Cospirazione e comunicazione*
di STEFANO D’ANDREA
Saviano, Renzi, Salvini, Travaglio, Fazio, Flores D’Arcais, Alesina, Giavazzi, Allevi, sono la mediocrità che in questo momento riusciamo ad esprimere. Le potenzialità sono molto superiori ma perché maturino ed emergano servono condizioni che soltanto un nuovo grande partito, che poi diventi un partito grande, può generare.
Quindi bisogna uscire completamente dalla cronaca, dalla ingenua istanza di visibilità e di notorietà, e immergersi in una prospettiva storica, svolgendo un lavoro che sarà ancora per pochi anni (direi tre) ignorato dal “pubblico”.
E’ la fase della cospirazione, nella versione contemporanea, posto che oggi non ci è vietato dire ciò che vogliamo ma dirlo è del tutto irrilevante. Pertanto, una volta fissate le idee, serve l’organizzazione, che è appunto la fase del lavoro molecolare e “segreto” che significa semplicemente ignorato.
Soltanto dopo aver raggiunto un certo grado di organizzazione, sarà possibile l’azione collettiva: l’azione comunica in modo molto più potente della dichiarazione, dell’articolo, del libro, della intervista, della partecipazione ad una trasmissione televisiva. Ma senza cospirazione, che è umile e silenziosa organizzazione, non ci sarà mai azione,ossia potente comunicazione.
* Pubblicato su Appello al Popolo il 27 settembre 2015
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