Un segreto di Pulcinella ben custodito: dietro il brutale esperimento dell’India di abolire gran parte del contante c’è Washington
di VOCI DALL’ESTERO (Norbert Haring)
Dal sito di Norbert Häring, corrispondente del giornale economico tedesco Handelsblatt, un interessante articolo sullo stadio avanzato della lunga guerra al contante condotta dagli esponenti del mondo della finanza e dai governi che li appoggiano, in primo luogo Washington. In India è infatti in corso il primo esperimento sul campo di abolizione del contante, con l’ambizione di renderlo un modello sostenibile e replicabile a livello globale. La conseguenza della diffusione universale dei pagamenti digitali è quella di massimizzare il potere di controllo e assicurare il predominio USA sulla finanza internazionale.
Traduzione di Margherita Russo
All’inizio di novembre, senza alcun preavviso, il governo indiano ha dichiarato fuori corso le due banconote di taglio più alto, abolendo così di fatto oltre l’80 per cento del valore della moneta in circolazione. In mezzo al trambusto e all’indignazione che ne sono scaturiti, nessuno sembra aver fatto caso al ruolo giocato da Washington nella vicenda. Il che è abbastanza sorprendente, visti i pochi sforzi fatti per dissimularlo.
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha spesso reiterato il ruolo prioritario della partnership strategica con l’India nella sua politica estera. La Cina deve essere limitata. Nel quadro di questa partnership, l’agenzia governativa per lo sviluppo USAID ha negoziato diversi accordi di cooperazione con il Ministero delle Finanze indiano. Uno di questi è dichiaratamente finalizzato a limitare l’uso del contante a favore dei pagamenti digitali in India ed a livello globale.
L’8 novembre il primo ministro indiano Narendra Modi ha annunciato che le due banconote di valore più alto non potevano più essere utilizzate per i pagamenti, con effetto quasi immediato. I detentori potevano recuperarne il valore soltanto versandole in un conto in banca entro un breve periodo di grazia prima della fine dell’anno, cosa che molte persone ed aziende non sono riuscite a fare, a causa delle lunghe code agli sportelli. Le somme in contanti che le banche erano autorizzate a pagare ai singoli clienti erano anche soggette a rigorose restrizioni. Circa metà degli indiani non hanno un conto in banca, ed in certi casi nemmeno una banca nelle vicinanze. L’economia è in gran parte basata sul contante. Di conseguenza ne è scaturita una grave penuria di contanti. A soffrirne di più sono stati i più poveri e vulnerabili. Per loro, guadagnarsi a malapena da vivere nell’economia informale o pagare per beni e servizi indispensabili come cibo, medicine ed ospedali è diventato più difficile. Caos e truffe hanno imperversato fino a dicembre inoltrato.
Quattro settimane prima
Appena quattro settimane prima di quest’attacco a danno dei cittadini indiani, USAID aveva annunciato l’introduzione di “Catalyst: Partnership globale per i pagamenti cashless“, al fine di indurre un salto quantico nei pagamenti cashless in India. Il comunicato stampa del 14 ottobre annunciava che Catalyst “rappresenta la fase più avanzata nella partnership fra USAID ed il Ministero delle Finanze per facilitare l’integrazione finanziaria universale”. La dichiarazione non appare nella lista dei comunicati stampa del sito di USAID (o non appare più?). Neanche filtrando i risultati con la parola India si riesce a trovarla. Per trovarla è necessario sapere che esiste o affidarsi al caso in una ricerca web. Di fatto questa, come altre dichiarazioni che a prima vista sembravano piuttosto prive di interesse, sono divenute molto più interessanti ed indicative dopo l’8 novembre.
Una lettura delle dichiarazioni a posteriori rende ovvio che Catalyst, e la partnership tra USAID ed il Ministero delle Finanze indiano dalla quale è scaturito Catalyst, non sono che operazioni di facciata utilizzate per preparare, senza destare troppi sospetti, un attacco a tutti gli indiani che utilizzano i contanti. La stessa parola Catalyst suona molto più inquietante, se si tiene conto di ciò che è successo il 9 novembre.
Il responsabile per l’incubazione del progetto Catalyst è Alok Gupta, precedentemente amministratore delegato del World Resources Institute di Washington, di cui USAID è uno degli sponsor principali. È anche stato uno dei primi membri del team che ha sviluppato Aadhaar, l’orwelliano sistema di identificazione biometrica.
Secondo un’indagine dell’Indian Economic Times, USAID si è impegnata a finanziare Catalyst per tre anni. L’importo è tenuto segreto.
