Scusate, faccio mea culpa
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
L’Italia negli ultimi dieci anni ha perso il 22% della produzione industriale (centinaia di migliaia di posti di lavoro).
Ora, visto che dal 2007 ad oggi hanno governato: Berlusconi, che ha abbassato le tasse e rilanciato le imprese, Monti, che ha salvato il paese dalla bancarotta e messo a posto i conti, Letta, che ha rimesso l’Italia sui binari della crescita e Renzi, che ha creato milioni di posti di lavoro eliminando la disoccupazione e invertendo la fuga di cervelli che adesso vogliono tutti tornare in Italia, non mi resta che dover fare i conti con me stesso e ammettere pubblicamente le mie colpe.
Scusate, italiani, se abbiamo perso il 22% della produzione industriale, se le imprese chiudono o delocalizzano da dieci anni con un trend che non cessa ad arrestarsi (nonostante le recenti “ripresine” di breve periodo drogate dall’automotive). È tutta colpa mia, è innegabile la mia responsabilità o quantomeno il mio concorso di colpa.
Sì, perché se avessi capito molto prima quello che ho capito nel 2012 grazie all’incontro e al confronto con persone più sagge e previdenti di me e se mi fossi dedicato prima allo studio matto e disperatissimo, se solo ci fossimo organizzati prima, se avessimo iniziato prima questa battaglia, oggi saremmo dieci anni avanti.
Nessuno darebbe più credito a una sola parola proferita dalla variegata fauna che compone l’agone politico contemporaneo, questa giungla di singolari creature le cui azioni muovono solo sotto la spinta dell’istinto di sopravvivenza e di quello di conservazione della specie.
Se avessimo capito prima, se ci fossimo mossi prima, oggi il Fronte Sovranista Italiano (FSI) sarebbe in parlamento e forse staremmo già negoziando, ex post, le condizioni della nostra uscita dall’UE con i paesi che decideranno di cercare di portare avanti l’unione.
Ma la Storia ci insegna che ogni cosa vuole il suo tempo, i conflitti per emergere necessitano della giusta maturazione.
Diamo tempo al tempo, ma non concedetevi altro tempo per capire che, tra i partiti che compongono la variegata offerta politica attuale, nessuno ha a cuore gli interessi dell’Italia. Nessuno.
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