L’impero statunitense, la CIA e le ONG
In questa intervista F. William Engdahl ricorda come molte ONG siano creazione della Cia e strumento dei piani geopolitici statunitensi. Da questa origine emerge la spiegazione delle loro ambiguità: la volontà di essere neutrali tra la legge e il crimine, la generosità a spese altrui, l’umanitarismo incurante delle proprie conseguenze, la retorica dei diritti universali e il disprezzo della prima condizione di godimento dei diritti: la stabilità degli Stati.
L’intervista originale è disponibile al seguente indirizzo:
http://ahtribune.com/in-depth/1789-william-engdahl-cia-ngos.html
L’impero statunitense, la CIA e le ONG
17 luglio 2017
di Ludwig Watzal
Traduzione di Paolo Di Remigio (FSI Teramo)
La CIA ingaggiò la Fratellanza Musulmana per combattere in Afghanistan una guerra per procura contro l’Unione Sovietica, che portò al ritiro dei Sovietici dall’Hindu Kush. Da allora la CIA ha utilizzato mercenari per combattere più guerre per procura nei Balcani, in Cecenia e in Azerbaigian. Per le guerre di aggressione all’Iraq, alla Libia, alla Siria e allo Yemen, gli Stati Uniti e i loro Stati vassalli hanno generato una violenza settaria che ha provocato guerre civili. Proprio ora la CIA e la Fratellanza Musulmana sono presenti in forma di ISIS in Siria e in Iraq.
Nessuno ha studiato questa triade più intensivamente di F. William Engdahl, che è un rinomato analista geopolitico, un consulente per la sicurezza, uno scrittore e un docente. Engdahl è nato a Minneapolis ed è cresciuto in Texas. Conseguita una laurea in politica alla Princeton University, una specializzazione in economia comparata alla Stockholm University, ha lavorato come giornalista economico e investigativo negli Stati Uniti e in Europa. È stato nominato professore ospite di tecnologia chimica all’università di Pechino e tiene conversazioni e seminari privati in tutto il mondo su differenti di economia e di politica, mettendo a fuoco gli avvenimenti geopolitici. Negli ultimi trent’anni Engdahl ha vissuto in Germania.
Ha scritto numerosi libri tra i più venduti su petrolio e geopolitica; per citarne solo alcuni: «The Lost hegemon: Whom The Gods Would Destroy», «Full Spectrum Dominance: Totalitarian Democracy in the New World Order», «Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation», e da non dimenticare “Target China“. I suoi libri sono tradotti in 14 lingue.
Il suo ultimo libro sul ruolo delle ONG mette a fuoco il loro coinvolgimento nelle operazioni statunitensi di cambiamento di regime e nella provocazione di proteste di massa costruite per facilitare gli sforzi dell’impero statunitense e della CIA di rimpiazzare governi recalcitranti orientati al nazionalismo con governi obbedienti che eseguono il programma di Washington. Tutto questo accade sotto il pretesto della democrazia in stile statunitense.
La seguente intervista mette a fuoco l’ultimo libro di Engdahl uscito in Germania «Le pratiche segrete delle ONG» (Geheimakte NGOs). Essa è condotta dal dottor Ludwig Watzal, giornalista ed editore, che vive a Bonn in Germania e dirige il blog bilingue http://betweenthelines-ludwigwatzal.com/.
Suppongo che siamo d’accordo sul fatto che la CIA sia la peggiore organizzazione terroristica mondiale. Dopo la seconda Guerra mondiale difficilmente sono avvenuti un colpo di stato o una rivolta organizzata senza l’aiuto della CIA. Se capisco il suo libro, negli ultimi 25 anni la CIA ha assunto sicuramente qualche piccolo aiutante nella forma di ONG. Potrebbe sviluppare per favore questo tema?