Prima di essere nominato AD diCatalyst, Badal Malick è stato Vice Presidente di Snapdeal, la più importante piattaforma di e-commerce in India. Malick ha così commentato:
“La missione di Catalyst è risolvere i molteplici problemi di coordinazione che hanno impedito la penetrazione dei pagamenti digitali tra i commercianti e consumatori a basso reddito. Confidiamo di poter creare un modello sostenibile e replicabile. (…) Sebbene ci sia già (…) un’iniziativa concertata da parte del governo, esiste ancora un’ultima distanza da coprire per quanto riguarda il gradimento da parte dei commercianti ed i problemi di coordinazione. Desideriamo avere un approccio olistico ed ecosistemico a questi problemi.“
Dieci mesi prima
I molteplici problemi di coordinazione ed il tema dell’ecosistema-contante menzionato da Malick sono stati analizzati in un rapporto commissionato da USAID nel 2015 e presentato nel gennaio 2016, nel quadro della partnership anti-contante con il Ministero delle Finanze indiano. Anche il comunicato stampa su questa presentazione non si trova nella lista dei comunicati stampa di USAID (o non più?). Il titolo dello studio era “Beyond Cash”.
“I commercianti ed i consumatori sono chiusi in ecosistemi basati sui contanti, che frenano il loro interesse” nei pagamenti digitali, recita il rapporto. Dato che pochi esercenti accettano i pagamenti digitali, pochi consumatori sono interessati ad usarli, e poiché pochi consumatori usano i pagamenti digitali, pochi esercenti sono interessati ad adottarli. Dal momento che le banche ed i fornitori di servizi di pagamento applicano commissioni per l’uso dei dispositivi o anche solo per tracciare i pagamenti digitali, è necessario un forte impulso esterno al fine di ottenere un livello di diffusione delle carte tale da renderle reciprocamente convenienti come modalità di pagamento per entrambe le parti.
A novembre si è scoperto che il dichiarato “approccio olistico ed ecosistemico” diretto a generare questo impulso consisteva nel devastare temporaneamente l’ecosistema-contante per poi gradatamente prosciugarlo, limitando la disponibilità di contante delle banche per i singoli clienti. Poiché per ottenere un pieno effetto di catalisi l’attacco doveva essere fatto di sorpresa, lo studio pubblico Beyond-Cash ed i principali attori di Catalyst non potevano descrivere i loro piani apertamente. Per questo hanno utilizzato un trucchetto per camuffarli, pur restando in grado di eseguire tutti i preparativi necessari, incluse le audizioni di esperti. Parlavano sistematicamente di un esperimento regionale sul campo che apparentemente stavano pianificando.
“L’obiettivo è di prendere in considerazione una città ed incrementare i pagamenti digitali di 10 volte nell’arco da sei a 12 mesi,” ha dichiarato Malick meno di quattro settimane prima che gran parte del contante fosse abolito in tutta l’India. Per non essere limitati nei loro preparativi in una sola città, il rapporto Beyond-Cash e Catalyst continuavano a parlare di una serie di regioni da prendere in considerazione, in apparenza per poter poi decidere quale fosse la migliore città o regione per l’esperimento. Solo a novembre è stato chiaro che l’intera India sarebbe stata la regione-cavia per una campagna globale volta a sbarazzarsi del contante. Leggendo con il senno di poi una dichiarazione rilasciata dall’Ambasciatore Jonathan Addleton, Direttore della Missione USAID in India quattro settimane prima, diventano chiare le sue velate allusioni a quanto sarebbe seguito:
“L’India è all’avanguardia delle iniziative globali per digitalizzare le economie e creare nuove opportunità economiche che raggiungano le popolazioni più difficili da raggiungere. Catalyst sosterrà queste iniziative focalizzandosi sulla sfida per rendere cashless gli acquisti quotidiani .”
Veterani della guerra al contante in azione
Quali istituzioni stanno dietro a questo attacco decisivo al contante? Durante la presentazione del rapporto Beyond-Cash, USAID ha dichiarato: “Oltre 35 organizzazioni chiave indiane, americane ed internazionali sono associate al Ministero delle Finanze e a USAID per questa iniziativa.” Sul sito cashlesscatalyst.org si può vedere che si tratta prevalentemente di fornitori di servizi informatici di pagamento che contano di lucrare sui pagamenti digitali o sulla relativa gestione dei dati degli utenti. Molti sono veterani di quella che un alto funzionario della Deutsche Bundesbank ha chiamato la “guerra al contante delle istituzioni finanziarie” (in tedesco qui). Fra queste l’Alleanza Better Than Cash, la Gates Foundation (Microsoft), Omidyar Network (eBay), la Dell Foundation, Mastercard, Visa, la Metlife Foundation.
