Non dobbiamo invadere la Libia
Non dobbiamo aggredire la Libia, sia con il “consenso” del governo di unità nazionale fantoccio, sia senza il consenso del fantomatico fantoccio.
Il terrorismo mediatico che paventa attacchi dell’IS è pura propaganda atlantista e guerrafondaia: vuole spingerci a compiere un atto che oltre ad essere contrario alla Costituzione è folle sotto il profilo della razionalità.
L’IS ha compiuto l’attentato contro la Francia perché quest’ultima lo aveva già bombardato e ha fatto saltare un aereo russo, perché la Russia aveva già bombardato l’IS. L’IS non ha nessun interesse a procurarsi da solo altri nemici, visto che già combatte, su vari fronti, numerose guerre da posizione isolata.
Se aggrediremo la Libia, l’IS diverrà uno dei paladini del “patriottismo libico” (sia pure nella cornice della ideologia “internazionalista” dell’IS), sentimento che si diffonderà nei cittadini libici e nelle tribù contro i membri del governo fantoccio che eventualmente darà il consenso all’aggressione o comunque contro le forze politiche che accetteranno di allearsi con gli invasori per tentare di ottenere il potere o briciole di potere.
Ovviamente, dopo che avremo invaso la Libia, l’IS compirà attentati in Italia.
Non sono un esperto di politica internazionale, ma credo che il terrorismo c’entri poco colla decisione di entrare o non entrare in guerra. E’ solo una velina per le povere teste del gregge, misurata sulla fantasmagorica “guerra al terrorismo” dichiarata per finta dalla superpotenza dominante.
Il problema del non fare la guerra è che in questo modo l’ENEL verrà espropriato di tutte le sue posizioni residue in Libia, e forse in Africa settentrionale, a ostilità terminate. E anche che stare a guardare mentre gli altri fanno nel proprio cortile di casa è particolarmente squalificante.
Mi sembra che Renzi stia portando avanti la tradizionale politica italiana del giro di valzer con tutti i ballerini salvo allearsi all’ultimo con il più forte perché ci vinca la guerra al posto nostro, ma facendo capire agli sconfitti che fosse per noi la guerra non l’avremmo cominciata. Nella storia nazionale a volte il gioco ha funzionato, a volte no…
L’ENI, non l’ENEL, si accorderebbe con il vincitore, chiunque esso sia. Non vedo il problema.
Ma chi saràil vincitore?
Non lo sappiamo. Dipenderà dalla natura e dalla potenza delleforze della Resistenza che si formeranno e dalla durata della guerra. Soprattutto, il vincitore potrebbe esserci tra un anno-ma non credo- tra cinque o tra dieci.
Possiamo stare tranquilli. Queste guerre (quelle coinvolte nella categoria ideologica della “lotta al terrorismo”, viste dal punto di vista dell’alleanza atlantica) come dissero subito il Mullah Omar, Osama Bin Laden ma anche Rumsfeld dureranno tra i 50 e i 100 anni. Abbiamo tanto tempo. E persino se l’IS riuscisse a mantenere il controllo del Siraq e finanche se riconquistasse Baghdad noi non avremmo alcuna conseguenza negativa.
La neutralità è la parola d’ordine non solo perché imposta dalla Costituzione, bensì perché è l’unica scelta razionale, che evita danni e dà solo vantaggi.
“L’ENI, non l’ENEL, si accorderebbe con il vincitore, chiunque esso sia. Non vedo il problema”
Le guerre petrolifere si concludono colla spartizione delle risorse fra i vincitori. Come la missione militare italiana a Nassirya aveva il compito di vigilare sui lucruosi contratti stipulati dall’ENI (ad evitare equivoci la base militare sorgeva davanti alla raffineria) (http://www.disinformazione.it/nassiryia.htm), allo stesso modo se l’Italia non partecipa alla 2da guerra di Libia e gl’imperiali (intendo gli statunitensi e i loro satelliti) vincono, all’ENI concederanno al massimo le briciole.
Gli imperiali non possono vincere.
Non hanno vinto in Iraq, non hanno vinto in Afghanistan, non stanno vincendo in Siria, non hanno vinto con la prima guerra alla Libia, non hanno vinto in Georgia, non hanno vinto in Ucraina.
Noi non dobbiamo invadere nessuno e non dobbiamo farci invadere da nessuno.
Distinti saluti.
Stefano, bisogna vedere quanto gl’imperiali vogliano vincere e quanto vogliano solo stabilizzare il caos (ma continuando a estrarre petrolio).
A parte questo, poniamoci una domanda: cosa dovrebbe fare l’Italia, nella situazione attuale, se non ci fosse l’impero pronto a intervenire? Lasciare la Libia in preda alla guerra civile, con centinaia di migliaia di profughi che i vostri pregiudizi umanistici vi impedirebbero di mitragliare, e che sareste quindi costretti a foraggiare a spese degl’italiani? Lasciare che lo stato islamico eriga un gigantesco bastione a pochi chilometri dalla Sicilia? Non sarebbe l’Italia costretta a intervenire in proprio?
In un contesto polemologico invadere può essere il modo migliore per non essere invasi.
Quale sarebbe allora la posizione dell’ARS?
“Non sono un esperto di politica internazionale ma…..”
Questi sono i momenti in cui rimpiango Goofynomics. Detto con simpatia ;-)