quantitative easing #2
di Mensa Andrea
Oggi vorrei parlare del famoso Quantitative Easing #2 messo in atto dalla Federal Reserve Statunitense, come manovra per “far ripartire l’economia”.
I dati che citerò arrivano dalla Federal Reserve Bank di St. Luois che mette in rete, disponibili a chi voglia andarli a leggere, una quantità impressionante di dati relativi all’economia e alla gestione monetaria, non solo degli Stati Uniti, ma del mondo intero.
Guardo tutto con l’ottica di chi , come ho già più volte scritto, ha fatto una diagnosi di questa crisi, e sta verificando, osservando gli eventi, quanto essi rispondano a ciò che si poteva dedurre sulla base di tale diagnosi.
Osservando anche quanto viene attuato e la discrepanza tra quanto dichiarato come intenzione e quanto effettivamente si ottiene.
Tale discrepanza, a mio avviso, è solo e completamente frutto di una errata diagnosi.
Errore che non so quanto dovuto a cecità e quanto imposto dalla volontà politica, che però errore è, ed errore rimane.
Per riepilogare l’errore, parto da prima dell’anno 2000, anno in cui Greenspan si accorse finalmente che le politiche espansionistiche puramente monetarie, stavano gonfiando a dismisura la bolla della “new economy”.
Anziché frenare, con una stretta monetaria importante, e far sgonfiare tale bolla, preferì solo denunciare la “irrazionale esuberanza” del mercato azionario, cosa di cui tale mercato si fece due baffoni e proseguì nella sua corsa verso il disastro.
Nella primavera del 2001 giunsero le prime avvisaglie del disastro imminente, che venne però mascherato e ricoperto dall’attentato dell’11/9.
Per Greenspan fu occasione per ripresentarsi come salvatore della patria, e non come imputato di un disastro causato e mal gestito.
L’attentato giustificò tutto, assumendo la responsabilità di quanto accadde immediatamente dopo, e facendo dimenticare invece le responsabilità del crollo dei corsi azionari della new economy.
Altra immissione di liquidità, giustificata dal non dare agli “attentatori” la soddisfazione di aver messo “al tappeto” gli S.U.
Il problema , nel drogare l’economia, è sempre quello di far arrivare il denaro creato, a chi lo può spendere, cosa che può avvenire solo e unicamente se a spenderlo è la popolazione, per cui, che sia lo stato, inventandosi e creando lavori, utili o no, e quindi pagando stipendi, o la popolazione stessa chiedendo prestiti al sistema bancario , tali sono e tali restano le uniche vie per immettere nel mercato della liquidità che altrimenti resta confinata nelle banche.
E quando parlo di mercato , parlo di acquisto e commercio di beni di normale uso e consumo, che sono anche quelli che richiedono una continua produzione e creazione.
Quindi, produzione e creazione che genera lavoro, e col lavoro, stipendi, e quindi disponibilità per alimentare il mercato stesso. È risaputo che il prodotto interno lordo degli Stati Uniti, è generato per il 70% dai consumi privati, per cui sono proprio il totale degli stipendi che alimentano tale economia.
Dicevo quindi, il problema fu di come spingere la popolazione a chiedere quei soldi di cui le banche erano piene. E qui fu creata la bolla immobiliare, con persone che andavano di casa in casa a convincere le persone , anche senza fisso reddito o redditi miserabili, ad indebitarsi e a giocare al gioco dell’immobiliare.
Prezzi e valori che salivano con percentuali a doppia cifra, mutui concessi a tassi irrisori, a cani e porci, misero in circolazione una quantità enorme di denaro, tutto a credito, e tutto orientato ad alimentare la speculazione immobiliare.
Rendendosi conto, le banche, che stavano giocando col fuoco, ricorsero alla cartolarizzazione dei mutui, tanto per non dover subire le perdite legate a concessioni di mutui tanto irresponsabili, e con la complicità delle società da rating, produssero quantità enormi di derivati, con stupende triple A, ma con dei sottostanti a dir poco indecenti.
E con essi inondarono le banche di mezzo mondo.
Sembrava di aver trovato la cornucopia della felicità, quando il mercato immobiliare si rese conto di aver raggiunto dei valori irreali. E quindi il gioco rallentò e poi si fermò del tutto.
Quei derivati che fino a qualche mese prima venivano contesi come merce rara, divennero immediatamente rifiutati come tossici.
Una quantità enorme di americani si ritrovò proprietario di case che non valevano nemmeno più la metà del mutuo che si erano accollati, la cornucopia si era improvvisamente inaridita e colse banche, finanziarie, ecc… con mazzi di carte che non valevano più nulla.
Fu lasciata fallire la Lehman, ma il suo fallimento diede uno scossone tale al sistema finanziario, che si temette seriamente il suo crollo imminente.
Teniamo conto di una cosa importante.