L’Alleanza Better Than Cash
L’Alleanza Better Than Cash, di cui USAID fa parte, è citata per prima non a caso. Fondata nel 2012 per limitare il contante su scala globale, il suo segretariato si trova all’interno del Fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo dei capitali (UNCDP) a New York. Non per nulla questa agenzia dell’ONU, piccola ed alquanto povera di fondi, ha avuto la fortuna di poter vantare in uno dei due anni precedenti la Gates Foundation e nell’altro la Mastercard Foundation fra i suoi donatori più munifici.
I membri dell’Alleanza sono grandi istituzioni americane che trarrebbero grandi vantaggi dalla limitazione del contante, come le compagnie di carte di credito Mastercard e Visa, oltre ad altre istituzioni americane i cui nomi ricorrono spesso nella storia dei servizi segreti americani, come la Ford Foundation e USAID. La Gates Foundation ne è un altro eminente membro. Anche Omidyar Network, del fondatore di eBay Pierre Omidyar, e Citi rivestono un ruolo importante. Quasi tutti sono singolarmente anche partner dell’iniziativa USAID-India per eliminare la dipendenza dal contante in India ed altrove. L’iniziativa ed il programma Catalyst appaiono come una mera estensione dell’Alleanza Better Than Cash, con l’aggiunta di organizzazioni indiane ed asiatiche fortemente interessate a vedere una sostanziale diminuzione dell’uso del contante.
Il Chicago Boy del FMI nella Reserve Bank of India
La partnership per organizzare la messa al bando temporanea di gran parte del contante in India coincide più o meno con il mandato di Raghuram Rajan alla guida della Reserve Bank of India dal settembre 2013 fino al settembre 2016. Rajan (53) era stato, ed è adesso tornato ad essere, professore di economia all’Università di Chicago. Dal 2003 al 2006 era stato anche capo economista del Fondo Monetario Internazionale (FMI) a Washington. (Una voce del curriculum che condivide con un altro importante guerriero della lotta al contante, Ken Rogoff.) Fa anche parte del Gruppo dei Trenta, un’organizzazione piuttosto misteriosa, in cui esponenti di alto livello dei principali istituti finanziari commerciali condividono le loro opinioni ed i loro progetti con i presidenti delle principali banche centrali, a porte chiuse e senza nessun verbale. Sembra sempre più evidente che il Gruppo dei Trenta sia uno dei principali centri di coordinamento della guerra globale al contante. Fra i suoi membri annovera altri guerrieri di primo piano come Rogoff, Larry Summers ed altri.
Raghuram Rajan ha ottime prospettive di riuscire a scalare i massimi livelli della finanza internazionale, ed aveva quindi tutto l’interesse a fare il gioco di Washington. È già stato presidente dell’American Finance Association, di cui ha vinto il primo premio Fisher-Black per la ricerca finanziaria. Ha inoltre ricevuto i lauti premi Infosys per la ricerca economica e Deutsche Bank per l’economia finanziaria, oltre al premio Financial Times/Goldman Sachs per il miglior libro di economia. È stato nominato come indiano dell’anno da NASSCOM e banchiere centrale dell’anno da Euromoney e da The Banker. Attualmente è considerato come uno dei possibili successori di Christine Lagarde alla guida del Fmi, ma potrebbe certamente essere preso in considerazione per altri posti di prestigio nella finanza internazionale.
Come governatore di banca centrale, Rajan godeva di grande stima ed ottima reputazione nel settore finanziario, ma era fortemente inviso agli imprenditori dell’economia reale (di produzione), nonostante la sua propensione per la deregulation e le riforme. Il motivo principale erano le politiche monetarie restrittive da lui introdotte e difese strenuamente. Dopo le critiche feroci provenienti dalle fila del partito di governo, a giugno ha comunicato di non avere intenzione di candidarsi a settembre per un secondo mandato. Ha poi dichiarato al New York Times che sarebbe anche restato volentieri, ma non per l’intero mandato, e che questo era inaccettabile per il premier Modi. Mr. Swamy, già ministro per il commercio e per la giustizia, in occasione dell’uscita di scena di Rajan ha affermato che gli industriali indiani ne sarebbero stati felici:
“Di sicuro volevo che se ne andasse, e l’ho detto chiaramente al primo ministro, con la massima chiarezza. (…) Si rivolgeva principalmente agli occidentali, ed in India ai settori trapiantati occidentalizzati. La gente si presentava a casa mia in ambasciata per sensibilizzarmi a fare qualcosa.”
