E poi ci offendiamo quando il mondo ci chiama "spaghetti e mandolino"
di PAOLO BARNARD
“Lasciatemi cantare con la chitarra in mano… Lasciatemi cantare, sono l’italiano”
Venerdì 11 marzo 2011, quello che è forse il più devastante terremoto della Storia moderna colpisce il nord est del Giappone. I morti sono stimati dai 18.000 ai 22.000, i danni all’economia del Paese furono di almeno 250 miliardi di dollari, posizionando questa catastrofe naturale come la più costosa nella Storia, scrisse il New York Times.
La reazione del governo giapponese:
72 ore dopo la tragedia la Banca del Giappone iniettò 181 miliardi di dollari di denaro di Stato nella casse delle banche giapponesi come stop immediato a un tracollo finanziario.
Con una ricostruzione stimata sui 128 miliardi di dollari, il governo giapponese si accordò con l’opposizione per un esborso totale di 230 miliardi di dollari.
Per compensare le vittime del disastro nucleare causato dal sisma nella centrale di Fukushima, il governo di Tokyo sborsò 20,6 miliardi di dollari alla Tokyo Electric Power Company, l’azienda responsabile della centrale.
L’Aquila in Italia rimane una città fantasma con gran parte del centro storico ancora inagibile a sette anni di distanza, e mai i miserabili 5 miliardi di euro che il capoluogo abruzzese supplicava da Roma furono stanziati quando servivano. Renzi ha promesso 3,89 miliardi virtuali in finanziarie virtuali che si allungano fino al 2018 o altri spiccioli al 2020. Più o meno come il Giappone, più o meno, dai.
Amatrice, vedremo, nel frattempo l’Italia emula Tokyo così:
fonte: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1564
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