Il protestantesimo alla conquista di Roma
di don CORNELIO FABRO (teologo; 1911-1995)
Sembra che i nuovi teologi siano convinti che il magistero stesso di fatto abbia rinunziato alla funzione di guida e di giudizio inappellabile per i credenti, quale finora era stata esercitata e quale è stata nuovamente dichiarata a proposito del Vaticano II.
È bastato che, nella mutata condizione dei tempi, il magistero sopprimesse l’Index librorum prohibitorum e fossero tolte o mitigate alcune censure, perché i nuovi teologi si sentissero autorizzati come gli unici interpreti e arbitri della fede e gli ermeneuti intoccabili della Parola di Dio. Più ancora, non solo si sono comportati con gli scritti e con i fatti “come se” il magistero non esistesse, ma non hanno esitato – Rahner in testa – a contestarne apertamente gli atti formali: per esempio, il Sillabo di Pio IX, la Pascendi di Pio X, la Humani generis di Pio XII, la Humanae vitae e il Credo di Paolo VI… esigendo da quest’ultimo la ritrattazione, se ci tiene a essere credibile…!
Il messaggio cristiano è messaggio di salvezza in quanto annunzia la CONVERSIONE DELL’UOMO A DIO e la lotta contro il mondo. Esso distingue il mondo creato da Dio e gli uomini chiamati a salvarsi e a essere figli di Dio, dal mondo che odia Dio e dagli uomini che rifiutano la fede e si immergono nel mondo come se questo fosse l’unico orizzonte della libertà. È questo anche l’orizzonte della svolta antropologia, della teologia orizzontale?
La ricordata teologia progressista ha prodotto numerose importanti ALTERAZIONI NELLA CHIESA, devo dirlo. Non posso né voglio qui enumerarle. Ma UN tratto è comune a molte, anzi alla maggior parte di queste alterazioni, cioè l’adattamento alla dottrina e alla prassi della Riforma, ai contenuti e alle forme protestanti. La leva delle aspirazioni protestatizzanti è il cosiddetto ecumenismo cattolico proclamato dal concilio Vaticano II. Infatti i suoi influssi minacciano, secondo la mia osservazione, la Chiesa con la perdita della sua identità. In primo luogo si deve dire che molti cosiddetti teologi cattolici lavorano come i protestanti, cioè trascurando i principi della teologia cattolica.
Con assoluta spregiudicatezza e come fosse evidente, essi operano con il principio protestante della “sola Scriptura”. Nessuna meraviglia che essi giungano a posizioni protestanti. L’ecumenismo esige quella nebulosità e mancanza di chiarezza di cui una volta lo storico Joseph Lortz ha detto che è uno dei più importanti presupposti per il successo del movimento di Martin Lutero. Alcuni esempi: in primo luogo la TEOLOGIA DEL SACERDOZIO. Se il sacerdozio di fatto non è essenzialmente diverso dal laicato, è chiaro che il sacerdozio cattolico deve stare alla periferia della coscienza cattolica oppure essere completamene eliminato.
Un altro esempio: Döpfner e Dietzfelbinger, il cardinale cattolico e il vescovo protestante del Land bavarese hanno fatto una dichiarazione comune sulla INDISSOLUBILITÀ DEL MATRIMONIO. Chiunque conosca anche da lontano la dottrina protestante del matrimonio sa che i protestanti per indissolubilità del matrimonio intendono qualcosa di essenzialmente diverso da quello che intende la Chiesa cattolica. Di questa differenza essenziale non si parla affatto in questa dichiarazione. Ma che cos’è il valore in generale di una dichiarazione comune, dalla cui interpretazione e collocazione nella prassi subito emergono gravissime differenze, sempre supponendo che si voglia mantenere la fede cattolica?
In secondo luogo, le STRUTTURE, le MANIFESTAZIONI VITALI e la DISCIPLINA della Chiesa vengono in misura crescente adattate alle idee protestanti. Il sistema di consiglio in Germania, per esempio, viene delibato in parte notevole da fonti della Riforma. Una gran parte delle alterazioni della LITURGIA sta sotto il modello protestante, come ci assicurano gli stessi autori protestanti.
In tutte le possibili occasioni che sono offerte alla Chiesa cattolica per dispiegare oggi la sua vita, anzi soltanto per professare la sua fede, viene contrapposto l’ecumenismo. Esempio: se si devono canonizzare i martiri inglesi, ecco la minaccia del peggioramento del clima ecumenico. Se si avvicina la festa del Corpus Domini si parla del dovere di aver riguardo dei fratelli separati. Molti tesori e valori che la nostra Chiesa possedeva rispetto alle altre comunità religiose sono stati negli ultimi anni – per i cosiddetti riguardi ecumenici – distrutti o lasciati nello sfondo. Un po’ alla volta anche il cattolico più paziente, che vuole restare cattolico, si domanda se l’ecumenismo così’inteso non sia un mezzo per strangolare la fede cattolica.
Quando i frequentatori della chiesa sono oltraggiati dal pulpito, quando gli atei vengono loro presentati come modelli, quando un umanesimo universale sostituisce l’Evangelo e le verità della fede vengono apertamente negate, allora simili comportamenti con l’andare del tempo scuotono la pazienza anche dei migliori cattolici, per tacere dei molti che frequentano il culto non per i motivi più alti.
Una responsabilità non meno lieve spetta alla RIFORMA LITURGICA per aver lasciato briglia sciolta al dilagare degli esperimenti di ogni genere. La cosa più sacra che la Chiesa possiede, l’Eucaristia, è diventata un campo di giostra di ideologi e fanatici tra la costernazione e la dolorosa sorpresa dei fedeli. Anche l’abbandono del canto gregoriano, della lingua latina e della musica ecclesiastica ha avuto il suo peso. Si è ridotti che la notte di Natale le pastorali le cantano ora solo i protestanti.