WE: Durante la presidenza Reagan sono diventati pubblici degli scandali molto pericolosi sulle operazioni sporche della CIA in tutto il mondo; per citarne soltanto alcuni: Cile, Iran, Guatemala, il progetto segretissimo MK-Ultra, il movimento studentesco durante la guerra del Vietnam. Per allontanare i riflettori, il direttore della CIA, Bill Casey, propose a Reagan di creare una ONG «privata», una specie di pedina che si sarebbe fatta passare per privata, ma in realtà, come disse in un’ultima intervista al Washington Post uno dei suoi fondatori, il defunto Allen Weinstein, «avrebbe fatto ciò che faceva la CIA, ma privatamente ». Questa fu la creazione della ONG chiamata National Endowment for Democracy nel 1983. Subito furono aggiunte altre ONG guidate da Washington, come la Freedom House o le fondazioni Open Society di Soros, lo United States Institute of Peace e così via.
Il denaro fu spesso convogliato tramite l’USAID del Dipartimento di Stato perché ne restassero nascoste le origini. Da allora ad oggi ogni grande attacco del governo statunitense a un regime, inclusi Solidarnosc in Polonia, il colpo di stato nella Russia di Eltsin sostenuto dalla CIA, la rivoluzione arancione del 2004 in Ucraina, le insurrezioni in Tibet del 2008, la primavera araba del 2011 – tutto ciò è stato fatto da questo gruppo selezionatissimo di ONG «democratiche». Nessuna meraviglia che paesi come la Russia, la Cina, l’Ungheria agiscano per bandirle come «ONG indesiderabili».
Lei cita Allen Weinstein, coautore dell’atto di fondazione della ONG National Endowment for Democracy (NED), che dice: «Molto di ciò che facciamo noi oggi , 25 anni fa lo faceva la CIA». Le ONG statunitensi come NED, CIPE, USAID, NDI, per non parlare della rete di Soros, sono la quinta colonna della CIA?
WE: Come ho accennato sopra, direi che questa è la mia opinione. L’ordine del giorno delle ONG si adatta invariabilmente all’ordine del giorno dato dalla politica estera di Washington. Coincidenza? Non lo credo.
La sua critica riguarda soprattutto alcune ONG statunitensi oppure lei includerebbe tutte le organizzazioni non governative in generale? Tutte queste ONG non sono guidate da buone intenzioni e da nobili gesti per diffondere in tutto il mondo democrazia e libertà?
WE: Questo è il diavolo nel concetto di Bill Casey. Nascondere sozze operazioni antidemocratiche della CIA dietro ONG politiche private che agitano il vessillo dei diritti umani è stato molto efficace per il piano globale di Washington diretto a rovesciare regimi non cooperativi in tutto il mondo. In effetti la CIA ha reso letali i diritti umani. È curioso che regimi utili a Washington come l’Arabia Saudita non siano disturbati da richieste di democrazia. I miliardi del loro petrolio finanziano l’agenda del terrorismo globale di Washington.
Prenda il caso recente della ONG falsamente democratica degli Elmetti Bianchi in Siria, che fa propaganda in intima collaborazione con l’ISIS per giustificare la guerra condotta dagli Stati Uniti contro il regime di Assad regolarmente eletto. Secondo quanto viene riferito, gli Elmetti Bianchi prendono denaro dalle fondazioni Soros, dai governi degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, e sono stati create da James Le Mesurier, un ex ufficiale dello spionaggio militare britannico. Secondo quanto riferito, i loro video atroci sono stati spesso smascherati come bufale, inscenati da attori. Il loro presunto video sul gas Sarin che mostra degli Elmetti Bianchi non protetti che prestano i primi soccorsi a vittime di presunto gas Sarin senza la protezione di tute anticontaminazione è uno scherzo, una bufala, come è stato in seguito dimostrato ampiamente da numerosi esperti di anticontaminazione da gas Sarin.
Le ONG politiche di Washington – o in alcuni casi della UE – sono efficaci perché sono in grado di attrarre persone innocenti ben intenzionate. Di recente ho ricevuto una lettera personale molto toccante di un medico europeo che per 18 mesi ha lavorato con le migliori intenzioni umanitarie insieme a Medici senza frontiere in Sudafrica prima della sua indipendenza sostenuta dagli Stati Uniti. Dopo aver letto il mio libro sulle ONG era così grata perché riusciva a capire tutte le direttive apparentemente irrazionali che i dirigenti americani di Medici senza frontiere impartivano allo staff. Ella si era dimessa per l’esaurimento e ora dice di capire perché. Medici onesti erano usati da Washington per piani politici segreti. Il Sudan meridionale fu un bersaglio perché da lì la Cina riceveva una quota importante del suo petrolio attraverso Khartoum.
