Riflettendo sulla democrazia
di Gianni Petrosillo Conflitti e strategie
Leggendo gli articoli dei sostenitori ad oltranza della Democrazia e della Costituzione mi è venuta in mente una poesia di E.L. Masters che ho già citato altre volte ma che qui ripropongo perché emblematica ed esplicativa di quello che significa oggi questo termine rispetto a ciò che intendevano i greci qualche millennio fa. Così recita l’epitaffio del poeta del Kansas :
“Ogni sindaco prima di me, sin dove arriva la memoria era stato accusato di essere un demagogo sognatore, oppure un ladro o un truffatore tuttavia io presi quel posto con un certa speranza, intendendo rendere tutto più bello, dare alla gente il dovuto, far sì che i grossi delinquenti si mettessero in riga. Come già una volta il Ledger stava tentando di vendere la sua terra per un parco, ma io lo impedii. Poi allontanai a bastonate sul muso lo schifoso maiale dal trogolo. Che accadde? Bene scoppiò un'ondata di criminalità sulle pagine del Ledger! Quanti rapinatori, giocatori d'azzardo, fuorilegge ubriaconi, e luoghi del vizio! La chiesa cominciò a chiacchierare, la corte mi si mise contro. Sporcarono il mio nome e quello della città mi uccisero per averla vinta. E questo è un gioco da banditi, amici miei, che si chiama democrazia!”
Ricordo questi versi semplicemente per sostenere che a prescindere dall’etimologia delle parole e da quello che è stato il loro senso in altre ere umane, nella nostra modernità il concetto di democrazia non corrisponde più al suo contenuto “classico”, per dirla con Althusser. Aggiungerò pure che, a mio parere, aveva visto giusto già Lenin agli inizi del ‘900 allorché ebbe a dire che la democrazia è il migliore involucro della dittatura del capitale, ovvero di quel sistema, solo apparentemente ugualitario e partecipativo, attraverso il quale un ristretto regime di potenti, con la finzione delle elezioni, si fa legittimare allo sfruttamento e all'oppressione di tutto il popolo.
Ancor più cogente per la fase è la definizione che ne dà il mio maestro, l’economista Gianfranco
Se pertanto la democrazia è l'applicazione di questo principio in ogni sfera sociale (politica, economica, culturale), non ha più alcun senso citare i greci e lo spirito dei loro tempi che è irrimediabilmente perduto in un passato destinato a non tornare mai più. Ancor meno valore ha poi scomodare, come fanno volentieri i grandi pensatori di Repubblica o del Corriere, Socrate o Platone per arrivare alla conclusione che B. fa uso privato della cosa pubblica e uso pubblico di quelle cosette private. Il problema è sistemico e se viene personalizzato in questa maniera si finisce per confondere ulteriormente le acque.
Morto il Cavaliere nero si farà forse un Papa rosso. Bene o male (dipende dai gusti politici di ognuno), siete sicuri che poi cambierà qualcosa? Secondo me la situazione potrebbe anche peggiorare, e di parecchio, perché già il fatto di far credere ad un’intera collettività che tutti i mali del mondo dipendano da un solo uomo è un’azione mistificatoria che deve nascondere qualche sporco trucchetto come, per esempio, un istinto e una foia appropriativa ben più vorace. Isomma, chi dice tanto ha intenzione di fregarci il doppio. Sarà per questo che i poteri banco-industriali interni e quelli politici esteri assommano al disprezzo per B. una strana ed acritica propensione verso i suoi acerrimi nemici di centro-sinistra? Oppure si vuole sostenere che quest’ultimi sono i buoni mentre l’altro è l’unico cattivo su questa terra? Ma non dicono proprio questi strani utopisti ben collocati socialmente che il Denaro ed il Potere disgregano le istituzioni? Si può dunque negare che i rivali di B., per giunta coalizzati, abbiano persino più potere e denaro di lui? Credo che ci sia qualcosa da rivedere nelle posizioni di costoro, andando da Atene ad Arcore si finisce per perdere il filo del discorso.
io chiamerei , in questo contesto, l'invitato di pietra…… quello che dovrebbe fare la differenza tra democrazia e non democrazia, ovvero il popolo.
potere al popolo, almeno per le scelte importanti, quelle che a torto o ragione possono essere considerate di indirizzo.
certo che per raggiungere tale livello di compartecipazione, occorrerebbe un popolo che non si adatti a delegare una volta ogni tot anni, mettendo una croce tra scelte predeterminate….. troppo facile così tenere il controllo.
