L'articolo 1 della Costituzione nell'era delle macchine

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Una risposta

  1. Andrea Franceschelli ha detto:

    Sul tema sollevato da questo articolo faccio 2 considerazioni:
    1) Il progresso tecnologico non deve spaventare nessuno.
    2) Il lavoro, così come inteso dalla Costituzione, rimarrà sempre d’attualità, a prescindere dallo scenario tecnologico in cui si va a collocare nel corso del tempo.

    L’attenzione va posta, invece, su chi detiene i mezzi di produzione e quindi chi beneficia degli sviluppi tecnologici.
    Sembra un discorso da fine ‘800, ma la realtà dei fatti ci dice che sta diventando sempre più d’attualità, soprattutto se pensiamo che negli ultimi anni la liberalizzazione della circolazione dei capitali ha concentrato in poche mani la potenza finanziaria e industriale mondiale.
    Questo fenomeno si è affermato di pari passo con le privatizzazioni dell’industria pubblica, o più in generale, con il processo di svincolo del capitale pubblico dall’intervento attivo nell’economia.
    La tecnologia deve tornare ad essere in mano pubblica, quindi dello Stato, che dovrà nei prossimi anni tornare a fare l’imprenditore.
    Solo così gli effetti del progresso saranno beneficio della collettività e non di pochi individui.

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