Naturalmente non tutte le ONG fanno il lavoro per la CIA. Mi concentro su quelle con agende politiche nascoste, che, come descrivo nel libro, per fini devianti hanno reso letali i diritti umani e la parola democrazia.
Nel 1984, il miliardario degli hedge fund George Soros istituì a Budapest la Fondazione Soros. Il suo primo bersaglio fu la Polonia. Papa Giovanni Paolo II e il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan si erano incontrati in Vaticano nel 1982 per discutere la destabilizzazione del blocco comunista. In questo sforzo c’è stato un coinvolgimento della Fondazione Soros?
WE: La Fondazione Soros istituì la Fondazione Stefan Batory a Varsavia nel 1988 per addestrare attivisti con cui infine rovesciare il regime comunista. Essi svolsero un ruolo importante di «costruzione della democrazia» e immediatamente dopo il collasso del governo del generale Czesław Kiszczak in Polonia nell’agosto 1989. In Polonia Soros portò Jeffrey Sachs, l’economista della «Shock Therapy» dell’Università di Harvard, per imporre la privatizzazione delle imprese pubbliche, per creare un’iperinflazione e una libera scelta dei beni statali polacchi che investitori occidentali come gli amici di Soros avrebbero comprato all’asta per pochi spiccioli o, come si diceva allora, per pochi pfennig.
I due capitoli sul saccheggio delle ex Unione Sovietica da parte della CIA, di Soros e dei suoi Harvard Boys in combutta con il clan di Eltsin e con gli ex funzionari della KGB sono effettivamente scioccanti. Espone per favore questa impresa instile mafioso?
WE: Devo richiamare l’attenzione dei lettori del libro sul fatto che la trattazione ha avuto un controllo incrociato ed è esaustiva. In breve, la CIA sotto la direzione dell’allora presidente Bush si adoperò per corrompere parecchi generali di altissimo rango della KGB, che reclutarono una rete di giovani protetti del Komsomol, cioè dell’Unione Comunista della Gioventù, come Boris Berezovsky e Mikhail Khodorkovsky, in mofo che diventassero i loro oligarchi scelti personalmente per fare man bassa delle risorse dello Stato per pochi centesimi rispetto al loro vero valore. Fu lo scandalo infame dei ‘voucher’ che valutò un po’ sotto i 16 miliardi di dollari tutti i beni statali, inclusi petrolio e gas, industrie meccaniche, alta tecnologia. Essi stuprarono letteralmente la Russia per guadagno personale. E la CIA e la sua rete di banche occidentali come Riggs Bank a Washington promise loro di portare il denaro fuori dalla Russia. Anch’io sono stato scioccato nel verificare i dettagli. È stato criminale. Eltsin era il loro garzone. Qualcuno dice che finché era garantita la sua provvista di buona vodka avrebbe fatto qualunque cosa richiesta da Soros e dai suoi economisti di Harvard.
Il punto interessante da notare è che il presidente Bush, ex direttore della CIA, ordinò tre simultanee destabilizzazioni delle ONG nello stesso 1989: della Russia, della Cina in piazza Tienanmen e della Jugoslavia. Il libro lo documenta con grande dettaglio.
Dopo che è succeduto a Boris Eltsin come presidente della Russia, Vladimir Putin ha immediatamente fermato il saccheggio della Russia. Pensa che questo possa essere una causa per cui la classe politica a Washington lo odia e lo demonizza in una misura irrazionale?
WE: Putin proveniva da una fazione nazionalista russa del KGB e del suo successore (opposta a quella che era chiamata fazione internazionalista o cosmopolita). Sapevano di dover agire con segretezza fino a che il loro controllo fosse sicuro nel 2000, quando Eltsin fu forzato a ritirarsi «silenziosamente» oppure ad affrontare rivelazioni; Eltsin fu convinto a nominare Putin come presidente.