Mutui vogliono dire liquidi, denaro. Denaro per comprare case, che se rivendute significano solo passaggio di mano di denaro, da un individuo ed un altro, mentre per quelle nuove significa pagare del lavoro, ma anche una speculazione, intesa come differenza tra il prezzo ed il costo delle varie componenti necessarie a costruire la casa. Come l’arredare una casa vuol dire lavoro, ma anche ripagare i capitali per produrre tali beni. E mentre il denaro speso per ripagare del lavoro, resta nel mercato come risorsa per acquistare altri beni, quanto ripaga il capitale serve ad incrementare il capitale stesso, ma non sicuramente ad acquistare beni di largo e comune uso e consumo.
E qui vediamo come tanto denaro, che aveva acceso i consumi, facendo correre l’economia, finisce man mano a incrementare capitali, sterilizzando il mercato.
Quindi, grande quantità di liquidità che arricchisce i già ricchi, ma impoverisce il mercato.
E quando scoppia la bolla il risultato è che le persone indebitate si trovano con il reddito praticamente sequestrato, e nulla da vendere, perché quelle case pagate a caro prezzo, non valgono nemmeno più che una frazione del debito contratto.
Questo portò quindi ad un drastico crollo dei consumi, quindi crollo della produzione dei beni, quindi licenziamenti e ulteriore calo dei consumi.
Le banche, alle quali i mutui non potevano più esser pagati, sequestravano le case, ma non riuscivano a venderle,ed anzi, le dovevano poi dare gratis a degli homeless solo per evitare lo sciacallaggio che le riduceva a scheletri.
Ma nonostante le banche avessero cartolarizzato una mole imponente di mutui, furono comunque colpite dalle insolvenze, che le portò sull’orlo del fallimento.
In questa situazione le autorità di governo e monetarie avrebbero avuto una sola strada da seguire.
Fornire dei sussidi, gratuiti o a interesse nullo con restituzione a molti anni, alle famiglie, per permetter loro di ricontrattare i debiti, ma pagarne almeno una parte, prelevando risorse proprio da quelle fasce ricche che con questa bolla, e anche la precedente, si erano ulteriormente arricchite.
Questo avrebbe salvato sia le banche che le persone, ma soprattutto avrebbe supportato i consumi, non facendoli crollare e quindi limitando la disoccupazione.
Ma sia mai detto che un governo aiuti i poveri !
Cosa avvenne invece è che il governo finanziò direttamente le banche, con la FED che regalava praticamente denaro alle banche stesse, mentre la popolazione e i consumi venivano falcidiati.
Pertanto si pretese di curare un male nato per eccesso di liquidità con ulteriore liquidità.
Solo che stavolta la popolazione non richiedeva prestiti già oberata da quelli che avrebbe dovuto restituire, mentre lo stato si indebitava enormemente sotto la spinta doppia del minor reddito da tassare, e dai trasferimenti alle banche da supplire.
Ecco il quadro in cui è maturata la decisione di fare una ulteriore iniezione di liquidità da parte della FED.
Ma con una modalità che di nuovo non avrebbe portato alcun beneficio alla popolazione.
Così la massa monetaria circolante s ridusse al lumicino con un moltiplicatore monetario ridottosi del 75% a 0,82 mentre la massa monetaria saliva a 1878,5 miliardi di dollari compensata specularmente da un calo altrettanto forte della velocità di circolazione del denaro.
Avrebbero dovuto distribuire coca alla popolazione per spingerla a consumare nonostante il carico di debiti che si ritrovava, la disoccupazione che cresceva, e le case che venivano pignorate.
Pensare che in condizioni simili la popolazione si accalchi agli sportelli per chiedere prestiti mi pare fosse solo parto di una mente malata.
L’altra strada, quella della spesa statale per lavori di pubblica utilità fu impedita dall’impiego di risorse enormi , e soprattutto a debito, impiegate per salvare banche e aziende “too big to fail” troppo grandi per fallire, trasferendo così l’onere degli errori fatti dal sistema bancario allo stato, e quindi alla popolazione.
In questa situazione è maturata l’idea del Quantitative Easing #2.
Essa consiste nel dedicare 600 miliardi di dollari freschi di stampa, più 300 di quelli in rimborso per scadenza titoli, per l’acquisto di titoli del tesoro con vita residua di almeno 2 anni.
È denaro che va per buona parte alle banche, detentrici nel loro capitale di garanzia di una grossa parte di titoli di stato, per altra parte ad investitori stranieri, per fugare la sensazione di futuro , imminente default sovrano, e parte alla parte ricca della popolazione che in essi aveva investito parte dei guadagni o direttamente o tramite i fondi di investimento.
Teniamo presente che, tali titoli, ammontanti alla stratosferica cifra di 13.562 miliardi, vicino al 100% del prodotto interno lordo, erano già considerati come una liquidità, in quanto il mercato di tali titoli ne compra/vende un buon quantitativo giornaliero.
900 miliardi di dollari, però, visti in proporzione a M1 di 1878,5 miliardi di dollari, rappresenta però una immissione di denaro pari a circa il 50% dell’esistente.
Peccato però che tale denaro, non arrivando alla popolazione, non porti alcun miglioramento all’economia e quindi ai consumi, ma soprattutto alla disoccupazione, mentre permette a chi già possiede capitali di avere liquidità aggiuntiva da giocare sui mercati dei futures, delle commodities, facendo gonfiare una altra bolla speculativa, proprio su quei beni di prima necessità di cui le nazioni più povere già hanno carenza.
