I Prezzi.
Di ANDREA MENSA
In questa trattazione dovrò definire diverse parole, in quanto è essenziale non lasciare dubbi o imprecisioni su diversi punti.
Trattando della formazione dei prezzi delle merci(1) e non dei beni di alto valore, o anche dei beni rari o addirittura unici, è necessario riprendere il concetto di valore e quello di utilità marginale.
Ripeto, tutto quanto segue è relativo ai prezzi delle merci di comune uso e consumo, gli altri, quelli di alto valore o rari, lo tratterò in seguito.
Il valore è quell’attributo personale relativo ad un bene che ne esprime in un certo ambiente, la desiderabilità.
Mentre l’utilità marginale è quel principio per cui un individuo che possa disporre di diversi beni dello stesso tipo, li valuterà in maniera diversa mano a mano che ne utilizzerà un numero crescente.
Per chiarire il concetto pensiamo ad un uomo assetato. Per lui il primo bicchiere d’acqua che potrà avere avrà un certo valore, il secondo un valore inferiore, fino a che all’ennesimo non darà più alcun valore , perché sazio.
Ora, per valutare una qualsiasi grandezza noi usiamo la comparazione tra ciò che vogliamo misurare ed un campione. Il campione ovviamente deve essere un qualcosa dello stesso tipo di ciò che vogliamo misurare.
Quindi, per misurare una lunghezza useremo un metro, che corrisponde a quel campione conservato al Louvre.
Ma legata alla misura, che ce ne rendiamo conto oppure no, noi applichiamo sempre una approssimazione.
Se misuriamo un tavolo, magari la misura sarà approssimata al millimetro, ma se misuriamo un campo, magari l’approssimazione sarà un decimetro o un metro.
L’orologio esatto, nel senso letterale della parola, almeno due volte al giorno è quello fermo, per tutti gli altri, sarà anche di un infinitesimo, ma saranno approssimati.
Perché ho tirato in ballo tutte queste considerazioni ? perché il valore, la desiderabilità, sono delle emozioni, comparabili in modo ordinale e non cardinale. Un valore lo possiamo esprimere come maggiore, minore od uguale a quello di un campione, ma non, ad esempio come 5 volte il campione.
Ma quando vediamo un oggetto il cui prezzo è 3€, noi sappiamo benissimo quanto valga per noi un euro, grazie alla comparazione con quanti altri oggetti potremmo comprare, che processo mettiamo in atto ?
Diciamo come esempio, che vorremmo sapere quanto vale per noi una mela espresso in caramelle.
L’unica possibilità di passare da una valutazione ordinale ad una cardinale è l’ugualianza, condizione equivalente nei due sistemi. Quindi immaginiamo di voler determinare il peso di un oggetto con una bilancia a comparazione avendo a disposizione un certo numero degli oggetti presi come unità di misura.
Metteremo su un piatto della bilancia l’oggetto da misurare, e sull’altro piatto oggetti “campione” in numero tale che con uno in meno sia minore il peso totale dei “campioni” e con uno in più sia maggiore.
Avremo determinato così a quanti oggetti “campione” corrisponda il peso del nostro oggetto da misurare, con l’approssimazione di un oggetto campione.
Se l’approssimazione non sarà sufficiente, basterà usare dei “campioni più piccoli ed in numero maggiore.
Ecco che ho quasi risolto il problema di valutare la mela in caramelle, ma interviene il problema dell’utilità marginale, perché il valore delle caramelle, non sarà costante. Maggiore per la prima e via via minore per le successive. Ecco però che interviene la caratteristica tutta umana dell’immaginazione, grazie alla quale siamo in grado di comparare il valore della mela con , il valore di 3 “prime caramelle”, decisamente superiore a quello di 3 caramelle, oppure una caramella, con 1/3 di mela, ma non il primo terzo, perché sarebbe superiore al secondo, ma proprio 1/3 di tutta la mela.
Questo processo, seppur complicato a descriverlo, noi lo facciamo tutte le volte che compariamo il valore che ha per noi una merce (1) con il suo prezzo (2) espresso in denaro.
Io credo che ognuno di noi dia una valutazione diversa al denaro, e questo in funzione delle disponibilità, dell’educazione, della situazione in cui ci troviamo per cui , per esempio per un ricco 10€ possono essere solo degli spiccioli, mentre per chi debba vivere con 1000€ al mese, sono invece molto importanti, ma per la stessa persona, il valore del denaro, ottenuto proprio comparando i prezzi dei diversi beni e soprattutto quelli di più largo e comune consumo, sarà perfettamente chiaro.