Un disastro annunciato
Se Rajan è coinvolto nei preparativi di questo attacco volto a rendere illegali gran parte delle banconote indiane – cosa su cui non dovrebbero esserci dubbi, considerando i suoi legami personali ed istituzionali ed il ruolo della Reserve Bank of India nell’erogazione di contante – è comprensibile che abbia preferito mantenere un basso profilo. In fin dei conti, a nessuno che fosse coinvolto da vicino nella faccenda poteva essere sfuggito che ciò avrebbe provocato un periodo estremamente difficile di caos, specialmente per la maggior parte degli indiani poveri delle campagne, falsamente designati come gli ipotetici beneficiari della campagna di integrazione finanziaria. USAID ed i suoi partner avevano analizzato a fondo la situazione e nel rapporto Beyond-Cash si poteva leggere che il 97% delle transazioni erano condotte in contanti e che solo il 55% degli indiani erano titolari di un conto in banca. Sapevano anche che persino tra questi ultimi “solo il 29% lo aveva utilizzato negli ultimi tre mesi”.
Dato questo per scontato, era inevitabile che abolire improvvisamente gran parte del contante avrebbe causato gravi problemi, anche di sopravvivenza, a molti piccoli commercianti e produttori, così come a molte persone che vivono in aree remote sprovviste di banche. Quando il disastro è successo, è stato chiaro quanto falsa fosse sempre stata la chimera dell’integrazione finanziaria grazie alla digitalizzazione dei pagamenti e alla limitazione del contante. Molto semplicemente, nessun mezzo di pagamento può competere con il contante nel permettere a chiunque di agire nel mercato senza ostacoli.
Ma per Visa, Mastercard e gli altri fornitori di servizi di pagamento, poco sensibili a questi problemi di sopravvivenza delle masse cenciose, l’assalto al contante si risolverà verosimilmente in un gran successo, aumentando progressivamente i pagamenti digitali nel “teatro di prova”. Dopo tutto questo caos e le perdite che hanno dovuto subire, gli imprenditori che possono ancora permetterselo probabilmente faranno in modo di poter accettare pagamenti digitali in futuro. Mentre i consumatori, con le attuali restrizioni delle quantità di contante che possono prelevare dalle banche, utilizzeranno tutte le opportunità di pagare con le carte elettroniche, a tutto beneficio di Visa, Mastercard, e degli altri membri dell’Alleanza Better Than Cash.
Perché Washington combatte una guerra globale al contante
Gli interessi commerciali delle imprese americane, che dominano i sistemi informatici dei commerci e dei pagamenti, sono uno dei fondamentali motivi per lo zelo mostrato dal governo USA nello spingere per la riduzione del contante a livello globale, ma non sono certamente l’unico motivo, né probabilmente il più importante. Il potere di supervisione e di controllo che consegue all’espansione dei pagamenti digitali è un’altra ragione. I servizi segreti americani, insieme alle aziende di IT, possono rilevare tutti i pagamenti internazionali fatti attraverso banche e monitorare gran parte del flusso generale dei dati digitali. I dati di carattere finanziario sono generalmente i più significativi e preziosi.
Più importante ancora, lo status del dollaro come valuta mondiale di riferimento, ed il predominio delle imprese statunitensi nella finanza internazionale, assicurano al governo USA un enorme potere su tutti gli operatori del sistema finanziario formale senza contanti. Un potere tale da spingere persino alla prevalenza del diritto americano su quello locale o internazionale. Il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung ha recentemente pubblicato un articolo agghiacciante che spiega come funziona. Gli impiegati di una società di factoring tedesca, che svolgeva attività perfettamente legali in Iran, si sono ritrovati inclusi in una lista di terroristi degli Stati Uniti, il che ha significato essere tagliati fuori da buona parte delle transazioni finanziarie, e persino le imprese di traslochi si sono rifiutate di trasportare i loro mobili. Un’importante banca tedesca, dietro pressioni USA, è stata obbligata a licenziare numerosi impiegati che non avevano fatto nulla di improprio o illegale.
Gli esempi potrebbero continuare. Qualsiasi banca attiva nel mercato internazionale è soggetta al ricatto di essere costretta dal governo degli Stati Uniti a seguirne le direttive, dal momento che una revoca della licenza di operare negli Stati Uniti, o in dollari, praticamente equivale a chiuderla. Basti pensare a Deutsche Bank, che ha dovuto negoziare con il Tesoro americano per mesi se pagare una multa di 14 miliardi di dollari, e quindi certamente fallire, o cavarsela con sette miliardi e sopravvivere. Quando si ha il potere di far fallire le più grandi banche anche di grandi paesi, si ha automaticamente potere anche sui loro governi. Il potere dato dal controllo quasi esclusivo del sistema finanziario ed i relativi dati esiste già. Meno contante c’è in circolazione, più il controllo diventa esteso e saldo, poiché il contante è la via principale per evadere tale potere.
Commenti recenti