Già ben prima del 1917 c’è stata una guerra non dichiarata contro uno Stato-nazione stabile in Russia. Il fondatore di Stratfor, George Friedman, uno degli analisti americani di geopolitica meglio informati ed ex consulente, tra gli altri, del Pentagono e della CIA, ha recentemente rilasciato un’intervista dopo il «coup d’etat» della CIA in Ucraina, che Friedman ha chiamato «il golpe più eclatante nella storia degli Stati Uniti». Se lei ricorda, fu quello in cui Viktoria Nuland andò a Kiev come Segretario Assistente di Stato e distribuì cioccolatini ai manifestanti di piazza Maidan e comunicò per telefono il suo disprezzo per la UE all’ambasciatore statunitense a Kiev
Friedman ha notato ciò che ho documentato in vari miei libri come «Mit Ölwaffe zur Weltmacht», che la politica estera degli Stati Uniti d’America almeno per il secolo passato, quando gli USA emersero dal declino dell’impero britannico, la priorità della politica estera statunitense è stata quella di prevenire a tutti i costi l’emergere di interessi economici e di cooperazione specialmente tra Germania e Russia. Il mondo è andato incontro a due guerre mondiali a causa di questo sciagurato dogma geopolitico della politica estera statunitense, un dogma ereditato dalla Gran Bretagna e dal padre della geopolitica britannica, sir Halford Mackinder.
Washington odia e demonizza Putin perché egli si è mosso con decisione per stabilizzare la Russia come la grande nazione che essa certamente è, come posso attestare dalla mia esperienza di quasi 25 anni. E come risultato della demonizzazione di Washington, l’influenza di Putin nel mondo sembra soltanto diventare più forte – prima con la Cina, poi con le nazioni dell’Eurasia, con l’Africa, il Medio Oriente, l’Asia, anche con le Filippine e l’America Latina. Il mondo si sta stancando del programma infinito di guerre aperte o coperte degli Stati Uniti ovunque. Basta guardare da vicino dietro le parole di Trump e subito troviamo al lavoro gli stessi vecchi oligarchi degenerati e il loro cosiddetto deep state di burocrati non eletti.
Lo smantellamento della Yugoslavia è stato una catastrofe. Sotto il cancellierato di Gerhard Schroeder e sotto il suo infame ministro degli esteri Joschka Fischer, i tedeschi hanno unito le forze con Clinton per rovesciare il presidente serbo Slobodan Milosevic. In questa operazione golpista erano coinvolte anche le ONG? E qual era la loro strategia?
WE: Sì. Segua la carriera successiva del signor Fischer. Un teppista di strada durante le proteste del 1968 a Francoforte è stato incoronato statista dagli USA e dai suoi media mainstream, evidentemente la ricompensa perché il partito verde aveva dato il voto a favore del bombardamento della Yugoslavia nel 1999. Dopo la carica, Fischer ha ottenuto un posto di docente onorario nella mia alma mater, a Princeton. In seguito George Soros invita il signor Fischer nel suo nuovo think tank, nel Concilio europeo per le relazioni estere.
Quanto al rovesciamento di Slobodan Milosevic, il governo statunitense e le sue ONG selezionate, che includono NED e le fondazioni Soros, organizzarono, finanziarono ed addestrarono in un golpe riuscito i principali capi studenteschi ed altri, sotto il nome di Otpor! (Resistenza!), con il simbolo divenuto ora ubiquo del pugno stretto minaccioso. Furono usate traduzioni serbe degli scritti di Gene Sharp sull’azione non-violenta e i capi principali furono addestrati personalmente dal colonnello dell’esercito statunitense Robert Helvey, collega di Sharp, in luoghi di incontro segreti per evitare la polizia. Secondo alcune stime, Otpor! riceve circa 30 milioni di dollari da organizzazioni legate al governo statunitense come il National Endowment for Democracy (NED), l’International Republican Institute (IRI), e la US Agency for International Development (USAID). La distruzione della Yugoslavia fu orchestrate dagli anni ’80 da Washington, prima da Bush senior, poi da Clinton. L’obiettivo era creare una guerra in Europa per giustificare la presenza continua della NATO, la cui ragion d’essere dopo il collasso dell’URSS era difficile da giustificare davanti ai contribuenti americani o agli europei che stavano pianificano un pilastro di difesa europea indipendente e separato dalla NATO. Per Washington e per l’influente complesso militare-industriale statunitense tale indipendenza era tabù! Il secondo obiettivo era di stabilire in seguito una gigantesca presenza militare statunitense in Kosovo, chiamata Camp Bond Steel.
