La crisi e il crollo

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Nessuna risposta

  1. Alba Kan ha detto:

    "La crisi è incertezza. Il crollo è certezza"

    Sai Stefano…credo che abbiamo parecchie certezze!
    ;)

  2. Andrea.Mensa ha detto:

    l'articolo è bello, e pone un bel contrasto tra una lenta discesa che di volta in volta da il tempo di abituarsi al "un po' peggio", ed un crollo che mette in evidenza due situazioni diverse.

    un po' come vedere i cambiamenti del figlio che cresce, o da parte del genitore che vede il figlio tutti i giorni e lo zio che lo vede una volta all'anno.

    ma quando parli di crollo salvifico, credo tu voglia invece perlare della "fine del crollo", quando si appura che non si sta più scendendo, che ci si guarda attorno stupiti per constatare la nuova realtà, ma è tutto di nuovo fermo.

    con un po' di ansia, per il timore che la discesa ricominci, che il fondo non sia ancora stato toccato, si cerca di capire se quella è veramente la nuova situazione, un po' come quando al buio si tasta il terreno, ci sarà un buco davanti o solido terreno ?

    ecco io farei questa distinzione, perchè il crollo è movimento, discesa incontrollata, ma quello che descrivi è la convinzione della fine del crollo.

    sbaglio ?

  3. stefano.dandrea ha detto:

    @ Andrea

    Non sbagli. Ho come l'impressione che quando un sistema sia in crisi non possa aversi un nuovo inizio; che sia ovvio che si mettano le pezze, che si tiri a campare. La crisi è il momento in cui le azioni innovative le fanno i singoli, non gli stati. Il crollo, invece…".

    @Alba

    Certezze ne ho poche, in campo politico. Speranze si. Tu sottolinei sempre che sono ottimista. Ed è vero. Per fare una rivoluzione bastano pochi giorni. Per fare una dottrina, che è la rivoluzione in atto permanente – è il faro dell'azione della rivoluzione – ci vuole un po' di più

  4. Alba Kan. ha detto:

    @Stefano.
    In questi termini sono ottimista anch'io…
    E' verissimo quello che dici, infatti lo vediamo sulla nostra pelle ogni giorno i risultati dell'indottrinamento…certo tu parlavi di quello "buono" ma è lo stesso anche per quello "cattivo"…anche per quello ci vuole tempo, anni….ma poi basta un momento per svegliarsi dal letargo e dire: "Adesso basta!"
     

  5. lucianofuschini ha detto:

    Sono felice che questo articolo da incorniciare sia stato pubblicato anche da Comedonchisciotte, un sito che ha migliaia di lettori. Idee come queste devono circolare, essendo un contributo alla conquista di quella gramsciana egemonia culturale che purtroppo non è all'orizzonte ma è condizione necessaria al successo di qualcosa che sia rivoluzione e non semplice rivolta. Da parte mia mi permetterei solo di estendere il concetto di crisi: non si dà crisi solo in termini economici, ma anche quando, pur in presenza di una forte crescita, le relazioni umane si mercificano, i costumi si rilassano, la disciplina e il senso del dovere si allentano. Anche per questo siano benvenuti i crolli. 

  6. carola ha detto:

    Concordo con Stefano, è da molto che aspetto questo "crollo"  solo da lì si può ricominciare ora è solo un rattoppare che crea un sistema sempre più fragile ,indebitato e come ben dici pieno di estenuante incertezza.

  7. Stefano Caniggia ha detto:

    Entrare nella fase del crollo il più presto possibile ci libera da questa inutile agonia
    prima finiamo prima ricominciamo – non c'è tempo da perdere

  1. 2 Maggio 2012

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