Nichi Vendola, la poesia e la politica
Un video che rivela chi è Nichi Vendola, l’affabulatore di SEL. Dopo Berlusconi un Berluschino?
di Stefano D’Andrea
La posizione assunta dal Partito Democratico sulla guerra contro la Repubblica di Libia segna la definitiva collocazione di questo partito al centro dello scacchiere politico. Un centro che non ha idee. Scrivo centro e non destra, perché tengo conto delle posizioni degli altri partiti presenti in Parlamento. Se confrontassimo le posizioni del PD con quelle che aveva la DC quando governava l’Italia, dovremmo concludere che il PD è un partito di destra. Sia sul piano strettamente economico, che su quello politico.
La deriva del PD, partito che è nato moribondo e che comunque resterà a lungo (speriamo il meno a lungo possibile) un agglomerato di centri di potere in grado di far molto male agli italiani, poteva essere l’occasione giusta perché si formasse un partito politico o schieramento socialista. Questo partito, dopo approfondita analisi, avrebbe dovuto dapprima individuare gli antichi principi che la sinistra ha abbandonato e che andavano recuperati. Poi segnalare le idee dominanti nell’ultimo ventennio, le quali vanno contrastate sostenendo le idee opposte. Poi prendere posizioni radicali su temi “nuovi”: pubblicità; potere dei media di formare l’opinione pubblica; figura del consumatore; diffusione dei debiti privati; penosa facilità e svalutazione dei corsi e dei titoli di studio; e così via. Insomma, avrebbe dovuto chiedersi in che misura è necessario essere antimoderni. Poi domandarsi se e a quali condizioni il socialismo, inteso come parziale socialità della produzione, sia compatibile con il mercato globale e lo spazio unico europeo; e, dopo la ovvia risposta negativa, avanzare proposte di rottura. Poi interrogarsi su come si forma una classe dirigente di livello alto: quali sacrifici sono necessari. Così impostata, la discussione sarebbe stata fertile di risultati.
Il nuovo partito di sinistra (socialista) avrebbe dovuto essere fermamente proporzionalista e avrebbe dovuto rinunciare ad essere cespuglio o anche albero piantato nel medesimo campo del PD, accelerando la morte di questo putrido assemblaggio di piccoli e grandi poteri, politici ed economici, nazionali e locali.
Invece le cose sono andate diversamente. E’ nata SEL. La scelta di campo dei dirigenti è stata netta: stiamo a sinistra, non vogliamo essere un cespuglio ma ci piantiamo nello stesso campo del PD, nostro naturale alleato. Stiamo a sinistra, si osservi, non siamo socialisti. La compatibilità dei classici istituti del socialismo democratico con il mercato unico europeo non è stata nemmeno posta in dubbio. Di vincoli alla circolazione delle merci e dei capitali nemmeno a parlarne. Quindi un partito europeista e globalista: new global; non no global. I nuovi temi, testé segnalati, secondo SEL non danno luogo a problemi politici rilevanti. La chiara individuazione delle idee che hanno dominato nell’ultimo ventennio è mancata; di conseguenza non si è proposto di sostenere le idee opposte
Soprattutto i membri di SEL hanno trovato un capo. Niente di male, perché un capo serve e anzi è indispensabile. Il problema è: quale capo? Non un ingegno raro e colto, dotato di grande spirito pratico, di qualità strategiche e tattiche, e utilizzatore di parole che erano pietre, come Togliatti, bensì una affabulatore: Nichi Vendola. Un affabulatore come Berlusconi. Già abbiamo segnalato con orrore che Nichi Vendola distingue tra paesi civili e paesi non civili, senza peraltro esternare il criterio di selezione. Abbiamo pure rimarcato come Vendola voglia impegnarsi per eliminare i dittatori dal mediterraneo. Vuole esportare la democrazia. Sembrerebbe non con la guerra; verrebbe perciò da pensare che intenda promuovere l’altro metodo: l’embargo, il quale comporta un genocidio, come testimonia il caso iracheno. Ma le cose non stanno così.
Vendola non è vincolato dalla logica; è un affabulatore. Così come al nostro premier è concesso dire cose senza senso (perché comunque riesce a persuadere l’opinione pubblica), a Vendola è concesso sostenere che l’Italia deve agire per eliminare i dittatori dal mediterraneo senza però ricorrere agli unici due metodi che astrattamente possono essere utili: guerra ed embargo. Posizione politica senza senso ma “buona”: contro la guerra; contro l’embargo; e contro i dittatori nel mediterraneo! Fantastico! Evidentemente Vendola ha scoperto che l’opinione pubblica di sinistra non è più intelligente di quella di centro o di destra. Parlando “bene”e apparendo “buono”, magari infarcendo il discorso di frasi oscure, l’opinione pubblica si lascia persuadere.
A proposito di parole “senza senso”, ho rintracciato in rete un video, che non è stato girato a sorpresa ma realizzato da (uno staff di) Vendola, nel quale l’affabulatore invia un messaggio ad un nutrito gruppo di poeti italiani, “spiegando” ad essi che cosa è la poesia. Non si tratta di un’operazione dei servizi segreti che hanno messo in bocca a Vendola parole che non ha mai pronunciato. Né si tratta di un imitatore o di un sosia. No è proprio lui: l’affabulatore. Il Berluschino che intende sfidare il Berluscone.
E’ chiaro, però, che chi si lascia affabulare dopo aver visto il filmato vale meno di Vendola. Se Vendola, come è ovvio, non sarà mai uno statista, nemmeno di ultimo livello, coloro che, dopo aver visto il filmato, continueranno ad aver “fiducia” in lui non meritano uno statista e nemmeno uno Stato che ad essi riconosca diritti e tutele. Sono responsabili dello sfascio italiano né più e né meno degli adoratori o stimatori di Berlusconi.
La cosa peggiore che può capitare all’Italia è che Berlusconi sia sostituito da un Berluschino.
Godetevi lo stupefacente monologo!
http://www.youtube.com/watch?v=nDaVg6FChb8
Sono d’accordo:
http://menici60d15.wordpress.com/2011/03/28/vendola-e-pasolini/
incredibile capacità di dire niente per tot minuti……
se penso all'infinito espresso in tre parole "mi illumino d'immenso" e lo confronto con lo sproloquio di vendola ho la misura di quanto si sia caduti in basso