Quando le masse arabe scesero nelle strade di Tunisi, del Cairo e di Tripoli, i media occidentali e la classe politica si entusiasmarono: finalmente la democrazia, la libertà e i diritti umani si facevano strada nel mondo arabo! Queste rivolte erano spontanee o erano organizzate e orchestrate da forze esterne?
WE: Tutta la primavera araba fu segretamente pianificata e finanziata da Washington e da ONG finanziate dagli Stati Uniti. L’allora segretario di Stato Hillary Clinton fu una figura chiave, insieme alla sua bizzarra assistente Huma Abedin dei Fratelli Mussulmani. La RAND Corporation, che è un think tank del Pentagono responsabile dello sviluppo della tecnica della folla ‘brulicante’ a sciami e del modo di usare facebook e social media per guidare le proteste, giocò un ruolo chiave.
I gruppi di studenti manifestanti in Egitto ebbero un addestramento statunitense, di nuovo con l’uso delle traduzioni di Gene Sharp: furono portati in Europa per essere segretamente addestrati dai leader di Otpor!.
Nella caso del libico Gheddafi si considerava necessario un più urgente cambiamento di regime, come rivelano i famosi DCLeaks e le email di Wikileaks indirizzate da Hillary al suo consigliere privato Sidney Blumenthal. Gheddafi, che, a dispetto della sua immagine demonizzata, aveva elevato la Libia ai più alti livelli di vita in tutta l’Africa, era in procinto di rivelare la creazione di un’alleanza di banche centrali musulmane e l’introduzione di una valuta, il Dinar d’oro, per vendere il petrolio non in dollari statunitensi. Lo stava facendo insieme a Ben Ali in Tunisia e a Mubarak in Egitto. Come scrisse Hillary a Blumenthal, doveva essere fermato con ogni mezzo. Il mezzo per ‘bloccare’ fu il bombardamento illegale della Libia e l’assassinio di Gheddafi e la trasformazione della Libia in un campo di macerie. Il piano originale di Pentagono-Cia-Dipartimento di Stato richiedeva il rovesciamento immediato di un’altra spina nel fianco di Washington subito dopo Gheddafi, cioè di Bashar al Assad in Siria. Questo piano non ha funzionato bene per i pianificatori di Washington e una grande tragedia umana è sorta senza necessità da sei anni di ciò che è essenzialmente una guerra condotta là dagli Stati Uniti.
In passato i conquistatori portavano al proprio seguito missionari; oggi le potenze occidentali neocoloniali vanno con centinaia di ONG che insegnano alle popolazioni indigene il presunto funzionamento della democrazia occidentale. Pensa che le ONG servano gli interessi di questa gente? Cosa pensa delle ONG tedesche che più delle altre portano con sé un mucchio di zavorra ideologica, per esempio nella forma dell’ideologia gender? Che idea se n’è fatto?
WE: Penso che la sua analogia tra i missionari ‘cristiani’ del passato e la ‘democrazia’ delle ONG odierne sia molto efficace. Non ho le competenze per commentare le attività delle varie ONG tedesche. Il mio oggetto principale è Washington, oggi potere egemonico e purtroppo fonte di tanta distruttività.
All’inizio e alla fine del suo libro lei fa un riferimento al pensiero doppio di George Orwell: «La Guerra è la Pace, la Libertà è la Schiavitù, l’Ignoranza è la Forza». Viviamo in tempi in cui i significati originari delle parole assumono contenuti differenti? L’impero statunitense e i suoi Stati vassalli fanno guerra in nome della democrazia e distruggono gli Stati nazionali con la stessa retorica democratica?
