Mauro Scardovelli e Marco Guzzi: una nuova frazione della futura alleanza sovranista?
Sabato 30 aprile, a Milano, presso il teatro Asteria, p.le Carrara 17, con un doppio appuntamento (ore 17,00 e ore 21,00) Marco Guzzi e Mauro Scardovelli presentano “Un progetto politico e spirituale per una nuova umanità“. Si legge nella locandina che “Disuguaglianza, illegalità, e disoccupazione crescenti, conflittualità economica e sociale e grave impoverimento del paese, sono tutti effetti del tradimento della Costituzione, da parte di una classe dirigente, corrotta e irresponsabile, al servizio della finanza transnazionale“.
Si tratta di due intellettuali straordinariamente disorganici rispetto al pensiero politico, economico e ideologico dominante e straordinariamente, se non organici, affini al pensiero politico sovranista. Guzzi e Scardovelli sono al tempo stesso molto omogenei tra loro. Per Scardovelli e Guzzi, liberazione individuale e liberazione collettiva vanno di pari passo.
Mi auguro vivamente che essi promuovano una autonoma formazione politica, che sia parte del movimento sovranista e che tra qualche anno diventi frazione della futura alleanza sovranista.
E’ importante, direi indispensabile, che essi percorrano molti passi con autonomia, rispetto agli altri centri ideologici sovranisti, mobilitando e organizzando le non poche persone che li seguono assiduamente, li stimano e li ammirano e che raramente coincidono con coloro che, in un modo o nell’altro, divulgando o organizzandosi, studiando e scrivendo o diffondendo, militando o presenziando ad eventi, sono a vario titolo già parte del movimento ideologico sovranista.
Infatti, un partito grande, che diventi poi un grande partito, non può nascere, per considerazioni logiche e secondo tutta l’esperienza storica, da un unico centro propulsore. I centri propulsori devono essere tanti. Tutte le centrali ideologiche devono aspirare a divenire frazioni di una futura alleanza e di un ancor più futuro partito unitario. Alcuni centri propulsori falliranno (e ciò significherà qualcosa di molto rilevante per tutto il movimento); altri riusciranno e si alleeranno poi fondendosi. Che Guzzi e Scardovelli aspirino a organizzare una autonoma frazione (della futura alleanza) sovranista è necessario, per una pluralità di ragioni.
In primo luogo, perché ogni centrale ideologica deve dimostrare di saper essere (e prima ancora deve imparare ad essere) anche una centrale organizzativa: altro è una rivista o un movimento cuturale, altro una organizzazione politico-culturale.
In secondo luogo, perché i modelli organizzativi e di azione sono, se non innumerevoli, comunque tanti e anche molto diversi tra loro; ed è necessario che essi siano messi alla prova dei fatti e siano conformi alla psicologia e ai caratteri di chi prende l’iniziativa, mentre è assolutamente da sconsigliare che più centri ideologici si auto-impongano con immediatezza un unico modello organizzativo, eventualmente frutto di un compromesso, al quale nessuno o quasi creda: un progetto politico è costituito da idee, da una organizzazione, da una teoria e una pratica dell’azione e da uomini. Le idee sono importanti ma non sono, nella misura più assoluta, l’unico elemento di un progetto politico. Non ne sono nemmeno l’elemento principale. Sono un elemento essenziale come gli altri, sebbene siano il primo elemento sotto il profilo logico: senza idee non c’è politica; possono esserci soltanto potere e affari.
In terzo luogo, Guzzi e Scardovelli sono due umanisti, convinti che si debba partire “da una trasformazione in primo luogo interiore” (traggo sempre dalla locandina che annuncia la presentazione del progetto). Questo elemento decisivo della loro dottrina incide sia sulla determinazione dei destinatari del messaggio, sia sulla forma del medesimo, sia sul contenuto, più ricco ma al tempo stesso bisognoso di essere più acutamente articolato, in ragione della maggiore complessità.
Auguri, dunque, a Mauro Scardovelli e Marco Guzzi.
Itala libera da questo governo corrotto