L'ARS e il primato della politica sull'economia
Qui di seguito il testo del mio breve intervento di presentazione dell'ARS che introduceva un incontro pubblico sull'incompatibilità fra Costituzione italiana e trattati europei avvenuto lo scorso 26 marzo a Varese. [gm]
L'ARS (Associazione Riconquistare la Sovranità) è un'associazione politico-culturale nata nel 2012 e rappresentata in tutta Italia. Nel 2012 i tempi erano ormai più che maturi per comprendere il fallimento di quell'impressionante fenomeno economico, sociale e culturale che è stata ed è la globalizzazione.
I fautori della globalizzazione, anche se schierati su fronti politici apparentemente diversi (molti sono fanatici dell'economia di mercato, altri militano nella sinistra radicale), la considerano il compimento della storia oppure sostengono che essa offre "enormi possibilità creative e di liberazione" (Toni Negri).
Secondo l'ARS la realtà delle cose è ben diversa.
La globalizzazione, ben lontana dall'essere il paradiso in terra, rappresenta semmai l'opposto: un caos infernale, il "nuovo disordine mondiale" (Bauman) che genera insicurezza, precarizzazione dei rapporti lavorativi e delle relazioni sociali, crescenti disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza, emarginazione di chi non riesce a sostenere la lotta per la vita.
L'ARS ritiene che la forma con la quale il nuovo disordine mondiale si manifesta in Europa occidentale sia l'Unione Europea. L'UE non è uno Stato né una federazione di Stati ma uno spazio controllato dal potere bancario della BCE e da quello politico della Germania con l'obiettivo di garantire l'egemonia assoluta dei mercati finanziari e delle grandi lobby industriali attraverso a libera circolazione di beni, persone, servizi e capitali.
Per l'ARS la dittatura della finanza e delle multinazionali non può che tradursi in austerità perpetua per i popoli sul piano economico e, sul piano politico, nella fine della democrazia (i parlamenti nazionali contano sempre meno e quello europeo ha una funzione poco più che consultiva).
La storia italiana più recente ci mostra le conseguenze di tutto questo: degrado civile e culturale, tagli esorbitanti alla spesa pubblica (sanità, istruzione, welfare), aumento della disoccupazione (con 3 milioni di disoccupati siamo ai massimi dal 1977), crisi devastante della piccola e media impresa (55mila attività hanno chiuso negli ultimi quattro anni), aumento della povertà e dell'emigrazione giovanile.
L'ARS non si illude che sarà mai possibile riformare l'UE dall'interno in senso sociale, egualitario e progressista ("il balzo in avanti democratico" di cui parlava Hollande).
Da una parte, infatti, non esiste una società civile europea (partiti politici, radio e tv, associazioni di cittadini, editori) che possa guidare questo ipotetico e impossibile "balzo in avanti"; dall'altra, le differenze tra le singole nazioni europee – in termini di storia, cultura, interessi economici e geopolitici – sono e continueranno a essere troppo numerose e troppo grandi per consentire la nascita degli Stati Uniti d'Europa.
Per non finire schiacciati dalla globalizzazione e dall'UE l'ARS propone una soluzione non indolore: la riconquista della sovranità nazionale. La sovranità ha due pilastri materiali, come insegna Machiavelli: la moneta e l'esercito. Ma ne ha anche uno immateriale: la cultura.
Non è in gioco soltanto la riconquista della sovranità monetaria e militare, perché si tratta anche e soprattutto di decolonizzare l'immaginario, di liberarci dai complessi di inferiorità e dalla sudditanza psicologica nei confronrti dei modelli antropologici "nord-atlantici" per riscoprire la nostra identità mediterranea.
Dunque la sfida che il popolo italiano dovrà sostenere nei prossimi anni e decenni è certamente complessa e per vincerla saranno necessarie umiltà e pazienza, virtù rare nell'epoca dell'arroganza e della fretta consumistica ma comunque indispensabili.
L'ARS è soltanto una piccola associazione che sta muovendo da pochi mesi i primi passi. Non è un movimento né tantomeno un partito ma aspira a diventare una frazione di un futuro Fronte di resistenza e solidarietà del popolo italiano che unisca persone anche di diversa provenienza politica (purché si riconoscano nei valori della Costituzione) con lo scopo di esprimere una nuova classe dirigente, o meglio una vera classe dirigente.
Negli ultimi venti anni il PUDE (centrodestra + centrosinistra) non ha fatto altro che eseguire meccanicamente gli ordini dell'asse euro-atlantico UE-BCE-FMI contro i reali bisogni e interessi del popolo italiano. Secondo l'ARS è arrivato il momento di dire basta alla compressione del bilancio, alle liberalizzazioni, alle privatizzazioni, alla flessibilità del mercato del lavoro, alla riduzione dei diritti sociali.
E' necessario invertire la rotta, anzi trovare la giusta rotta: "lasciar seder Cesare in la sella", come dice Dante, e cioè ri-affermare il primato della politica sull'economia richiamandosi alla disciplina costituzionale dei rapporti economici venuto meno negli anni della cosiddetta "Seconda Repubblica" che gli storici del futuro ricorderanno come gli anni della vergogna e del tradimento.
Ora, per affermare il primato della politica e quindi della Costituzione, secondo l'ARS è necessario in primo luogo risvegliarsi dal torpore indotto da venti anni di propaganda globalista nel quale sia il berlusconismo che l'antiberlusconismo hanno giocato un ruolo decisivo. Studiare; non abbassare mai la guardia rinunciando al dubbio e al senso critico; impegnarsi in prima persona, ognuno secondo la propria indole e le proprie possibilità, nell'opera quotidiana di creazione della rete sovranista che dovrà diventare prima movimento e poi, ci auguriamo, soggetto politico.
In altre parole, "vivere militare est": non possiamo delegare a nessuno un impegno che dobbiamo assumerci direttamente. Ne va del destino dei nostri figli e della nostra cultura millenaria. Mi scuso per l'eccessiva rapidità con cui ho affrontato temi che meriterebbero un ampio approfondimento e ringrazio tutti per l'attenzione.
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