WE: È per questo che trovo così appropriate la citazione di Orwell. Il suo libro «1984» è per molti versi una descrizione di quanto si è lasciato accadere alle nostre democrazie occidentali, specialmente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Se potesse dare alle ONG un piccolo consiglio, cosa direbbe loro?
WE: Alle persone oneste che siano rimaste prigioniere della bella retorica dei valori, dei diritti umani e simili, suggerirei di osservare più da vicino la traccia del denaro che alimenta la vostra particolare ONG. Al NED o alle fondazioni Soros suggerirei che farebbero un favore a tutto il genere umano cessando per sempre l’attività. Lasciate che le nazioni e gli individui decidano il proprio future sovrano, senza la vostra ingerenza indesiderata. Direi, per parafrasare Cromwell davanti al Lungo Parlamento britannico: “ONG dei diritti umani, sparite! Qualunque bene abbiate fatto, siete state sedute qui troppo a lungo. Andatevene, dico, e consentiteci di non avere più a che fare con voi. Nel nome di Dio, sparite!”
Signor Engdahl, grazie per l’intervista.
Grazie per le sue domande interessanti ed eccellenti
Non potrei essere più in DISACCORDO con questa ricostruzione, che fa un gran polverone sulla storia americana attribuendo le porcherie di Soros&C. agli americani che egli detesta di più. La CIA non è responsabile di tutto il male nel mondo, e per la parte che non è Deep State incancrenito è servita anche a difendere il mondo libero durante la Guerra Fredda.
Le cose sono incominciate a cambiare con i clintonistas sessantottini, al potere dagli anni 90. Sono loro che hanno costretto il WTO ad ammettere la Cina (dove lavora non a caso questo William Engdahl), Paese che non aveva assolutamente le carte in regola, soprattutto dal punto di vista dei diritti umani. Sono loro che hanno accettato di sostenere l’indipendenza del Kosovo, inventandosi un genocidio inesistente, soprattutto perché Bill aveva bisogno di distrarre l’attenzione dalla borsista Monica Lewinsky . E’ stata la moglie, Killary, alla ricerca di affermazione personale, a scatenare assieme alla Francia le primavere arabe e poi la sciagurata guerra alla Siria.
Certo, la CIA ha fatto in tutti questi casi il suo lavoro di intelligence, non ha certo le mani pulite, ma non dimentichiamo i tempi in cui dall’altra parte della CIA c’era un KGB a cui nessuno imputa mai niente, mentre era responsabile della destabilizzazione di tutti i Paesi del mondo per favorire la rivoluzione mondiale. Noi siamo tutti negli schedari del KGB, tutti. Ho la speranza che Vladimir Putin sia cambiato e con lui anche la FSB, exKGB, perché vedo che Mosca si è trasferita a Bruxelles e l’Occidente ormai è marcio. Ma sarebbe tragicamente semplicistico retrodatare la situazione attuale e riscrivere in questa ottica tutta la storia degli Stati Uniti d’America.
Lei rischia di ridurre la storia a pettegolezzo. Nella sua filosofia della storia Hegel scrive che il segno incontrovertibile della vittoria definitiva di un partito è il suo dividersi. Questo è accaduto anche con la vittoria occidentale nella guerra fredda. Dopo il crollo dell’URSS gli Stati Uniti sono diventati l’unica potenza mondiale e hanno mirato a consolidare il loro potere annientando gli antichi avversari ma anche riducendo a vassali i precedenti alleati, l’Europa e il Giappone: la potenza finanziaria giapponese è stata neutralizzata con gli accordi di Plaza, la potenziale concorrenza della UE è stata annientata con le guerre iugoslave che servivano ad eternare la NATO a guida americana, la Russia e la Cina hanno dovuto fare i conti con la destabilizzazione. Lo strumento impiegato è stato il fondamentalismo islamico. La questione non è quella di imputare alla CIA ogni male del mondo: la CIA è uno strumento delle oligarchie petrolifere e finanziarie; sono queste che hanno dato a parole come ‘libertà’ e ‘democrazia’ il significatodi miseria, destabilizzazione politica e guerra.