L’altro aspetto demenziale di questa manovra, che dovendo tenere bassi i tassi,praticamente regala denaro, ha sviluppato il carry trading verso le economie emergenti, paesi nei quali il costo del denaro è già più alto. Significa praticamente indebitarsi a tassi bassi per investire dove il denaro rende di più.
Dato però che tale denaro ha carattere speculativo, tanto quanto rapidamente entra nel paese, surriscaldando il ciclo economico, tanto rapidamente esce come cambiano le condizioni generali.
Quindi non usabile per investimenti produttivi che necessitano di tempi lunghi garantiti, ma entrando in competizione proprio con quei capitali locali che ne potrebbero essere destinati a tale scopo.
Molti dei paesi emergenti, quindi, misero giustamente dei blocchi all’ingresso di tali capitali, dirottandoli così anch’essi verso la speculazione su materie prime e affini.
Per dare una sensazione di ripresa, di positività, una grossa fetta di tale denaro è stata portata anche sulla borsa, creando una sensazione di economia in crescita, quando poi, andando a vedere i dati su immobiliare e occupazione, ci si accorge che non può esser altro che una pura manovra speculativa.
Aziende che generano utili non producendo e vendendo ma tagliando le scorte e licenziando.
In conclusione, quanto prevedibile, è che finito l’effetto del QE2, l’economia mostrerà nuovamente il suo reale stato, ma a quel punto ci si accorgerà anche di aver messo le basi per il prossimo inevitabile disastro economico/monetario, avendo sprecato quantità enormi di risorse in azioni, se non controproducenti, almeno inutili.
Grazie, analisi interessante.
Il problema non è tanto lo stampare denaro, ma l'USO che se ne fa! Giusto?
@ carmen
direi più correttamente "in mano a chi finisce", perchè da questo deriva il "cosa ne fa".
"Così la massa monetaria circolante s ridusse al lumicino con un moltiplicatore monetario ridottosi del 75% a 0,82"
Cosa vuol dire moltiplicatore monetario ridotto allo 0,82 ?
@ iacopo67
il moltiplicatore monetario è un rapporto tra (100+ circolante)/(mezzi propri +circolante.)
praticamente è un valore che aumenta man mano che, tramite le riserve frazionate viene creato denaro, riportando come 100 le riserve totali delle banche, che includono sia la riserva obbligatoria, sia la riserva libera.
questo numero aumenta mano a mano che la quantità di denaro nel mercato aumenta, e diminuisce man mano che il denaro si concentra nel siatema bancario.
questo è il concetto, e non credo ti serva la formula esatta.
Più o meno ho capito.
Ti faccio un'altra domanda, facile, almeno credo:
qual'è l'agglomerato monetario dove per prima appaiono i soldi moltiplicati col sistema della riserva frazionaria ? Per caso è M1 ? Te lo chiedo perchè ho visto un grafico della massa monetaria USA e M1 non era poi tanto di più di M0, e sono rimasto un pò perplesso.
Volevo dirti anche che condivido l'analisi che hai fatto, c'è un problema di mancata redistribuzione della moneta verso il basso. Però mi sa che sei abbastanza diplomatico quando dici all'inizio di una errata diagnosi, a me viene da pensare che son tutti dei volponi, poi magari i critici più in vista preferiscono parlare di errore, per non doversi esporre denunciando una frode.
@ iacopo67
dovendo gestire uno spazio, dove chiunque mi può ritrovare ( e che quindi non consente di gettare il sasso e scappare) un minimo di diplomazia occorre usarlo , no ? inoltre lascia sempre spazio al riconoscere eventuali errori. Essere troppo definitivi non è mai buona politica.
su una cosa sono d'accordo tutti, ma proprio tutti.
M1 è il circolante (m0 che è tuto il liquido NON depositato presso banche, ma circolante) più tutti i conti (correnti, postali) di liquidità immediata.
se già su M2 ci sono differenze di interpretazione nei vari sistemi, M0 e M1 sono praticamente fotocopiati.
ti ricordo, che per il sistema bancario, stampare banconote da dare in cambio di una diminuzione dei conti ( dicesi prelievo) non è un problema, quando la banca centrale supplisce poi con prestiti suoi, alla diminuzione del fondo depositi ( per cosa riguarda il computo del tetto agli investimenti).
Ok. Curiosando, ho scoperto anche che i titoli di stato ( con scadenza entro 2 anni ) sono conteggiati in M3, e che quando lo stato emette questi titoli, M3 aumenta. E' proprio come dicevi te, emettere titoli di stato aumenta la liquidità totale.
Darò un'occhiata al sito della Federal reserve, anche se non so quanto riuscirò a capirci.
Ciao
@ iacopo67
la FED è già parecchio ch enon pubblica più M3, proprio perchè non c'è concordanza tra le diverse BC per definirlo.
ps. si , soprattutto per i titoli con vita residua molto breve..
questo il link della federal reserve di St. Louis:
http://research.stlouisfed.org/fred2