L’idolo
di CLAUDIA VERGELLA (FSI Roma)
La difficile situazione in cui versa il Paese, con i suoi effetti devastanti sulla qualità della vita, sta facendo crescere il dissenso verso l’establishment, ma determina una situazione di confusione, divisione, smarrimento.
Il web è uno specchio degli umori del paese e può essere un utile strumento per il dissenso, ma spesso viene usato troppo “emotivamente”.
La sfiducia e i timori diffusi hanno talvolta conseguenze aberranti come la ricerca, di tipo adolescenziale, di una figura catartica. Ci si rifugia nell’esaltazione di figure del passato che vengono “santificate” e osannate acriticamente, come se fossero esenti da difetti.
L’effimera ricerca nel passato del proprio idolo, accompagnata dalla rabbia per aver subito l’inganno e il tradimento, sfocia in un atteggiamento mentale che potremmo chiamare “ribaltamento”. Chi non trova riferimenti rassicuranti nell’attuale classe politica, traditrice e menzognera, si compiace di elevare a mito una figura passata alla storia come negativa.
O, viceversa, il ribaltamento opera attraverso la demonizzazione di una figura tramandata come eroica. Chi si sente tradito trae conforto dallo smascheramento prorompente di una menzogna: il ribaltamento della realtà viene a rappresentare la più gratificante sensazione di presa di coscienza come inizio della riscossa.
Il ribaltamento può riguardare anche un’epoca storica o un convincimento diffuso: si va alla ricerca, oltre che di un personaggio, anche di una forte emozione purificatrice che sia idonea a liberare dal fango della menzogna in cui ci si sente impantanati.
Il meccanismo del ribaltamento si sta realizzando anche su figure attuali. E continuerà a verificarsi se il dissenso si concreterà nella mera ricerca di un salvifico condottiero della riscossa del popolo oppresso.
Se un personaggio irrompe sulla scena in modo repentino e sembra volersi mettere con inusuale coraggio alla guida della liberazione, viene coralmente esaltato. Il video di riferimento rimbalza su Facebook attraverso le condivisioni e l’entusiasmo diventa corale (o virale, come si usa dire), fino a che il tutto evolve nel ribaltamento: il personaggio che era stato osannato, viene con clamore smascherato e presentato come colluso e spregevolmente menzognero. Il disprezzo si diffonde attraverso le condivisioni.
Il ribaltamento giova all’élite con il suo creare un’altalena di inutili emozioni e con il suo innescare diffidenza e paura. Plausibilmente la propaganda costruisce abilmente questi “eroi” e accende su di essi i riflettori (volutamente sul web, per farti sentire un po’ un cospiratore). Vedi il caso del generale Pappalardo, o quello di Emilia Clementi.
Facciamo un altro esempio. Percepisco come indegna della mia stima l’attuale classe politica. Guardo al passato. La propaganda mi ha mentito, ne prendo coscienza e idealizzo una personalità come quella di Craxi, presentata con l’inganno come negativa. Di Craxi ricordo l’episodio di Sigonella o gli avvertimenti sull’euro, ma dimentico il decreto di congelamento di 4 punti della scala mobile.
La classe politica del passato era migliore di quella di oggi e merita la nostra stima. L’errore è quello della inutile e dispersiva ricerca di un idolo. È importante evitare questo errore nella costruzione e nell’organizzazione del dissenso che può giovarsi della presenza di figure di riferimento, non della ricerca di un mito.
verissimo! fra l altro creare “industrialmente” un idolo dopo l altro conduce inevitabilmente all’ apatia.