Ma sarà ancora più chiaro come ogni persona decida, sulla base dell’utilità marginale, quante merci dello stesso tipo acquistare. Infatti, stabilita una certa cifra da spendere, ne destinerà una certa quantità al pane, per cui acquisterà tot panini, un’altra quantità alle zucchine, per cui ne acquisterà un certo numero, ecc… per tutte le altre merci, avendo assegnato ad ogni tipo di merce ed alla relativa quantità un posto nella graduatoria delle sue preferenze.
Questo meccanismo è estremamente importante per la formazione dei prezzi, perché è il feed back degli acquirenti ai venditori.
Dato che ogni acquirente seguirà il processo mentale descritto, stabilirà di volta in volta la quantità di ogni tipologia di merci da acquistare, con la conseguenza di acquistarne di più se il prezzo si abbassa e riducendo le quantità o addirittura passando ad altre tipologie, se il prezzo aumenta.
D’altra parte, il venditore potrà solo stabilire un prezzo minimo ad ogni merce, sotto il quale non gli converrà mettere in vendita tale merce, ma dato che il guadagno è anche legato alla quantità venduta di elementi dello stesso tipo, ecco che cercherà il miglior compromesso tra prezzo e quantità venduta ( ricordando che dalla parte dell’acquirente, il prezzo influenza la quantità), in modo da ottimizzare il guadagno verso il massimo.
Per gli altri tipi di bene, invece, si potrà avere una trattazione personalizzata, un’asta, o un bando di concorso.
Il primo tipo richiede la partecipazione sia del venditore che dell’acquirente per stabilire il prezzo.
Pensiamo all’acquisto di un’automobile. Partendo da un listino, ovvero un prezzo di riferimento, seguirà una trattativa verso l’alto da parte del venditore e verso il basso da parte dell’acquirente che potrà sfociare nell’acquisto se si troverà un compromesso soddisfacente per entrambi, o nella rinuncia all’acquisto se tale compromesso non verrà trovato. Il prezzo quindi sarà il frutto di tale trattativa se andrà a buon fine.
L’asta è un sistema usato per la vendita di beni rari, e consiste nel richiamare diversi possibili acquirenti che avranno la possibilità di elevare ogni volta l’offerta, partendo da un valore di base o partenza. Alzando di volta in volta l’offerta , gradualmente i possibili acquirenti diminuiranno, in quanto l’offerta supererà il quanto hanno valutato quel bene, finché ne resterà uno solo. Quello sarà colui che si aggiudicherà il bene al valore dell’ultima offerta, quella oltre la quale nessuno ha offerto di più, e quello sarà il prezzo di vendita.
Bandi o aste al ribasso, sono invece usati ad esempio per l’assegnazione dei titoli di stato o l’assegnazione di lavori o forniture. In essi il richiedente (acquirente o emittente) stabilirà un valore base per le offerte, ed i partecipanti, essendo loro i venditori, abbasseranno la loro offerta in genere in busta chiusa, e nel caso dei titoli , a scalare. La minore sarà quella accettata e quindi quello sarà il prezzo.
Vorrei far notare come i prezzi, comunque, siano legati al valore del denaro, che essendo la “merce” di scambio più comune, ne diventa anche l’unità di misura, ovvero quel bene che ogni individuo in modo autonomo confronterà con le merci e i beni secondo la propria scala di priorità e secondo le proprie possibilità. Risulterà quindi che il valore del denaro sarà diverso per ogni individuo in funzione sia delle sue possibilità ma anche dei suoi desideri.
1) Merce = bene il cui proprietario ha dichiarato l’intenzione di vendere, e che può esser portato via dall’acquirente.
2) Prezzo = valore al quale il proprietario di un bene è disposto a cederlo.
La settimana è stata caratterizzata dal referendum alla FIAT, e da altri eventi di una certa importanza economica.
La crisi, è stato ammesso dal nostro ministro dell’economia, non è ancora da considerarsi conclusa, e anche il presidente della FED Bernanke vede in prospettiva sia il problema immobiliare che quello della disoccupazione, non facilmente superabili seppur in leggero miglioramento ( bontà sua, visto che invece i numeri della settimana lo smentiscono), ma che comunque non si risolveranno prima di alcuni anni.
In Europa, grazie agli acquisti di titoli sovrani da parte della BCE, si è allentata la spinta verso l’alto dei rendimenti dei titoli dei paesi “periferici” o PIGS, quelli cioè che hanno elevato rischio di default.
Preoccupa invece la mole dei titoli da rinnovare, tra quelli Italiani, quelli Europei, e anche quelli Americani, e non solo quelli federali ma soprattutto le obbligazioni delle municipalità o Munibond, e di quegli stati, come la California, e città importanti, ch esono praticamente enti già falliti.
Bisognerà vedere come la FED risolverà tale problema.
Commenti recenti