baath, i suoi mujaheddin e quelli della Resistenza Patriottica – Islamica o Nazionalista – erano in completa simbiosi con i rivoluzionari delle province di Al-Anbar, di Ninive, di Diyala e d’altrove.
Nella storia, gli iracheni si sono sempre alzati contro l'iniquità.
Siamo un popolo che chiede solo di poter vivere libero e con dignità. Il popolo iracheno non sopporta né l’umiliazioni né l'emarginazione.
L’aggressione contro Ramadi e Falluja ha provocato una rivolta popolare che è l’espressione del rigetto di un regime installato da potenze straniere.
Domanda
Da due o tre anni, gli osservatori della scena irachena si chiedevano dove fosse sparita la resistenza irachena … Che sta succedendo attualmente sul terreno? Come si spiega l'assenza del Baas sui siti web
in lingue occidentali?
Izzat Ibrahim al-Duri
Gli iraniani hanno infiltrato tutti i settori di attività ad un punto tale che controlla completamente il processo messo a punto dagli Stati Uniti. Non dubitate:
Il Baath e la Resistenza sono l'avanguardia nella lotta per la liberazione dell'Iraq, per la sua rinascita e prosperità.
La resistenza è l'ala armata del popolo.
Prima del fallimento delle forze militari occidentali e la loro fuga ( il 31 Dicembre 2011), la Resistenza irachena contro l’occupazione era nota, il suo ruolo era riconosciuto a tutti i livelli, nazionali, arabi e internazionali, perché era proprio la Resistenza ad infliggere perdite senza precedenti.
Da allora, la Resistenza patriottica combatte su cinque piani:
1 – affronta le forze di Swat e le milizie settarie Safawid;
2 – attacca obiettivi strategici per l'Iran;
3 – elimina collaboratori, traditori e spie;
4 – mina le fondamenta del governo fantoccio filo-iraniano;
5 – cerca e distrugge i centri specifici di presenza iraniana.
Nel campo della comunicazione, siamo tutt’ora soggetti all’embargo.
Delle pressioni sono state imposte al sito Al.Basra.net, ed i nostri compagni e amici hanno dovuto ridurre le loro attività.
Ci mancano traduttori.
I nostri giornalisti sono volontari; né Basra ne Dhi-Quar (altri siti web) hanno i fondi necessari per la loro retribuzione.
Contiamo sul sostegno di tutte le persone di buona volontà per informare ed sensibilizzare l'opinione pubblica su ciò che sta realmente accadendo in Iraq.
Domanda
Migliaia di sciiti iracheni sono vittime di attentati rivendicati dallo Stato islamico del Iraq e del Levante
( acronimo arabo: Daash)
Voi li avete condannati, ma d'altra parte voi dite che i militanti di Al-Qaida sono i vostri "fratelli nella jihad" … Cosa pensate di questa organizzazione?
Izzat Ibrahim al-Duri
Abbiamo sempre condannato l'uccisione di innocenti e civili e condanniamo fermamente quella dei membri dell'esercito, della polizia e dei funzionari governativi. Condanneremo tutti gli atti orribili, contrari alle leggi celesti e secolari, subiti dagli sciiti, dai membri delle varie sette religiose e dalle varie etnie. Detto questo, crediamo e affermiamo che la maggior parte di queste azioni sono opera dalle milizie legate agli Stati Uniti, all'Iran e al governo collaboratore di Baghdad, anche se sono rivendicate tra l’altro da Al-Qaeda, dallo Stato islamico in Iraq, dal Daash, dalla Liwa Abu Fadl al-Abbas ( organizzazione sciita irachena operativa in Siria, ndr), o dalle brigate Al-Haq.
I media hanno deformato le mie parole quando ho detto che i combattenti di Al-Qaida sono i nostri fratelli nella jihad.
Avevo aggiunto: alla condizione che cessino di prendersela coi civili, con la polizia e con l'esercito e che concentrino i loro sforzi contro gli occupanti ed i loro scagnozzi. Il nemico principale è l'Iran rappresentato, in particolare, dalla Guardiani della rivoluzione iraniana – i Pasdaran – e dalla brigata Al-Quds e i suoi alleati.
La Resistenza Patriottica si applica solo, come ho detto, contro gli invasori.
La Resistenza non uccide i civili, non attacca i caffè, i luoghi di culto, i mercati, gli stadi.
Il dovere di Resistenza è un diritto sacro, qualunque sia il nemico: americano, britannico o iraniano.
Noi facciamo una netta distinzione tra terrorismo e Resistenza.
Il nostro piano d'azione è chiaro come il sole.
Non bisogna dare per scontato tutti i comunicati firmate da Al-Qaeda, dallo Stato islamico del Iraq e del Levante o da Daash … La maggior parte di essi sono inganni dei media.
Domanda
Come giudica la posizione della Francia per quanto riguarda la Resistenza irachena, la repressione dei rivoltosi a Fallujah e a Ramadi, e ora il sanguinoso assalto da parte delle truppe del regime Maliki nella regione di Al-Anbar?
Izzat Ibrahim al-Duri
Ci aspettiamo dalla Francia una posizione distinta da quella degli Stati Uniti.
Ho scritto al presidente Francois Hollande in occasione della festa nazionale francese per ricordargli gli stretti rapporti di amicizia esistenti tra i nostri due Paesi, in tutti i campi, e come abbiamo salvaguardato gli interessi petroliferi francesi durante la nazionalizzazione del petrolio iracheno nel giugno del 1972.
Gli ho mandato una seconda lettera per proporre un dialogo tra il Baas, assieme alla sua Resistenza, con i governi francese, britannico, tedesco, italiano, olandese. Poi ho scritto ai presidenti di questi paesi e ai loro primi ministri dei messaggi simili per spiegare la complicità statunitense-iraniana elaborata a scapito dei loro interessi.
Aspettiamo dal governo francese una posizione chiara per quanto riguarda la Resistenza Irachena.
Pensiamo che si muoverà verso una maggiore indipendenza nei confronti degli Stati Uniti e che appoggi la nostra lotta.
Operiamo nello sforzo di stabilire dei rapporti cordiali tra la Francia e il Baath con il Fronte dello Jihad per la Liberazione e Salvezza Nazionale, che presiedo.
Per leggere in lingua originale questa intervista, andate >>> QUI <<< e poi cliccate sul rettangolo grigio che si trova sotto la freccia verde per scaricare il file.
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