modi per condizionare gli eletti, ce ne sono tanti, ed io ne ho già anche proposto qualcuno. ovvio che un controllo occorre avere la voglia di esercitarlo, altrimenti tanto vale accettare qualsiasi regime, perchè tanto, mascherato più o meno, riporta il potere sempre agli stessi.
quando è nata, questa democrazia, c'erano i partiti, libere associazioni che avrebbero dovuto portare verso l'alto le istanze della popolazione.
e la partecipazione fu anche abbastanza alta, almeno fino a quando il tutto serviva solo a legittimare quanto, da un certo livello in sù, veniva deciso.
l'impotenza, la beffa, non sono medicine facili da trangugiare, pertanto poco alla volta la gente sidisamorò della cosa pubblica, preferendo rinchiudersi nell'individualismo.
ed ora, ha ancora senso parlare di democrazia? la mia risposta è senz'altro NO.
Ci sono due valutazioni che non condivido: che senza B si andrà probabilmente in peggio, e che esista "un'azione mistificatoria" (mah, ricordavo mistificatrice al femminile…) che vuole tutte le disgrazie legate ad un uomo.
Tentare di risolvere quest'ultimo enigma sembra più semplice. La decapitazione di Luigi XVI (un uomo singolo, anche se altre teste subirono uguale trattamento) e la Rivoluzione Francese. Mi pare che le due cose siano correlate. Se proprio devo dirla tutta il pregio di B è che si comporta da re, e quindi diventa un bersaglio facilmente identificabile. I suoi soprusi sono quelli dell'elite nobiliare dantan, cui tutto andava concesso, jus primae noctis incluso (oggi si chiama bunga bunga). Al di sopra delle leggi, in quanto aventi discendenza divina, non assogettabile a quella umana. Chiaro che in queste situazioni si identifica il re dimenticandosi il feudalesimo che è la struttura che lo sostiene. Perchè di feudalesimo postmoderno campa il ridens di Arcore. Insomma non ci vedo nulla di male se ci siano sanculotti che identificano l'attuale monarca con le cause dei mali. Approssimazione grossolana, se vogliamo, ma pertinente. Ed è tutto da dimostrare che senza di lui le cose andranno peggio. La bontà di una previsione la si vede dai risultati. Staremo a vedere, quindi.
Caro Tonguessy,
"siete sicuri che poi cambierà qualcosa? Secondo me la situazione potrebbe anche peggiorare, e di parecchio".
So che non hai mai apprezzato i giudizi positivi o non negativi (in relazione ad uno o altro profilo di politica estera) su Berlusconi, giudizi positivi che gli autori di Conflittiestrategie hanno dato, sopravvalutando Berlusconi per lungo tempo, salvo poi doversi ricredere. Tuttavia, sebbene essi neghino un mutamento di atteggiamento, la guerra contro la Libia li ha delusi e, a mio avviso l'atteggiamento è cambiato. Tanto che riesco a leggere e con profitto parecchi articoli; mentre prima l'80% degli articoli era diventato illeggibile.
Qui mi sembri un po' prevenuto. "Siete sicuri che poi cambierà qualcosa"? Stando ai precedenti del centrosinistra, la domanda è del tutto legittima; "Secondo me la situazione potrebbe anche peggiorare, e di parecchio". Non c'è alcuna valutazione di probabilità.
Ora, a me sembra difficile che la situazione possa peggiorare. Tuttavia, la posizione assunta dal centrosinistra nella guerra contro la Libia ci dice che il centrosinistra non ha limiti e che è capace di politiche molto peggiori rispetto a ciò che è dato immaginare.
Quando poi scrivi: "Ed è tutto da dimostrare che senza di lui le cose andranno peggio", attribuisci all'autore una valutazione quasi di certezza, mentre nel testo non c'è nemmeno quella probabilistica.
A mio avviso l'uomo si lascia talmente disprezzare e odiare – guardate che l'odio segnala che egli ha qualche "valore" o "capacità"; Veltroni e D'Alema si lasciano disprezare ma non odiare perché non valgono nulla – che l'odio riesce ad offuscare i giudizi della gente. Mi spiego. Credo che i giudizi assurdi che tante persone di sinistra ed ex pacifiste hanno dato sulla guerra contro la Libia e Gheddafi dipendano dall'odio per Berlusconi: odio Berlusconi; Berlusconi è amico di Gheddafi; quindi dobbiamo ammazzare Gheddafi.
