La frizione feconda tra Costanzo Preve e Gianfranco La Grassa
di SIMONE GARILLI (ARS Lombardia)
Preve è stato un intellettuale, nel senso nobile del termine, cioè critico sistemico del proprio tempo, che non si limita a scoperte analitiche su un tema specifico, ma costruisce un edificio originale complessivo e in qualche misura profetico, anche se il suo essere profetico non è il fine (che è invece l’analisi di qualità a supporto di un’azione politica), ma uno dei sintomi.
La Grassa, invece, è un intellettuale a metà, che può vantare notevoli scoperte analitiche, ma rifiuta coscientemente di sistematizzarle perché ha paura di rivelarsi soggettivista e umanista e tiene a dimostrare di essere un coerente strutturalista. La sua preoccupazione principale è di apparire “scientifico”. Atteggiamento perdente, tipico del positivismo ancora intatto che contraddistingue non solo i liberali ma anche i critici del liberalismo, (post)comunisti e non. Potremmo tranquillamente fare a meno di La Grassa, se non fosse che il suo contributo scientifico è effettivamente di grandissimo valore.
Ma per valorizzare La Grassa all’interno di un progetto politico ambizioso abbiamo bisogno di Preve e del suo sistema filosofico di pensiero. La frizione tra Preve e La Grassa (concreta e non solo teorica, dato che i due furono amici in costante disaccordo intellettuale) garantisce una comprensione del nostro tempo all’altezza. Come dire che gran parte di quello che ci serve ce l’abbiamo in casa, altro che analitici anglosassoni, premi Nobel americani e sopravvalutati intellettualoidi europei(sti).
Dato che mettere “a dibattito” due dei più grandi pensatori italiani del secondo Novecento è molto utile, lascio un paio di contributi critici di Costanzo Preve su Gianfranco La Grassa:
http://www.kelebekler.com/occ/lagrassa.htm
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=41014
Non vedo l’importanza di fare questi distinguo tra due pensatori comunque importanti e complementari?
Preve era meglio di La Grassa? E allora? E’ questo il problema? Ho forse lo è di più dare risposte concrete ai problemi delle persone?
Detto ovviamente col massimo rispetto per la memoria dell’uomo e del pensatore.
Non è questione di migliore o peggiore, ma di funzionalità al progetto sovranista.
Al fine di tale progetto è strettamente necessaria un’analisi all’altezza del nostro tempo, che non
trascuri aspetti solitamente dimenticati o solo accennati da molti pensatori anche di livello
molto alto (come La Grassa). Tutto ciò che La Grassa indica spregiativamente con umanesimo,
ad esempio, e che invece Preve pone a fondamento della sua analisi filosofica della modernità.
Sto parlando in particolare dell’antropologia filosofica, ovvero delle riflessioni intorno alla
Natura Umana. In La Grassa manca (consapevolmente) la dialettica tra il proprio tempo e
“ciò che è eternamente” (Hegel). In questo modo l’analisi è monca, e non aiuta nella fase di
costruzione del progetto politico, perché rifiuta esplicitamente un ruolo significativo per i
dominati. A livello analitico, però, molte sue “scoperte” sono preziose.