Occupazione e disoccupazione
di ALBERTO BAGNAI
[…]
molto rapidamente, vi faccio vedere una cosetta ovvia, che molti di voi sanno, e che mi è tornata in mente lavorando a uno dei summenzionati paper. Il tasso di disoccupazione è il rapporto fra persone in cerca di occupazione (disoccupati) e forze di lavoro. Le forze di lavoro sono la somma di occupati e disoccupati. La popolazione attiva è la somma di forze di lavoro e “non forze di lavoro”. Il tasso di occupazione è il rapporto fra occupati e popolazione attiva.
Succede quindi (salvo errore in quanto ho scritto, che non ho tempo di rileggere) che:
In A gli occupati sono 95, mentre in B e C sono 93. Dato che la popolazione in età attiva è di 150 e tale resta, il tasso di occupazione scende da 63% a 62%. Questo per il tasso di occupazione.
Col tasso di disoccupazione sono possibili invece dei simpatici diversivi. Ad esempio, fra A e B il tasso di disoccupazione aumenta da 5% a 7%, perché i due occupati in meno diventano due disoccupati in più (i disoccupati passano da 5 a 7). Fra A e C invece la disoccupazione resta al 5%, perché i due occupati in meno si scoraggiano, non sono più “in cerca di occupazione”, e quindi non vengono contati fra i disoccupati (che restano quindi 5). Semplicemente, transitano dalla forza di lavoro (che diminuisce da 100 a 98) alla non forza di lavoro (che aumenta da 50 a 52).
Nel lungo periodo saremo tutti morti, e scompariremo dall’anagrafe.
Nel medio saremo tutti scoraggiati, e scompariremo dall’indagine sulle forze di lavoro.
Spero di aver chiarito a chi ancora non lo avesse capito su cosa si basano i miracoli del ministro Poletti, e auguro a tutti di resistere: continuate a cercare, non fosse altro che per mandargli di traverso le loro statistiche…
fonte: http://goofynomics.blogspot.it/2016/12/occupazione-e-disoccupazione.html
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