Allo stesso modo tu Tonguessy non perdoni a Freda e agli autori di Conflitti e strategie di aver difeso e lodato in più di una occasione Berlusconi come campione dell'antimperialismo italiano. Questo articolo di G.P. mi sembra il segno di un certo riposizionamento.
il male peggiore che ha fatto Berlusconi, all'Italia, è stato trasformare gli avversari in nemici.
prima, anche se magari si poteva chiamare spartizione, coinvolgimento, partecipazione, i rappresentanti eletti sembravano ancora teste pensanti.
oggi con il "porcellum" non si possono più considerare tali, ma servi del più forte.
320 venti deputati che facciano finta di credere all'idiozia della nipote di Mubarak, non li si troverebbe nemmeno nel politburò dell'urss di brezneviana memoria.
si vendono come vacche al mercato, sono ricattabili come i più comuni delinquenti, perchè sanno che fuori dal parlamento andrebbero in galera.
non esiste nemmeno più un minimo di vergogna, e questo ha insegnato Berlusconi, che si può mentire spudoratamente, basta farlo in TV, che si può piegare qualsiasi legge, al suo comodo, che rispettare leggi e magistratura è un esercizio da idioti.
pensate che basti tutto ciò per demolire qualsiasi traccia di civile convivenza ?
io ormai rifiuto persino di incontrarmi con persone dichiaratamente berlusconiane o leghiste, ed un giorno non vorrei trovarmi di fronte a loro, perchè anche se le consideravo brave persone, ora, non ci riesco più.
questo è il berlusconismo, ed è ipocrisia chiamarlo in altro modo, i suoi seguaci, purtroppo l’avevano capito sin dall’inizio, cosa che invece gli altri non hanno fatto
l'idea di politica di Berlusconi è sempre stata solo "comando" senza alcuno spazio per l'opposizione se non come oggetto da denigrare, da esorcizzare, da indicare come il nemico da battere…
con una simile visione è ovvio che con l’opposizione non si può nemmeno pensare di condividere il potere, di cercare il compromesso, di considerarla parte del quadro democratico. è semplicemente un impiccio, e meglio sarebbe se manco esistesse…. anzi no, altrimenti chi si potrebbe demonizzare ?
ripercorrete la storia di questi 17 anni, e vedete un pò se vi riesce di trovare un solo momento in cui, sinceramente, abbia cercato la collaborazione dell'opposizione….
ecco qual'è la peculiarità di quell'uomo….. incapace di fare ma abilissimo a strombazzare la colpa delle sue incapacità a destra e a manca.
e poi c'è anche chi vorrebbe considerarlo il meno peggio….
certo, dopo di lui un Pinochet, o un Vandela, o un Riina, che magari è anche più probabile, tanto agli italiani i delinquenti piacciono, basta che raccontino barzellette.
Caro Stefano, forse mi sono spiegato male. Non ho mai detto (nè pensato) che l'alternativa centrosinistra sia quanto di meglio si possa pretendere. Certamente però il berlusca, con quel culto della personalità e con le perenni transumanze politiche acquistate a suon di ministeri e soldoni, ha fatto regredire tutta la società italiana all'epoca del feudalesimo, quando veniva garantiva l'impunità totale a principi e re. Possiamo confrontarlo con il caso Marrazzo e trarre qualche salutare conclusione. Sicuramente Marrazzo ha sbagliato, ma si è lasciato trascinare dalla doppiezza del proprio gioco al punto di non opporre nessuna resistenza davanti agli eventi. Ecco, se vogliamo dirla tutta (e nonostante ci siano becere prese di posizioni, vedi Libia) almeno il centrosinistra non spinge la società verso il feudalesimo, e non capisco lo scopo di confondere queste due realtà. Siamo su un profilo etico molto basso, se vogliamo, ma almeno non è presente un'inversione di tendenza verso la barbarie più nera. Non esiste all'interno di quella coalizione il culto della personalità, basta vedere con quanta facilità si susseguono i segretari. Cosa che invece non succede alla PdL, e quando può succedere (vedi Fini) succede il finimondo. Il caso berlusconi lo vedo come un regressione totale su quel poco di buono che era stato fatto negli ultimi decenni, e non mi sento quindi di sostenere l'ipotesi che il dopo berlusconi possa essere peggio. La protervia con cui ci ha abituato a confrontarci è ben peggiore di qualsiasi altra forma di maleducazione e ignoranza, perchè giustifica qualsiasi atteggiamento asociale e dannoso per la Res Publica.