[L’avventura delle teologia progressista, Rusconi 1974]
Una delle differenze più importanti tra protestantesimo e cattolicesimo è il rapporto con lo Stato. La Chiesa cattolica è uno Stato, la Chiesa protestante non lo è; dunque la Chiesa cattolica ha un’ambigua dimensione pubblica-privata (è un’istituzione pubblica, uno Stato, ma si intrufola ovunque, nella stanza da pranzo e nella stanza da letto), la Chiesa protestante è nella dimensione privata e lascia libera la dimensione pubblica allo Stato. Dunque lo Stato protestante si regola secondo razionalità, lo Stato che deve convivere con il cattolicesimo deve fare i conti con i dogmi di fede COME SE fossero superiori alla razionalità. Questi dogmi di fede pretendono di superare la razionalità delle leggi statali perché la Chiesa cattolica è un’istituzione sovranazionale, con proprietà e interessi in tutto il mondo – proprio come le grandi istituzioni protagoniste della globalizzazione. Non è un caso che la Chiesa non abbia fatto NULLA contro l’imposizione del libero scambio ai paesi del terzo mondo, che ha distrutto le loro economie e avviato i processi di migrazione; non è un caso che lo stesso papa che si lamenta che i conventi siano riempiti di suore extracomunitarie predichi l’apertura indiscriminata delle frontiere. In una parola: l’opposizione della Chiesa cattolica alla modernità non è identificabile con l’opposizione al globalismo.
Chiesa e stato sono formule aggregative parimenti a cavallo fra razionalità organizzativa e predicazione di miti unificanti. Fra il tricolore e il crocifisso, fra l’obbligo di andare in chiesa e quello di fare il servizio militare vedo poca differenza. Lo stesso fra il mito della resurrezione e i miti del risorgimento o della resistenza o di Roma imperiale.
Infine il concetto di una chiesa libera o privata indica solamente che l’organizzazione ecclesiastica è subordinata a quella statale, e la sfera religiosa a quella politica. Se la chiesa ritiene l’aborto un orrendo omicidio e lo stato no si fa quel che decide lo stato. La formula “libera chiesa in libero stato” è uno degli innumerevoli scongiuri semantici, tanto assurdi dal punto di vista concettuale quanto utili ai fini della convivenza.
In effetti non mi è del tutto chiaro un simile delirio clericale su quello che dovrebbe essere l’organo del FSI.
La Chiesa Cattolica Romana è da due millenni il principale nemico dell’Italia,indi senza tanti distinguo l’unica posizione ragionevole al riguardo è quella di Garibaldi: preti alla vanga.
Il brano riguarda lo stravolgimento della liturgia cattolica, funzionale secondo me al potere temporale in un contesto storico molto diverso dal passato
Non solo la liturgia ma anche la dottrina. Quando si insegue la società-pappina bisogna pappificare se stessi. I protestanti avevano cominciato la rincorsa un secolo prima dei cattolici e questi hanno dovuto fare i salti mortali per stargli dietro.
Ad ogni modo, la Chiesa e le religioni non sono i nemici del sovranismo
Mi permetto di dissentire.
La Chiesa sono esattamente 2000 anni che rompe le balle agli Italiani, e sembra non aver ancora finito di fare danni.
La dottrina liberista-globalista pretende che il mondo, da essa trasformato culturalmente e antropologicamente, sia l’unico ed esclusivo orizzonte di libertà per gli esseri umani, perciò non può tollerare il messaggio cattolico tradizionale di conversione dell’uomo a Dio in contrapposizione al mondo. E, in questo contesto storico, il mondo è liberglobalista. Il globalismo fu concepito in ambito protestante e da lì si diffuse e da lì ci viene imposto per cancellare qualunque altra dottrina, nuova o tradizionale, religiosa o non, che con esso è inconciliabile, come lo è il cattolicesimo pre-concilare. Da qui la “marcia su Roma” del protestantesimo, scaramuccia o battaglia che sia, per imporre una religione mondiale fluida, indistinta, vaga, funzionale al globalismo anglo-americanista. Per i sovranisti è importante conoscere questi scenari e capire quali orientamenti e idee si contrappongono al nemico comune, perciò ritengo opportuna e motivata la pubblicazione dell’articolo.
Ma…non è semplicemente vero.
L’escatologia abramitica IN OGNI FORMA (ebraismo, cristianesimo, islam, liberalismo, comunismo) ha in se la medesima visione rettilinea della storia che può potenzialmente portare alla folle idea di azzerarla.
La Chiesa non è stata “infettata” da nulla, ed il globalismo almeno dal punto di vista economico nasce nella cattolicissima scuola di salamanca.
Semplicemente, ha perso gli anticorpi all’escatologia che ha sempre avuto, e cioè la cultura classica.
La pratica religiosa aiuta a contenere le pulsioni dell’ego, incompatibili non solo con la ricerca spirituale ma anche con un progetto che richiede grande abnegazione e pazienza come quello sovranista. Ma, è chiaro, questa è solo una mia sia pure forte convinzione personale, non la posizione ufficiale del FSI.
Quali religioni?
Tutte?
Nemmeno Roma (che pure è caduta a causa dell’eccessiva tolleranza) applicava la strana idea per cui basta che hai “fede” e va bene.
Non tutte. Non le varie sette protestanti sponsorizzate dagli USA